Elenco Pubblicazioni (10)

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Azienda Soggiorno e Turismo - 1992 - Ed. Claudio Grenzi Sas
Siponto, gemma della riviera
Scendendo verso la riviera sud, la costa garganica cambia il suo profilo: da alta, rocciosa, aspra, diventa bassa e sabbiosa.
Siponto è una gemma incastonata in questa riviera, tra le più belle e suggestive dell'intera Puglia.

Quì la civiltà daunia e greca e poi quella romana hanno scritto pagine molto importanti della loro storia, fino al disastroso terremoto che nel XII secolo la rase al suolo.
Le sue origini si perdono nel mito: vuole la leggenda che a fondarla sia stato Diomede.
Ma quanta differenza c'è tra questa Siponto e quella di oggi, scintillante, divertente, [...]

Piantina di mattinata e alcuni percorsi all'interno del Parco - Ed Comune di Mattinata - 1989

Parco Nazionale del Gargano - L'Altra Vacanza - Scopri l'arte e impara il mestiere
[...] si occupa di tutela dell'ambiente e salvaguardia del territorio, ma anche di recupero delle tradizioni e valorizzazione di prodotti, artigianali, gastronomici, tipici.     Il soggiorno "Scopri l'arte e impara il mestiere" di una settimana [...]

Centro di esperienza per l'educazione ambientale
San Giovanni Rotondo - 2001

Orchidee
Il Gargano è conosciuto sì per la solennità e l'imponenza delle fustaie di Faggio e di Cerro o per le pinete spontanee a Pino d'Aleppo della fascia costiera, ma forse ancor di più lo è per le Orchidee diffuse nei pascoli, nelle radure e al margine dei boschi.
Non a caso le Orchidee garganiche sono un mito per i botanici o semplici appassionati provenienti dall'estero rappresentando un contingente floristico di grande richiamo.

Infatti l'isolamento geografico del Promontorio e il conseguente isolamento genetico di piante dall'impollinazione strettamente legata alla presenza di insetti come vespe, api, calabroni o bombi, ha portato a una diversificazione di generi, specie, sottospecie e forme difficilmente riscontrabili altrove. A tutt'oggi si può senz'altro affermare che sul Gargano vegetano complessivamente una settantina di orchidee.
Tuttavia sono soprattutto quelle del genere Ophrys che si sono differenziate attorno allo Sperone d'Italia dando origine a piante sempre nuove e curiose, di difficile e complicata identificazione.
Fra di esse, si distinguono Ophrys sphecodes, assai variabile nei caratteri del labello e dei tepali esterni, Le quasi esclusive Ophrys garganica, Ophrys promontorii e Ophrys sipontensis, comunque dal binomio latino assai significativo in termini di localizzazione, le rare Ophrys apifera e Ophrys bertoloniiformis nonché altre Ofridi dai fiori simili a calabroni vellutati; tutte, in ogni caso, per i colori e la forma del labello ricordano api e vespe.
Ma con queste non si vogliono trascurare le Orchidee appartenenti a tutti gli altri generi; fra le tante si citano la bella e maestosa Badia robertiana, dalle robuste infiorescenze a tepali porporini sfumati di verdastro, la multiforme Orchis mono, dalla colorazione variante dal rosso intenso al bianco, le comuni Orchis purpurea e Anacamptis pyramidaiis, le strane [...]

Puille Guide Touristique et gastronomique - Istituto Geografico De Agostini Novara - 1983 - Edizione in lingua francese

Apulien Ein Furer fur Reise und Gastronomie - Istituto Geografico De Agostini Novara - 1983 - Edizione in lingua francese

 

Testi: Marina Mazzei, Nunzio Tomaiuoli, Ginevra d'Onofrio, Elvira Saccottelli
Foto: Raul Allegretti, Mimmo Attademo, Claudio Grenzi, Massimo Marchesini

Parliamo di Puglia

Vedi pure Il Castello di Manfredonia (depliant)

Manfredonia Castello

Museo Nazionale

In collaborazione con il Ministero dei Beni Ambientali
Soprintendenza Archeologica della Puglia

