Riviste mensile del Parco del Gargano (Anno 2000)

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Rivista Gargano Parco

Quale futuro per i boschi del Gargano
La Rete Ecologica Nazionale
Ex Daunia Risi: da L.S.U. a imprenditori.

Mensile d'informazione

Gennaio 2000 Anno 2 n. 1

Articoli scelti

Quale politica forestale per i boschi del Parco Nazionale del Gargano

1 boschi del Parco Nazionale del Gargano, rappresentano una risorsa di rilevante interesse sia per la molteplicità delle funzioni svolte, sia per la notevole estensione che ammonta a ben 35.904 ettari pari al 30.4% della superficie territoriale (Tab. 1 ).
Le formazioni forestali presenti sono costituite prevalentemente da luslaie transitorie di Cerro pure o miste, consociate con Carpino nero, Orniello, Roverella, Leccio, in misura minore sono presenti fustaie adulte e cedui matricinati. Notevole è anche-la presenza di boschi cedui a prevalenza di Roverella, spesso consociala con Carpino nero e Orniello che colonizzano in genere gli ambienti più diffìcili dove in particolare il Carpino e l'Orniello svolgono un'azione pìoniera migliorando la fertilità del suolo e consentono l'affermazione di tipi vegetazionali più evoluti.
I cedui di Leccio sono diffusi un pò ovunque sul Gargano e assumono spesso l'aspetto di macchia foresta, vegetano in formazioni boschive pure o consociale con il Pino d'Aleppo ai limiti altimetrici inferiori, a quote superiori con altre latifoglie eliofile decidue quali: Roverella, Acero opalo, Orniello, Carpino nero.
Particolare interesse rivestono le faggete localizzate nei Comuni di Vico (Foresta Umbra), Monte S. Angelo e Ischilella, in quanto questa specie, pur essendo igrofila, vegeta anche a quote molto basse. Sono costituite da esemplari di eccezionale sviluppo e dimensioni, molto ricche dal punto di vista floristico. Infine le pinete di Pino d'Aleppo radicate prevalentemente nella zona costiera costituiscono un immenso patrimonio di rilevanza paesaggistica e turistico ricreativa.
Ai fini della elaborazione del Piano del Parco del Gargano bisognerà tenere conto delle caratteristiche dei boschi esistenti e valorizzare il ruolo nel quadro di una dinamica vegetazionale che miri ad un equilibrio tra tutela e sviluppo.
Infatti il ruolo dei boschi nelle aree protette è multifunzionale con funzioni protettive, igieniche, produttive, ma soprattutto paesaggistiche, ricreative e naturalistiche.
E' in questa ottica che il Piano del Parco previsto dalla legge n. 394 del 1991, dovrà basare lo sviluppo delle foreste nelle quattro zone previste: riserva integrale di protezione, riserva generale orientata, zona di protezione e zona di promozione economica e sociale.
Nelle aree di protezione ed in quelle di promozione economica e sociale, dove non è vietala alcuna attività tradizionale, in linea generale si può proporre una selvicoltura su basi naturalisliche, senza però escludere la possibilità di mantenere forme dì gestione come il ceduo, l'arboricoltura da legno ecocompalibile e interventi di rinatnralizzazione per favorire la biodiversità soprattutto per i rimboschimenti, laddove gli stessi hanno svolto un aiolo di miglioramento del suolo e quello strutturale e biologico dei popolamenti forestali Nelle aree da destinare a riserva integrale, nelle quali ogni intervento umano e rigorosamente vietato, sarà necessario che i popolamenti forestali vengano sottoposti a monitoraggio permanente da parte delle istituzioni scientifiche, i cui risultati potranno servire come riferimento per studi e ricerche [...]
di Antonio Ursitti
Agronomo Dirigente Regione Puglia
Ispettorato Ripartimentale delle Foreste
Foggia

 

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Lascia l'esempio e porta via i tuoi rifiuti

