Riviste mensile del Parco del Gargano (Anno 2004)

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Vedi anche: Depliant - Il Fascino del Trabucco

Rivista Gargano Parco

Castel Pagano La sentinella del Parco

Mensile d'informazione

Gennaio 2004 Anno 6 n. 1

Apricena nel Parco Nazionale del Gargano
Una giornata di eventi tra Castel Pagano e il centro storico della città.

Articoli scelti

Inaugurazione del Museo Civico

Apricena ha celebrato ufficialmente con ~una serie di manifestazioni ed eventi organizzati in collaborazione con l'Ente Parco, il suo ingresso nell'area protetta garganica. Domenica 14 dicembre scorso in occasione dell'inaugurazione del Museo Civico sono state organizzate diverse iniziative con l'escursione a piedi a Castel Pagano che ha richiamato numerosi gruppi di escursionisti giunti da tutta la regione. Accompagnati dalle guide ufficiali del Parco Nazionale del Gargano e da quelle dell'Archeodub di Apricena, gli escursionisti giunti a Castel Pagano sono stati accolti da una fantastica esibizione di arcieri e falconieri nel segno di Federico II.
Nel pomeriggio, nei locali del nuovissimo Museo in Corso Torelli, si è svolta una conferenza di presentazione della struttura museale alla quale sono intervenuti il Sindaco di Apricena, Vito Zuccarino, il Presidente dell'Ente Parco Nazionale del Gargano, Matteo Fusilli, l'Assessore alla Cultura del Comune di Apricena, Concena Pennelli e il Presidente del Archeoclub, Gaetano Lo Zito.
Successivamente il Sindaco e il Presidente del Parco hanno tagliato il nastro, inaugurando il Museo Civico, un museo nato grazie alla sinergia messa in atto dalla locale sezione delPArcheoclub d'Italia, dall'Amministrazione comunale e dall'Ente Parco Nazionale del Gargano che grazie ad un mirato finanziamento è riuscito a garantire la ristrutturazione dei locali dove saranno ospitati tutti i reperti che coprono la storia evolutiva dell'uomo con una presenza massiccia di testimonianze riferibili alla protostoria.
Difatti la maggiore collezione è rappresentata da manufatti dauni che coprono un arco temporale dal VII secolo a.C. sino al IV secolo a.C.
Il Museo è composto da due locali ed è articolato in quattro sezioni: la prima dedicata alla preistoria; la seconda è dedicata all'Età Dauna ed Ellenistica e costituisce la parte preponderante dei reperti; la terza sezione è interamente dedicata al periodo Romano, con diverse epigrafi dell'epoca imperiale, monete e vasellame; la quarta ed ultima sezione è dedicata al Medioevo con reperti che provengono da Castel Pagano, Santa Maria di Selva e Volta Pianezza.
Per il Sindaco di Apricena, Vito Zuccarino, il restauro del sito archeologico e l'inaugurazione del Museo, è un esempio concreto per il rilancio del turismo.
"Questa comunità si è riscattata grazie a un processo di sviluppo socioeconomico fortemente voluto dai suoi amministratori, ma soprattutto dai suoi cittadini, tutti orgogliosi di entrare a far parte dell'area protetta. Il sito di Castel Pagano, grazie al finanziamento dell'Ente Parco, diventerà un vero e proprio Parco Archeologico. Faremo dell'archeologia un elemento fondamentale della vita turistico-culturale [...]

Trabucchi: stato d'avanzamento dei lavori e prospettive future

È entrato nella fase cruciale l'intervento sui trabucchi della costa Peschici-Vieste, da tempo programmato attraverso un articolato progetto di recupero e valorizzazione. L'Associazione "(trabucchi del Gargano" cura il restauro promuove e coordina i lavori nei cantieri già aperti da un anno circa sui trabucchi individuati come bisognosi degli interventi più urgenti; operazione non esente da difficoltà, per la peculiarità di un intervento di restauro del tutto atipico che ha richiesto un'oculata ricognizione sullo stato di fatto di ciascun trabucco e una complessa ricerca sui materiali e tecniche occorsi in passato per la realizzazione di questi manufatti del tutto originali.
Per i trabucchi più fatiscenti è prevista la quasi totale dismissione dei trabucchi più fatiscenti e la ricostruzione con sostituzione delle parti più compromesse ed eventuale riutilizzo dei materiali in buono stato.
Per i rimanenti il cui stato risulta meno degradato grazie a qualche intervento di manutenzione da parte dei proprietari, è previsto un intervento leggero volto soprattutto alla messa in sicurezza delle strutture allo scopo di consentire l'accesso ai futuri visitatori. La complessità dell'operazione consiste non soltanto nell'approvvigionamento dei materiali necessari di cui occorre valutare attentamente la stagionatura e curare il trasporto in luoghi talvolta inaccessibili via terra, ma anche nell'individuazione di ma-nodopera competente, sufficientemente padrona di tecniche del tutto spontanee e inconsuete.
Serie difficoltà si incontrano, infatti, laddove i proprietari di trabucco, a causa dell'età avanzata, non sono in grado di prowedere al restauro del manufatto; in questi casi occorre fare ricorso a maestranze più giovani che, sulla scorta degli anziani e con la direzione del tecnico incaricato, prowedano ai lavori necessari, ma ai costi minimi possibili. Consapevole, infatti, che le risorse finanziarie stanziate dall'Ente Parco del Gargano non possono essere sufficienti per portare a compimento l'opera intrapresa, procedendoalla messa in sicurezza per la fruizione e alla valorizzazione, l'Associazione si è attivata tempestivamente e pervicacemente per ottenere il sostegno economico di tutti gli enti pubblici interessati, ma anche degli imprenditori turistici ai quali non sfugge la valenza dei trabucchi [...]
Rina Cutolo
Presidente Associazione "I Trabucchi del Gargano"

