Restauro

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La chiesa di Santa Lucia a Manfredonia

Una segnalazione da prendere in considerazione per non perdere ciò che abbiamo.

In una località di nome Tori, a qualche chilometro da Manfredonia in direzione di Foggia (strada statale 89), si trova la chiesetta di Santa Lucia in completo stato di abbandono.

Il fabbricato è composto da tre elementi adiacenti di cui la chiesa vera e propria e da due vani più piccoli di carattere agricolo il cui uso doveva essere sacrestia, abitativo e di riparo.

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Chiesetta di Santa Lucia in località Posta Angeloni a (Manfredonia)

Il complesso facente parte di una dependance della Masseria Posta Angeloni serviva da luogo di preghiera per le famiglie presenti nel nucleo principale, delle masserie e case circostanti.

Le strutture murarie semplici, di tufo e pietra hanno una precisa conformazione architettonica con tetti a capanna e entrate indipendenti anche se comunicanti.

Gli ambienti di "utilità", si deve supporre, servivano da accoglienza temporanea per viaggiatori occasionali oppure di pastori delle greggi transumanti, ipotesi avvalorata dalla vicinanza del tratturo dei "sessanta passi".

Ingrandisci l'immagine Primo piano del corpo centrale della chiesa

Primo piano del corpo centrale della chiesa

Seguendo la tradizione dei tempi ogni masseria plurifamiliare aveva una cappella padronale solitamente all'interno dell'area, e una chiesa rurale al centro di una numerosa schiera di strutture edilizie spesso complesse quali masserie fortificate o grandi casali agricoli.

Questa chiesa aveva funzione padronale e rurale insieme.
Tali entità avevano funzione abitativa ma anche amministrativa delle parcelle agricole di loro competenza.
Non è ancora chiaro se le masserie del Tavoliere e della Capitanata si gestissero in maniera autonoma, probabilmente dipendevano dalla città di residenza del signore dei luoghi.
Con l'avvento del fascismo e le nuove decisioni di politica agraria nelle campagne, attorno ai casali e alle grandi masserie,

Ingrandisci l'immagine Vista delle finestre con strombatura

Vista delle finestre con strombatura

 

si strutturarono delle comunità a carattere eminentemente agricolo, con amministrazione centralista e architettura tutta allineata al gusto e alla tendenza estetica del tempo.

Gli ambienti laterali alla chiesetta di Santa Lucia sono intercomunicanti con volte a crociera di tufo sagomate dai maestri scalpellini.
La chiesa anch'essa con volte a crociera sempre di tufo, mostra cornici e decorazioni della facciatadi pregevole fattura.

Ingrandisci l'immagine Vista retro dei vani annessi alla chiesa

Vista retro dei vani annessi alla chiesa

La tradizione di lavorare il tufo e intagliare la pietra per ricavarene cornicioni, comignoli, architravi e modanature con funzioni diverse dalle decorazioni, si è persa nel corso del tempo e insieme ad essa la tecnica che la permetteva.

Il tradizionale tufo usato per le costruzioni veniva estratto a mano con picconi a cui veniva dedicata una prima lavorazione: squadrato in blocchi con dimensioni e peso adatti all'uso veniva impiegato ove necessario in abitazioni, ricoveri e muri a secco.
Non è facile lavorare il tufo per farne sculture o decorazioni, denotano una grande abilità tecnica per la natura stessa del materiale.

Ingrandisci l'immagine Parti di cornicione a terra

Parti di cornicione a terra

Le pietre con le quali è stata edificata la parte portante della chiesetta di Santa Lucia sono di tufo come pure le decorazioni nella parte frontale e delle grondaie.

Con il tufo è stata usata la pietra bianca di Apricena, in particolare per gli stipiti e gli architravi privi di decorazioni.
I motivi decorativi della cornice di coronamento del tetto a capanna sui quali gli spioventi terminano, sono di buona fattura anche se elementari nel disegno.
L'aula rettangolare della chiesetta è semplice e poco decorata e manca degli elementi strutturali della liturgia: altare, ambone, sedia presidenziale, che probabilmente in legno e asportati al tempo della dissacrazione.

Ingrandisci l'immagine Parte superiore della facciata senza cornicioni

Parte superiore della facciata senza cornicioni

Non c'è traccia dell'immagine centrica del Cristo e il Tabernacolo con custodia eucaristica, quest'ultimi probabilmente scardinati dal muro e trafugati.
Le pareti laterali hanno due aperture che sono finestre strombate senza più inferriate ne telai.
E' visibile anche il rinforzo a croce con delle "strozze" di ferro, che impediscono alle pareti di avere spinte laterali che sicuramente le maestranze avevavano rilevato negl'anni.

Ingrandisci l'immagine Particolare dell'ubicazione della lastra marmorea

Particolare dell'ubicazione della lastra marmorea

A destra sotto una finestra c'era una lastra marmorea (conservata nella Masseria-Hotel Santa Lucia)con lo stemma e iscrizioni del fondatore Senatore Giuseppe Andrea Angeloni di Roccaraso che volle la chiesa in questo territorio a cui era legato per il rapporto di parentela con la famiglia d’Alena, il cui capostipite Donato d’Alena, figlio di Domenico Antonio, (1746),.....del ramo cadetto rimasto in Frosolone (in quanto primogenito ed erede in feudalibus del padre, ottenne l’intestazione del feudo di Vicennepiane il 24 novembre del 1764), sposa in prime nozze Agata Angeloni dei baroni di Montemiglio e Varavalle.