Sirene di Carta Claudio Grenzi Editore - 1995

Il castello

Stabilire la successione delle fasi costruttive del castello di Manfredonia e individuarne i caratteri della complessa struttura è cosa talmente ardua da non consentire, il più delle volte, di uscire dal campo delle ipotesi.
L'inizio della fabbrica risale agli ultimi anni di Manfredi, se non addirittura, ai primi del regno di Carlo d'Angiò.
Manfredi, in realtà, non ebbe che il tempo di ideare e di iniziare, nel 1263, il vasto progetto della nuova città che doveva sostituire l'antica e nobile Siponto, ormai in rovina e deserta per vicende telluriche e per le mefitiche esalazioni del vicino pantano.
Ma le notizie del progredire dei lavori del nuovo impianto della città che, come afferma il Salimbene, sarebbe stata "una delle più belle città del mondo", sono quanto mai incerte.
Di Manfredi sono certi la fondazione e l'originale impianto a scacchiera della città di Manfredonia, la zecca nonché il ricordo della gigantesca campana; ma la realizzazione del castello e della cinta muraria rimane, sino ad oggi, un problema insoluto se riferito all'ultimo degli Svevi.
L'impianto del nucleo interno del castello, per il grado di regolarità geometrica e la chiara, lineare disposizione delle strutture, sembra ritenersi tout-court opera sveva.
Basta osservare le piante delle fortezze di Tram, di Augusta o di Catania per constatare la stretta parentela del castello di Manfredonia coi modelli difensivi realizzati da Federico II. Ma se sul piano comparativo tale opera denuncia una evidente "facies sveva" a livello documentario la realizzazione del castello è da attribuire a Carlo I d'Angiò.
Non è comunque improbabile che quest'ultimo si sia servito di strutture preesistenti. La "facies sveva" del castello può indurre, infatti, ad ipotizzare l'esistenza di un impianto realizzato - a livello di spiccato di fondazione - da Manfredi, poi ripreso e completato da re Carlo.
Tale ipotesi, sebbene plausibile, non è avallata da alcun riscontro documentario. Gli stessi atti della Cancelleria angioina, che per la fortezza di Lucera evidenziano con dovizia di particolari le opere sveve e gli interventi messi in atto dal d'Angiò, non lasciano affatto intendere,per il castello di Manfredonia, alcuna preesistenza Anche dal punto di vista tecnico-formale l'ipotesi formulata non trova esauriente giustificazione in quanto,specie in Puglia, gli schemi difensivi protoangioini non si discostano di molto da quelli comuni alle fortezze sveve.
Infatti l'apporto innovativo degli architetti francesi e provenzali, che attesero all'opera, non modificò, in un primo tempo, l'indirizzo fino allora seguito dalle maestranze pugliesi che aveva assimilato i caratteri essenziali della produzione federiciana.
Altra ipotesi che si può formulare a favore di qualche preesistenza sveva è quella secondo cui Carlo d'Angiò avrebbe usufruito di alcune strutture in elevazione eseguite da Manfredi, trasformandole ed inglobandole in un impianto più organico e definitivo.
Tale ipotesi trova dei riscontri più concreti. La presenza della parziale cortina muraria in pietra squadrata e a bugne, corredata, ad una certa altezza, da una comice marcapiano con strombatura interna - che si evidenzia, in breccia, in un tratto del basamento a scarpa del torrione circolare di S. Barbara -, lascia intuire un esplicito riferimento formale di pura marca sveva, riscontrabile, peraltro, nei basamenti delle torri del castello di Prato e di Castel del Monte.
L'ipotesi che tale paramento possa essere stato parte di una struttura difensiva realizzata da Manfredi è avallata, ancor più, da un'altra porzione dello stesso paramento e cornici messe in evidenza, nel corso degli ultimi restauri, all'interno del salone sovrastante il cortile coperto. Trattasi, in effetti, di una porzione di spigolo di una costruzione quadrangolare a cui sono stati appoggiati, in un secondo momento, due muri ortogonali della perime-trazione del castello. Questo particolare costruttivo oltre a differenziare le fasi di costruzione della fortezza originaria, denota la presenza di una struttura autonoma, certamente difensiva, anteriore all'intervento angioino e presumibilmente di fattura sveva.
Della costruzione del castello di Manfredonia si parla per la prima volta, nei documenti angioini, nell'aprile del 1279; re Carlo su proposta dell'ingegnere Joanne de Tullio invita il giustiziere della Terra di Bari a provvedere al reclutamento di manodopera specializzata per l'inizio dei lavori delle fortezze di Lucera, Manfredonia e Mola.
Nel mese di giugno risultano già in corso i lavori di scavo del fossato del castello e nel mese di luglio vengono dettate le disposizioni per il trasporto dei materiali lapidei dell'antica Siponto e l'accatastamento degli stessi nell'ambito del cantiere.
I preparativi per l'organizzazione del cantiere - reperimento della [...]