Mensile d'informazione

Settembre 2000 Anno 2 n. 9

Articoli scelti

Il Falco della regina

Taccuino di campo su flora, fauna ed ecosistemi

Appartenente al genere Falco, è uno dei rapaci più rari e straordinari presenti nel Parco, oggi purtroppo presente come migratore e non più come nidificante come accadeva in tempi non molto lontani.
Avvistarlo è piuttosto difficile, ma se ci si trova nel posto giusto al momento giusto, magari mentre è all'inseguimento di una preda, è uno spettacolo indimenticabile.
E' un uccello particolare soprattutto per il periodo di nidificazione molto ritardato rispetto agli altri falconidi, infatti depone le uova generalmente in luglio, ma anche in agosto, i giovani quindi si involano a settembre e nella prima metà di ottobre.
Il ciclo vitale del falco della regina è collegato alla presenza dei passeriformi migratori che riforniscono di cibo, grazie all'abilità dei genitori, i piccoli del falco.
Il suo nome ha una storia particolare legata alla regina Eleonora d'Arborea (da cui il nome comune Falco della regina, e quello scientifico Falco eleonorae) che ne vietò la cattura dei giovani ovvero la depredazione dei nidi non con spirito naturalistico, come potrebbe sembrare, ma al fine di avere l'esclusivo utilizzo dei falchi in quel periodo in cui la falconeria era uno dei passatempi preferiti dai nobili.
Comunque grazie anche a quella sorta di protezione, questo falco è giunto ai nostri giorni scansando l'estinzione visto che nidifica solo nelle isole del mediterraneo.
Giunge da noi già in aprile - maggio, ma la maggioranza degli avvistamenti avvengono in estate, fino a circa la fine di ottobre. Durante la migrazione lo si può incontrare in ambienti diversi, ma le coste rocciose delle isole mediterranee sono il suo habitat d'elezione.
In settembre pattuglia incessantemente i tratti di mare antistanti i luoghi di riproduzione aspettando il passaggio dei migratori, durante il resto dell'anno la sua alimentazione è piuttosto variegata, mangia infatti anche grossi insetti, rettili, micromammiferi.
Ad ottobre, finita la riproduzione, partirà per un lungo viaggio che lo porterà a svernare nelle isole dell'Oceano Indiano, soprattutto in Madagascar.
Lo rivedremo in primavera con la speranza che la maggiore protezione delle zone ove nidificava in passato, possa indurlo a mettere di nuovo su casa sulle scogliere del Parco.

Scheda Biologica
Nome comune Falco della regina
Nome scientifico Falco eleonorae, Gènè (1839)
E' uno dei rapaci più minacciati poiché possiede un areale di nidificazione limitato alle isole del Mediterraneo e a quelle dell'Oceano Atlantico vicine alla costa del Marocco; è anche uno dei rapaci più affascinanti per le sue doti di spericolato acrobata che può coinvolgere emotivamente e indelebilmente un appassionato di uccelli.

Identificazione
Come tutti i falconidi le femmine sono più grandi dei maschi di circa un terzo, comunque l'apertura alare è di 90-100 cm e la lunghezza è 40-45 cm, la colorazione è molto variabile con animali molto scuri, quasi completamente nerastri con le parti inferiori più pallide (fase scura circa il 25% dei soggetti); la maggioranza possiede una colorazione scura sul dorso marrone mentre il capo possiede i due caratteristici mustacchi e le parti inferiori sono color crema macchiate con calzoni rossastri (fase chiara); si può confondere con il falco lodolaio, il pellegrino, e nella fase scura con il falco cuculo, ma la sua sagoma, agile e leggera, affilata come una falce volante, le abitudini migratorie nonché riproduttive ci fanno determinare con sicurezza la specie.

Habitat
Frequenta nel periodo riproduttivo le coste rocciose delle isole mediterranee compreso il mare aperto e l'entroterra vicino al sito riproduttivo, durante le migrazioni frequenta in genere ambienti aperti ed è avvistarle dappertutto escluso le zone fittamente boscate.
Nel periodo di svernamento frequenta savane e altri ambienti tropicali; nidifica sulle scogliere di Isole ed isolotti del Mediterraneo e in alcune antistanti la costa del Marocco.

Comportamento e riproduzione
Migratore trascorre l'inverno nel Madagascar ed altre isole dell'Oceano Indiano, arriva nel Mediterraneo a metà aprile / maggio, si stabilisce nei territori di nidificazione in giugno / luglio ove hanno luogo le spettacolari parate di coppia, nidifica in colonie, depone le uova (normalmente 2-3) in luglio, talvolta anche in agosto.
La schiusa avviene dopo circa 28 giorni, i giovani vengono accuditi dalla femmina, costantemente per almeno dieci giorni, durante i quali il solo maschio procura il cibo per tutta la famiglia, cacciando in mare gli uccelli migratori con spettacolari inseguimenti.
Dopo circa un mese i giovani si involano e, passata qualche settimana, inizierà la migrazione verso sud. E' particolarmente minacciato dal turismo di massa che proprio nel periodo più delicato invade le coste rocciose, proprio l'aumento di questo turismo insensibile alle problematiche dell'ambiente è stata la probabile causa della scomparsa di questo falco come nidificante all'interno del Parco.