 

Rivista Gargano Parco

Il Parco laboratorio di qualità

Mensile d'informazione

Febbraio 2004 Anno 6 n. 2

Articoli scelti

Speleologia

Note per la conoscenza del patrimonio carsico garganico
Nei circa 26.000 ettari che costituiscono il comprensorio comunale di San Giovanni Rotondo, il fenomeno del carsismo è molto diffuso. Qui affiorano vaste distese di rocce calcareo-dolomitiche, ascrivibili essenzialmente al Malm-Cretaceo inferiore, dove si sono sviluppate alcune delle più importanti morfologie carsiche del Gargano.
Il territorio è suddiviso in vari altipiani situati ad altezze differenti e separati da scoscese scarpate, riconducibili ad importanti Ideazioni tettoniche orientate in senso E-W. A nord del centro abitato, sovrastati dalle poderose cime [...]
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Rivista Gargano Parco

L'Anello equestre del Parco Nazionale del Gargano

Mensile d'informazione

Marzo 2004 Anno 6 n. 3

Articoli scelti

Riserva Integrale di "Sfilzi" e la Valle della Carpinosa

La fredda tramontana di una soleggiata giornata di marzo, ci riporta indietro all'inverno che stenta a salutare la foresta.
Il cammino è agevole e, in discesa, cammino velocemente affrettando il passo per riscaldarmi.
Il paesaggio sembra incantato e il vento che sibila fra le fronde ancora spoglie dei faggi luminosi, accompagna il rumore dei miei passi sulla stradina.
I faggi che ricordo sono sempre lì, qualcuno invece è caduto sotto la neve dell'inverno e giace, enorme, disteso verso valle.
Non so perché nella mia mente si forma l'immagine di una balena adagiata su una spiaggia, esanime.
Continuo a scendere rimuginando tra i miei pensieri e rovistando con gli occhi fra tronchi e verdi cespugli di agrifoglio. Poi, per un attimo, cammino distratto pensando all'intenso freddo invernale, molto diverso dall'ombrosa frescura dell'estate, a un certo punto intuisco qualcosa... dietro una curva, all'improvviso davanti me uno, anzi due caprioli brucano le prime foglie dei rovi.
Immobile come il tronco di un albero secolare li osservo e lentissimamente avvicino la macchina fotografica al viso.
Accidenti!
Nonostante il sole e gli alberi spogli, li dove sono loro non c'è luce e continuo ad osservarli con un occhio nell'oculare e l'altro dall'esterno, quasi per poterli vedere senza perdere la possibilità di fotografare.
Poi mi vedono, si fermano e mi guardano senza [...]
[...] qui la suggestione di Sfilzi rende tutto più bello e non valgono i caprioli delle Alpi o della Toscana così come valgono qui. Ma tutto questo è semplice frutto di passione o succede anche agli altri?
Succede a tutti, lo posso assicurare, perché botanici, ornitologi, ciclisti, mamme, papa, figli e tutti quanti sono passati di qui n9n possono fare a meno di fermarsi e abbracciare o semplicemente accarezzare uno dei faggi di Sfilzi. Sarà perché sono così belli da ispirare pace, fiducia, generosità o purezza, che non si può fare a meno di toccarli nella speranza di attingere anche una sola goccia della linfa vitale di queste virtù. Quello descritto, è solo un episodio, tra i tanti che abbiamo vissuto, che può accadere a chi si addentra in questo bosco immenso di faggi colossali, intersecato da valli laterali che finiscono tutte nella stupenda Valle della Carpinosa, dove scendendo di quota ci sono lecci e faggi insieme, ma anche tigli giganti, abbarbicati a strapiombo sulle ripidissime pareti del fondovalle stretto e profondo. Su alcune "coppe", grandi pini d'Aleppo isolati dalla corteccia tutta consumata alla base dal continuo "grattarsi" dei cinghiali. Così, con la magnifica e sempre sorprendente "originalità" del la vegetazione garganica, dalle faggete si passa ai corbezzoli e ai terebinti che si alternano alle leccete, mentre a poca distanza troviamo una distesa di cerri colonnari. Tutto questo (ed altro ancora !), caratterizza quest'area nel cuore de|-la quale troviamo la magnifica Riserva Integrale di "Sfilzi". All'interno della Riserva c'è la splendida fontana di Sfilzi, frutto di mani sapienti per raccogliere l'acqua di una preziosa sorgente perenne Proprio qui, in una bella giornata di aprile, camminando lungo il percorso che tutti i mesi esploriamo per la ricerca sul capriolo, arrivato alla fontana, mi fermo come al solito ad osservarne il fondale in trasparenza, alla ricerca dei bellissimi tritoni italici che, insieme a insetti e altri invertebrati acquatici, [...]