 

Regione Puglia

Boschi di Puglia

Edito dal Settore Foreste dell'Assessorato Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca della Regione Puglia - 1999

Presentare una pubblicazione sul bosco è per me fonte di particolare piacere, per l'importanza che questo ecosistema ricopre per liniera collettività regionale.
Non sempre e non dovunque nella nostra regione le aree forestali hanno ricevuto adeguata attenzione; anzi, hanno subito da secoli una costante erosione.
Oggi la Puglia è l'ultima regione italiana per superstite boschiva!
Ciò nonostante il residuo patrimonio forestale regionale ha una grande valenza naturalistica e paesaggistica e va ad ogni costo difeso e incrementato; in questo senso è indirizzata la politica forestale regionale.
Ma per tutelare il bosco è necessario conoscerlo.
In questo opuscolo, fortemente voluto dal Settore Foreste della Regione Puglia, cui va il mio ringraziamento, sono contenute alcune informazioni basilari sui boschi e sulla loro gestione.
Queste sono necessarie a chi vuole contribuire in maniera consapevole e non solo emotiva alla difesa delle aree forestali e potranno anche costituire spunto per ulteriori approfondimenti.
Voglio infine porre un particolare accento sulla necessità di una corretta gestione dei boschi pugliesi.
Bisogna passare da una cultura della tutela dell ambiente forestale legata solo o soprattutto al controllo dei boschi, che si è dimostrata non sempre adeguata, ad una cultura della gestione controllata di questi ecosistemi.
Solo così sarà possibile consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti questo bene di fondamentale importanza in condizioni migliori di come lo abbiamo ricevuto.
MARIO DE CRISTOFARO
Assessore all'Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca della Regione Puglia
Continua [...]

 

Guide IAL
Le Vie dei Santi

I grandi Santuari di Capitanata

SAN MATTEO • San Marco in Lamis
SANTA MARIA DELLE GRAZIE • San Giovanni Rotondo
SAN MICHELE ARCANGELO • Monte Sant'Angelo
MADONNA INCORONATA • Foggia

Presentazione

Il Grande Giubileo del 2000 e i Pellegrinaggi in Capitanata

Con il «Giubileo» si celebra la ricorrenza dell'anno santo, di un anno cioè in cui la Chiesa (dal 1400 ogni 25 anni) invita a gioire della riscoperta e dell'affermazione della ricerca dell'incontro con Dio da parte del credente.
Presupposto fondamentale dell'Anno Giubilare è il pellegrinaggio cristiano: da quando Bonifacio VIII nel 1300 indisse il primo Anno Santo, milioni e milioni di cristiani [...]

[...] indulgenze anche ad altri luoghi dì culto particolarmente importanti. Tra questi assunse grande rilievo, soprattutto nel Medioevo, la città di Monte Sant'Angelo, dove già dal VI secolo d. C. si venerava l'arcangelo Michele, Guerriero e Difensore àel popolo cristiano. I Longobardi, che lo avevano eletto patrono nazionale, anche per la sua somiglianzà con WotaH. il loro dio della guerra, ne diffusero il culto in tutta Europa e in breve la grotta, dove più volte si rivelò l'angelo, divenne meta di tali pellegrinaggi che nemmeno S. Francesco d'Assisi potè esimersi da una visita di devozione (1222). Ancora oggi, nel suo tratto finale, la strada che dalla valle di Stignano conduce a San Michele è nota come la Via Sacra dei Longobardi. Completa questo grande itinerario sacro, come un ideale collegamento [...]
L'EDITORE.

 

Percorsi Grafologici

Rivista della Scuola Superiore di Grafologia «Moretti» 71100 Foggia - Via Scillitani 17

Anno VI, nn. 1-2 - Gennaio-Agosto 2001

Antonio Rubino
Editoriale
LA FORMAZIONE DEGLI ADULTI
In un incontro informale tra docenti dei corsi di formazione professionale sono emerse alcune problematiche relative alla formazione degli adulti. E questo è un argomento che investe molto da vicino i corsi di specializzazione in Grafologia, in quanto la maggior pane dei partecipanti ai corsi non sono degli adolescenti appena usciti dalle scuole superiori, ma soggetti che hanno alle spalle esperienze di lavoro, interessi diversi, diverse caratteristiche professionali, schemi mentali già stabilizzati.
È evidente che per affrontare un 'utenza così eterogenea occorre organizzare un intervento formativo finalizzato a facilitare l'apprendimento verso nuove discipline: un primo ostacolo da affrontare può essere la motivazione ad apprendere, il modo di impegnare i corsisti. Se non si riesce a motivare i partecipanti alla formazione difficilmente si riuscirà nell'intento di raggiungere gli obbiettiviformativi.
Affinchè la formazione sia effettivamente "Sentita» dagli allievi è necessario insistere sulla motivazione. A tal fine, in un progetto di intervento formativo bisogna redigere un programma di formazione costruito sulle caratteristiche degli allievi, un programma con obbiettivi pedagogici chiari, espliciti, realistici, coerenti, evitando modalità didattiche basate sull'abitudine, su gusti personali, sul conformismo del formatore. [...]

 
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Icone Madonna SS. di Siponto

Garganonet  Piazza delle Rose, 3 71043 Manfredonia (Foggia) Italia  

 

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