 

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Sapori e saperi del Gargano.

Mensile d'informazione

Ottobre 2000 Anno 2 n. 10
Al Salone del Gusto di Torino

Articoli scelti

Natura e Ricerca
Taccuino di campo su flora, fauna ed ecosistemi.

a cura dell'Osservatorio naturalistico del ParcoManco Caldarella, Maurizio Gioiosa, Filomena Petruzzi, Angelo Pozzolante

Questa famiglia botanica, che comprende un gran numero di specie di piante con fiori dai colori sgargianti è stata descritta negli articoli già pubblicati, ai quali si rimanda. Richiamiamo brevemente le caratteristiche più evidenti della struttura del fiore, che possono permettere di identificarla senza incorrere in errori.
Il fiore consta di 3 petali e 3 sepali (chiamati tepali) che sono però uguali tra di loro nella forma e nel colore, li distinguiamo per la posizione, i 3 più esterni costituiscono il calice ed i 3 più interni la corolla, 6 stami e. infine, 3 carpelli saldati tra loro. Questa famiglia comprende circa 70 generi e 950 specie, distribuite prevalentemente nelle regioni tropicali, meno frequenti in quelle temperate.
L'apparato sotterraneo della pianta è costituito da un grosso bulbo, che permette facilmente la riproduzione vegetativa, cioè senza l'intervento dei semi.

Specie Sternbergia lutea
Questa delicata pianta è una delle poche in fioritura in autunno, ed anche una delle ultime.
L'inverno è vicino e la gran parte delle piante, siano esse erbacee, arbustive od arboree, rallentano le loro funzioni vitali ed evitano soprattutto la fioritura.
La nostra pianta, il cui nome comune è zafferano giallo ma che [...]

 