 

Rivista Gargano Parco

Il cutino della tagliata

Mensile d'informazione

Aprile 2004 Anno 6 n. 4

Articoli scelti

Note per la conoscenza del patrimonio carsico garganico.
Le grotte di Vico

Le origini di Vico del Garqano si perdono nella notte dei tempi, il suo territorio, infatti, è ricco di testimonianze del passato ascrivibili ad un arco temporale che risale sino alla preistoria. Molto caratteristico è il borgo antico di origine medioevale con il suo labirinto di stradine e vicoletti, le chiese ed il castello che fu dimora di Federico II durante le sue battute di caccia nel Gargano. Tra le tante attrattive stori-che, si segnala la presenza di un'interessante necropoli paleocristiana ubicata sul vicino Monte Tabor. Il comprensorio comunale si estende per oltre 11.000 ettari, presentando una notevole varietà di paesaggi che vanno dai candidi arenili del suo litorale, alle pinete, ai frutteti, ai folti boschi della Foresta Umbra. Le manifestazioni carsìche di superficie sono presenti essenzialmente [...]
[...] Queste cavità attraversano uno stadio di totale senilità, presentano un andamento orizzontale e sono impostate lungo giunti di strato. Alcune sono ubicate nel centro storico di Vico e, purtroppo, versano in condizioni di grave degrado e abbandono. Le grotte naturali esplorate in zona ammontano ad una cinquantina. Le rocce affioranti (in prevalenza calcari bianchi, organogeni, del Cretaceo superiore) permeabili per fessurazione e carsismo, poggiano su calcari selciferi e marnosi praticamente impermeabili. Questa peculiare situazione geologica ha permesso l'instaurarsi di una falda idrica secondaria, sospesa alla quota di ca. 100 s.l.m., che [...]

Grava di Coppa Calva

La cavità fu esplorata nel 1971, durante una campagna di ricerche organizzata dal Gruppo Speleologico Paletnologico "G. Clerici" di Reggio Emilia.
Nel 1978 il Gruppo Speleologico Dauno rivisitò accuratamente la alla ricerca di eventuali prosecuzioni sfuggite ai primi esploratori, senza tuttavia rinvenire nulla di nuovo.
La grava è ubicata all'interno di un'ampia dolina, nei pressi della masseria Jazzo Ciuffreda, in località Coppa Calva (circa 8 chilometri a sud di Vico). Si tratta di un interessante [...]

Grotte di Cicco

Il sistema ipogeo è ubicato nell'immediata periferia di Vico, nei pressi del Canale Ascia-tizza. Si tratta di una cavità orizzontale con più ingressi, costituita da alcune ampie sale di crollo (la maggiore misura 65 metri di lunghezza ed è larga circa 22) notevolmente modificate da interventi di natura antropica.
Una rete di gallerie e cunicoli collega tra loro i vari ambienti, conferendo all'insieme un aspetto labirintico.
Lo sviluppo planimetrico complessivo è di arca 380 metri.

Grotta di Santa Maria o delle Sette croci

La cavità in esame si apre lungo la medesima strada dove trovano ubicazione le Grotte di Cicco, nei pressi della chiesa di Santa Maria.
Negli anni '30 fu visitata dal Rellini nell'ambito di una campagna di ricerche paletnologiche.
Il grande portale d'ingresso ed altri imbocchi secondari immettono in un vasto ambiente d'interstrato che si presenta notevolmente modificato, poiché in passato è stato oggetto dell'attività estrattiva di una cava di pietra.
I numerosi e cospicui crolli di materiale roccioso dividono la cavità in altri ambienti [...]

Grotta del Voltone

La grotta è ubicata nella periferia sud orientale di Vico del Gargano, presso via de Nittìs. Si tratta di una vasta caverna d'interstrato, morfologicamente simile alle Grotte di Cicco e S. Maria.
Anche questa cavità (attualmente adibita a ricovero di bovini) reca notevoli modifiche antropiche (muretti in tufo, abbeveratoi, ecc). Lo sviluppo totale è di 105 metri.

Concludo questa sintetica rassegna sulle grotte di Vico, citando alcune voragini carsiche ubicate all'interno della Foresta Umbra: Grava della Piscina Maiuri o Grava di Malanotte (prof. 14 m, svil. m 13), Grava di Pozzo Lombardo (prof. 22 m, svil. 15 m), Grava Pisana Nuova di Prasse (prof. 22 m, svil. 20 m), Grava Bocca della Pignatta (prof. 11 m, svil, m 45), Grava del Ponte d'Umbra (prof. 35 m, svil. 30 m).

 

Garganonet  Piazza delle Rose, 3 71043 Manfredonia (Foggia) Italia  

 

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