Archeologia

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Storia del territorio della Provincia di Foggia

Preziose testimonianze archeologiche consentono oggi di ricostruire la lunga e articolata storia del territorio sipontino, interessato sin dal Neolitico dalla presenza umana.

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Mappa degl'insediamenti in provincia di Foggia

In antico il tratto costiero a sud di Manfredonia era occupato da un'ampia laguna che si estendeva fino all'Ofanto; in essa confluivano le acque dei corsi fluviali navigabili che bagnavano l'estesa pianura del Tavoliere: Durante il Neolitico il territorio prossimo alla foce del fiume Candelaro fu occupato da individui che scelsero di vivere in gruppo all'interno dei villaggi (Coppa Nevigata, Masseria Candelaro, Monte acquilone, Fontanarosa, Santa Tecchia) caratterizzati dalla presenza di profondi fossati di recinzione.
Essi traevano i mezzi per il proprio sostentamento dal lavoro dei campi, dall'allevamento del bestiame, dalla caccia e dalla pesca, attività praticate grazie alla presenza di ampie zone coltivabili, di pascoli, di fitti boschi e dalla laguna da cui era possibile raggiungere il mare aperto.
L'universo delle comunità preistoriche era ricco anche di rituali religiosi legati alle divinità naturali.
A Grotta Scaloria presso Manfredonia abbiamo infatti testimonianza di un cerimoniale che si svolgeva nella parte più profonda della cavità e che prevedeva la raccolta delle acque dallo stillicidio della volta all'interno di pregiati contenitori dipinti.
Dei villaggi neolitici quello di Coppa Nevigata fu frequentato anche nella successiva Età del bronzo: in questa nuova fase culturale diventò necessario proteggere l'abitato dall'esterno e, a tal scopo, venne costruito un grosso muro di fortificazione verso la terraferma in grado di garantire la totale difesa dell'insediamento. Nell'età del ferro, ultimo tratto di quel lungo arco cronologico definito come Età dei metalli e che coincide con il primo millennio a.C., l'habitat lagunare assolveva ancora al ruolo di protagonista nella storia di questo territorio.

Ingrandisci l'immagine Reperti archeologici esposti al Museo di Manfredonia

Reperti archeologici esposti al Museo di Manfredonia


I villaggi sorgevano su piccoli promontori emergenti dalle acque della laguna segnata da una fitta rete di canali che mettevano in contatto i diversi agglomerati organizzati con spazi destinati alle capanne, alle attività quotidiane e alle aree con funzioni cultuali e funerarie.
In questo contesto nacque e si sviluppà la civiltà daunia: una civiltà composita e ricca che ebbe la sua massima espressione artistica nella produzione delle stele funerarie.
Agli inizi del II secolo a.C., dopo la guerra annibalica i romani - in espansione nel Sud d'Italia - fondarono nel territorio costiero di Arpi una colonia marittima, Sipontum, impiantata su un naturale rialzo del terreno: quest'area portuale sarà una delle più importanti della Puglia romana e medioevale.

Quando più di mezzo secolo fa gli aerei della Royal Air Farce britannica fotografavano Foggia e il Tavoliere pugliese per ragione belliche un giovane ufficiale John Bradford faceva servizio su uno dei velivolo ricognitori.
Il giovane aviatore maestro nella fotografia aerea fu paladino delle prime ricerche archeologiche in Capitanata: infatti, con le sue riprese, oltre che gli obiettivi militari, individuò con esattezza i siti dei villaggi neolitici, delle necropoli daune e delle città romane sepolte.

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Reperti archeologici esposti al Museo di Manfredonia


Ne contò circa 200 e dopo la seconda guerra mondiale fu proprio lui a iniziare i primi scavi come dimostra la documentazione ritrovata a Londra negli archivi del ministero della Difesa inglese.
Fu opera sua l'indivuduazione dell'esatta ubicazione della città romano-medievale di Salpi, in prossimità della salina di Margherita di Savoia.
La Puglia e la Capitanata è una terra che non smette mai di di sorprendere per la ricchezza dei suoi giacimenti archeologici: per ora stimati a più di 1.200.
Una terra fertile ferita dalla incuria e dalla piaga dei tombaroli mostra in tutto il suo splendore cò di cui erano capaci i nostri antenati. Nella cartina sono segnati (contrassegnati da una testa di stele femminile del VII-VI secolo a.C.) nove scrigni della memoria e che meritano il rinnovato interesse dei ricercatori, dei bravi amministratori e dei volontari attenti.
Eccoli: Monte Saraceno, presso Mattinata, con i resti delle tombe dell'Età del ferro.
Siponto, il porto della Daunia; sono visitabili i resti della basilica paleocristiana e i moderni scavi della città mediovale.
Coppa Nevigata, insediamento dell'Età del bronzo.
Cupola, patria delle stele: le pietre tombali dei Danni con incisioni che sembrano fumetti si possono ammirare nel museo del castello svevo di Manfredonia.
Arpi, una delle capitali della Daunia: i suoi reperti sono custoditi nel museo di Foggia.
Salapia, presso l'attuale Trinitapoli, la Venezia dei Danni che si affacciava sulla laguna del lago Salpi, trasformato ora in salina, distrutta dai tombaroli.
Herdoma, vicino a Ordona: è visitabile la città romana.
Canosa, nota per le bellissime ceramiche conservate nel suo museo civico e in quello archeologico di Bari.
Ripalta, villaggio dell'Età del bronzo.

Uno dei ricercatori più attenti delle vestigia storiche della Capitanata è un archeologo belga, Jozef Mertens, ordinario di archeologia romana e tecnica degli scavi all'università di Lovanio (Belgio).
Il nome di Mertens si lega alle nostre terre come i nomi illustri di ricercatori si legano alle maggiori scoperte archeologiche di tutti i tempi.
È a lui che si devono gli scavi a Herdonia, la piccola Pompei dauna a 20 chilometri da Foggia.
Assieme a Canosa, l'altra capitale dauna, Herdonia produceva le più belle ceramiche di quella civiltà. Ma è la città romana del primo secolo dopo Cristo, sorta sulla necropoli dauna, che è possibile visitare.
È situata lungo la via Traiana che a oriente della Appia congiungeva Benevento a Brindisi, e mostra il foro, la basilica, il tempio, il macellum, un piccolo anfiteatro.
Numerosi sono i musei sorti nella Capitanata tra i quali menzioniamo: il museo del sale a Margherita di Savoia, di archeologia a Trinitapoli, di arte contadina a Cerignola e San Ferdinando di Puglia.
In memoria di Joseph Mertens, il 4-6 dicembre 2008 si è svolto a Roma un convegno intitolato: "Alba in excelso locata saxo ...Obscura incultis Herdonia ab agris".
Tra i relatori conterranei annoveriamo:

  • Roberta Giuliani, Danilo Leone, Anita Rocco e Maria Turchiano dell'Università di Foggia, che disserteranno su "Il quartiere termale di Herdonia: dai primi scavi della missione belga alle recenti indagini.
  • Pasquale Favia, Università di Foggia "Da Herdonia al castrum Dordona: le ricerche di Joseph Mertens e della missione archeologica belga e le ultime indagini per la ricostruzione delle vicende medievali del sito".
  • Antonella Buglione & Giovanni De Venuto, Università di Foggia "Indagini archeozoologiche ad Herdonia: lo stato delle ricerche".
  • Giuliano De Felice, Università di Foggia "Archeologia virtuale a Herdonia"
  • Garganonet  Piazza delle Rose, 3 71043 Manfredonia (Foggia) Italia  

     

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