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Le tessitrici del Parco

Mensile d'informazione

Novembre 2000 Anno 2 n. 11

Articoli scelti

Natura e Ricerca
Il Bosco di Ischitella e Carpino

II Gargano con le sue innumerevoli meraviglie e peculiarità non finisce mai di stupirci, il Bosco di Ischitella e Carpino ne è l'ennesima testimonianza.
Il bosco si presenta come una vasta area estesa per circa 1200 ha, delimitata dalla Valle del Torrente Romandato e dal Vallone di San Martino, tagliata in due dal Vallone Grande, in cui dominano il Cerro e il Farnetto, che gareggiano in altezza fino a raggiungere i 30 m., spesso si incontrano nei sentieri del bosco alberi caduti a terra, non tagliati, ma morti per cause naturali a testimonianza della naturalità di quest'area boschiva, tuttavia la caratteristica principale per la quale è conosciuto in tutto il mondo è la presenza della faggeta a quote sorprendentemente basse, infatti, arriva a quote limite fra i 270-714 m. s.l.m., quando normalmente in tutta Europa parte da 800-1000 m., da ciò scaturisce la denominazione di "faggete depresse".
Da sempre è stato oggetto di numerosi studi fra i quali ricordiamo Fenaroli (1966), Gentile (1969), Hofman (1969) e Forte (1995), i quali hanno dato i contributi più significativi per la sua conoscenza.
Il Bosco di Ischitella e Carpino (41° 53'N -15° 53'E) rappresenta un'area di notevole interesse naturalistico e scientifico per la presenza della faggeta a quota più bassa di tutta l'area meridionale. Per l'alta valenza biologica ed ambientale di tale cenosi nel 1977 con Decreto Ministeriale (D.M. 13.7.1977) è stata istituita l'omonima Riserva Naturale Biogenetica, per preservare e migliorare un ecosistema forestale di rilevante importanza biologica ed ambientale.
Questa, estesa per 299 ha, comprende tutta la faggeta, che si presenta frammentata in tre parti, e una frazione del quercete misto a Quercus cerris e Quercus frainetto Ten. con cui il primo entra in contatto.
Nel 1992 è entrato a far parte del Parco Nazionale del Gargano con la legge regionale n. 394/91.
Il substrato geologico su cui poggia il Bosco di Ischitella e Carpino è caratterizzato da una rilevante uniformità essendo costituito in tutta l'area da calcari marnosi biancastri o giallastri del Cretaceo inferiore. L'unica differenza si riscontra nelle intercalazioni di selce che è di colore bruno nella porzione di territorio situato alle quote più alte, mentre è bianca o, comunque, chiara a quelle più basse.
Il profilo pedologico è costituito da terra bruna forestale che poggia su terra rossa di più antica formazione.
Questo raggruppamento a Faggio., rappresenta uno dei tre nuclei di vegetazione sul Gargano (gli altri due nuclei sono rappresentati da quello di Umbra-lacotenente-Sfilzi di circa 3200 ha rinvenibile fra 400 e 830 m. s.l.m. e da quello di Monte Spiano di circa 800 ha e compreso fra le quote di 620 e 980 m. s.l.m. (Hofmann, 1961)) si rinviene alle quote comprese fra un minimo di 300 m. s.l.m. (località Vallone Grande) ed un massimo di 714 m. s.l.m. (Coppa Tre Confini). A queste quote si presenta con caratteristiche di un consorzio puro, mentre esemplari isolati scendono sino a 270 m. s.l.m.
Il territorio del Bosco di Ischitella, che ha una esposizione caratterizzata da una serie di valli orientate da sud-est verso nord-ovest, ospita la faggeta prevalentemente sui versanti esposti a nord e nord-est e sul fondo delle valli e delle vallecole secondarie, sui versanti meridionali ed occidentali, come anche alla sommità dei crinali, la faggeta viene sostituita dal querceta misto a cerro - farnetto.
Pertanto la faggeta, che spesso si rinviene a quote inferiori rispetto a quelle del quercete, entra in contatto in più punti con quest'ultimo tipo di vegetazione con il risultato, in queste aree di tensione, o di passaggi graduali dall'uno all'altro tipo o, come occorre più spesso, di improvvisi salti.
Il faggio pur essendo una specie igrofita (amante dell'umidità) e mesofila (che predilige climi freschi), vegeta nel Gargano a quote molto basse (270-980 m. slm), quote in cui solitamente si insediano vegetazioni più termofile (piante adattate a vivere in climi caldi), ancor più strano se consideriamo che nel Gargano domina un clima mediterraneo con una stagione critica, l'estate, in cui le precipitazioni sono scarsissime.
L'affermazione della faggeta a quote molto basse, secondo molti autori, è da attribuirsi alle condizioni di un clima Taccuino di campo su flora, fauna ed ecosistemi a cura dell'Osservatorio naturalistico del Parco [...]
Secondo Hofman nel 1961, le cause della distribuzione di queste faggete depresse è da ascrivere al persistente grado di oceanicità del clima locale. Questo creerebbe condizioni climatiche con correnti aeree cariche di umidità provenienti da nord, e quindi porterebbe condizioni di medìterraneismo fortemente attenuato.
La presenza del faggio è causata da venti spiranti da nord e nord-ovest che passando sul mare Adriatico si caricano di umidità; l'oceanicità del clima, pertanto, risulta direttamente determinata da questi venti umidi che investono il promontorio e che, anche quando non danno origine a precipitazioni dirette, determinano una permanente elevazione del grado di umidità dell'atmosfera. Questa interpretazione però non tiene conto però, del parametro termico durante il corso dell'anno.
Su queste basi, recenti studi di Forte nel 1995, hanno evidenziato che le plantule del faggio del Gargano rispetto a quelle di faggio dell appennino presentano tempi di dormienza embrionale nettamente superiori, ovvero la giovane plantula esce dal periodo di dormienza causato dalle condizioni proibitive quando la temperatura è alta e le precipitazioni sono poche (estate) per riprendere la crescita a settembre-ottobre quando il bilancio idrico torna positivo.
Gli alti tempi di dormienza embrionale delle faggiole e la maggiore resistenza ai bassi potenziali di vapore idrico del suolo riscontrati per le plantule di provenienza garganica rispetto a quelli dell'appennino, farebbero ipotizzare [...]

 

Garganonet  Piazza delle Rose, 3 71043 Manfredonia (Foggia) Italia  

 

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