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Manfredonia, la Storia e i suoi Autori

Antonio Prencipe
ASSESSORE ALLA CULTURA CITTA'DI MANFREDON1A

Al principio del secolo, Manfredonia è raffigurata come una città carezzata dalle onde, distesa a oriente verso i raggi del sole che nasce.
Il golfo è uno specchio di cristallo, rotto solo dal riflesso bianco delle case. Il mare è una tavola d'oro, tagliata qua e là dal profilo leggero delle lance, e dalla sagoma imponente degli antichi battelli. Le lunghe vele latine sembrano disegnate in un paesaggio fermo nel tempo. Sul fondo, l'abitato antico e nobile, i palazzi

barocchi, il profilo delle cupole e il lumeggiare della bianca calce sulle case dei pescatori.
I fotografi, profondamente influenzati dagli illustratori loro contemporanei, composero in quegli anni, un mosaico di immagini tanto tenaci, che molti luoghi e paesaggi reali ne saranno "fissati" per sempre.
E vecchio sogno di ritrarre la realtà così com'è, sembrava finalmente realizzarsi grazie alla fedeltà e alla maneggevolezza del mezzo fotografico e, cogliendo l'importanza della fotografia come supporto privilegiato della memoria umana, i fotografi sipontini hanno dedicato la loro vita a creare una sorta di inventario fotografico del nostro territorio, così come si presentava all'inizio del secolo.
Accanto atte immagini destinate a rappresentare - con i paesaggi, i palazzi, le vie del centro, il Castello, il porto e la spiaggia - una città da cartolina, le immagini che narrano la storia locale e raccolgono frammenti irripetibili della vita dei pescatori e dei cittadini, rendono immortali i volti di donne e di uomini, catturano i gesti dei vecchi e gli sguardi dei bambini. Ne esce un grande affresco, in cui la storia di ognuno si confonde con quella dell'intera città, che è vista e rappresentata attraverso i quartieri popolari, le case e le vie, la gente minuta, la vita quotidiana.
Ogni paesaggio è come un 'opera d'arte: un fotografo lo ritrae sulla pellicola, un pittore lo dipinge su di un quadro, un poeta lo descrive in una poesia, il popolo lo crea, e quel paesaggio costituisca il serbatoio profondo della sua cultura e "reca l'impronta del suo spirito".
II paesaggio è il luogo particolare al quale apparteniamo.

Con "Manfredonia, la storia e i suoi autori" l'Assessorato alla Cultura del Comune di Manfredonia ha promosso un importante lavoro di ricerca, valorizzazione e promozione della Città, che ha permesso il recupero di tale materiale fotografico che per la prima volta viene raccòlto in un libro della Città di Manfredonia. Un progetto importante, ma anche un gesto d'amore che ha reso possibile la realizzazione di un'opera unica, che ridona luce e splendore a quelle fotografie, reliquie di un passato traboccante di storia, e restituisce un posto ed un significato a ciascuna immagine nel contesto più vasto della storia di Manfredonia.

 

Presentazione di MICHELE FERRI

II presente catalogo, che costituisce la conclusione del progetto «Manfredonia, la storia e i suoi autori», consiste di sessatre immagini fotografiche, in parte inedite e in parte pubblicate nei due precedenti cataloghi abbinati alla proiezione di cortometraggi e all'allestimento delle mostre che, con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune e il premio di rappresentanza del Presidente della Repubblica, hanno avuto luogo nel cortile di palazzo Celestini a Manfredonia nel 2002 e nel 2003. Il progetto ha avuto il merito non secondario di coinvolgere "l'intera cittadinanza nella riscoperta di luoghi, personaggi e tradizioni e si è confermato come strumento valido per conoscere più diffusamente la nostra storia". In una parola, sono state restituite alla memoria collettiva personaggi e ambienti più o meno lontani nel tempo, attività e occupazioni scomparse, angoli del paese che fu. Se per le generazioni anteriori agli anni cinquanta le immagini sono valse a rinverdire frammenti di passato prossimo, per i meno anziani le immagini hanno assunto il valore di una scoperta. Quanti, infatti, tra i più giovani avevano una consapevolezza per così dire visiva di strade non pavimentate, di uomini dai pantaloni logori e rattoppati, di civili abitazioni prive di acqua corrente e dei più elementari servizi igienici? Chi aveva mai assistito alle lunghe file alle prime pubbliche

fontane per attingere l'acqua, alle schiere di donne occupate a lavare i panni in acque sorgive in riva al mare, alle moltitudini di bambini sprizzanti soddisfazione e gioia per aver ricevuto un pane nelle periodiche distribuzioni dell'U.N.R.R.A. (United Nations Relief and Rehabilitation Administration)... Si vedano le fotografie intitolate "la fontana", "colpo di vento", "la distribuzione del pane". Significativo appare il contrasto tra l'immagine della flotta di paranze ormeggiate nel porto, che trasmette una sensazione di calma serena, e quella della tempesta, che propone due pescatori, sullo sfondo di un cielo plumbeo, intenti ad ammainare la vela e mettere il battello al sicuro dall'incombente tempesta. Interessante è anche la foto della "pulitura delle mandorle". Molti ricorderanno le donne del vicinato sedute al riparo dal sole in strada, la mattina su un lato e il pomeriggio sull'altro, e il ritmico battere dei loro martelli che rompevano gusci di mandorle su lastre di pietra calcarea. Sicuramente inconsueta è la foto del "maestro di bastone" e del suo allievo (si noti il divertente contrasto fra l'atteggiamento scanzonato e spavaldo del primo e la posa da "cavaliere antiquo" del secondo mentre fissa l'orizzonte con aria trasognata). Molto espressivo, infine, è il gruppo di famiglia del netturbino, in cui vi colpisce l'intensità degli sguardi delle bambine. Le immagini di Manfredonia, la storia e i suoi autori, anche quando propongono contenuti e soggetti di natura privata, offrono, tra innumerevoli suggestioni, un'adeguata illustrazione della realtà locale della prima metà del '900 (la città, il mare, la campagna, il territorio), con numerosi riferimenti alle tradizionali attività dell'agricoltura e della pastorizia, della pesca e dell'artigianato.