Continuando con lo studio della struttura interna, si nota a sinitra la porta di comunicazione priva di architrave, (forse una semi volta), poggiante sulla struttura muraria.

Da nessun documento da noi consultato si evince la data di ultimazione della chiesetta, in alcune ricevute manoscritte vengono elencate le opere e il compenso relativo di fine lavoro per maestranze e artigiani, datato 1906.
Una cava di tufo non più usata è presente nella parcella adiacente quella della chiesa (50 metri).

Il complesso si trova in questo momento in condizioni di totale inagibilità per chiunque, pertanto il piano di conservazione messa in sicurezza e salvataggio deve prevedere:

Ingrandisci l'immagine Volte interne

Volte interne

  • Chiusura delle porte e finestre di accesso con strutture provvisorie con l'accordo dei proprietari, in previsione di un restauro articolato e per prevenire il furto di alcune parti maggiormente esposte ad eventuali danneggiamenti o furti, come ad esempio gli architravi e stipiti.
  • Pulizia delle erbe e delle piante cresciute sul perimetro e sul tetto di tutti e tre gli elementi (tutte le piante le cui radici si insinuano nella muratura, sono leve grandi e piccole, che prima o poi scardineranno le strutture architettoniche).
  • Rifacimento della copertura in tegole per evitare infiltrazioni d’acqua che farebbero crollare il tetto e le belle volte con la perdita definitiva del bene culturale.
  • Gli interventi urgenti da fare sono:

    le coperture, le quali vanno riparate immediatamente per impedire ulteriori danni causati dalle infiltrazioni della pioggia che ha già danneggiato i sotto tegola e indebolito le strutture murarie che nel tempo sono state rinforzate con ferro e tiranti e che alla fine potrebbero non bastare a tenere in piedi il tutto.

    Il progetto di restauro presuppone un riutilizzo del bene.

    Si ipotizza la realizzazione da parte di un gruppo misto pubblico-privato di un info point quale luogo di informazione turistica alle porte di Manfredonia e del Garganono con servizi legati alla promozione turistica del Parco.
    Questa destinazione d'uso persegue obiettivi di tipo turistico-culturale e contribuisce fattivamente alla realizzazione di progetti di educazione ambientale per il recupero dell'architettura rurale e alla sua fruizione nonchè per la valorizzazione dell'artigianato inteso come elemento di tradizione da salvaguardare.
    Tutto questo dovrebbe interessare il governo locale (Comune, Ente Parco e Comunità Montana) in quanto il restauro con il successivo impiego, ha una notevole dimensione sociale con impatti positivi anche sulla popolazione locale che gestisce strutture ricettive e alberghiere.


    Documenti sull'argomento consultabili per una migliore conoscenza:

  • “La questione ferroviaria dinanzi al paese ed al Parlamento: idee e proposte", Roma, Botta, 1875; “Italia: Giunta per la inchiesta agraria e sulle condizione della classe agricola, Relazione del commissario barone Giuseppe Angeloni…sulla quarta circoscrizione (Province di Foggia, Bari, Lecce, Aquila, Chieti, Teramo e Campobasso)", Roma, 1885, vol. XII degli Atti
  • Consiglio d’Intendenza di Capitanata, II camera, processi: 28 – 997 (pag. 293). Nella fonte archivistica si conserva anche una pianta topografica della posta e posticchia, redatta dall’agrimensore Saverio Pacelli il 14 novembre 1828.
  • Documento del 1835, Archivio di Stato Foggia, dal quale si evince che
    “L’intendente Lotti, in nome del tavoliere, concede in perpetua enfiteusi a Domenicantonio d’Alena di San Pietro Avellana carra 10 e versure 18 di terre a pascolo in Farano, Posticchia di Farano e San Leuci”. La posta di Farano viene anche nominata nel documento degli atti di un processo del 1828, nel quale si legge “Il barone Domenico Antonio d’Alena di Frosolone e Bartolomeo Ricciardelli di Pescocostanzo contro il direttore del Tavoliere per la misurazione, titolazione e suddivisione di terreni nella posta e posticchia di Farano”.

  • Alcune Leggi e decreti per la tutela dei beni culturali:

  • Legge 1 giugno 1939, 1089 Tutela delle cose di interesse storico artistico
  • Codice civile 1942 articoli 822, 823 e 824 Costituzione 1 gennaio 1948 (Principi fondamentali - articolo 9)
  • Ingrandisci l'immagine Interno della finestra laterale

    Interno e vista della finestra laterale

  • Decreto legislativo 31 marzo 1998, numero 112 (articoli 148 – 155 ) Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, numero 59
  • Legge 23 febbraio 2001, numero 29 Nuove disposizioni in materia di interventi per i beni e le attività culturali
  • Decreto ministeriale 24 ottobre 2001, numero 420 Regolamento recante modificazioni e integrazioni al decreto ministeriale 3 agosto 2000, numero 294, concernente l'individuazione dei requisiti di qualificazione dei soggetti esecutori dei lavori di restauro e manutenzione dei beni mobili e delle superfici decorate di beni architettonici
  • Legge 8 ottobre 1997,numero 352 Disposizioni sui beni culturali
  • Ingrandisci l'immagineParticolare di tabellone didattico al museo di Manfredonia

    Particolare di tabellone didattico al museo di Manfredonia

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