Elenco Pubblicazioni (16)

Stampa la pagina

Un avvenimento mondano annuale a Manfredonia
Si specano retorica (come si evince dalla presentazione) e provincialismo.

Perla del Gargano

Concorso Nazionale di Bellezza Manfredonia 7 agosto 2003

Piazza Papa Giovanni XXIII ore 21,30
Presentano nina Moric e Maurizio Morlando
Nel corso della serata sarà assegnato il TROFEO STELE DAUNE

É la stagione più calda, sì, ma anche la più accattivante per le sue serate al chiaro di luna, per le stelle che a migliaia vegliano sulle passeggiate romantiche, per la musica che esce all'aperto, per la bellezza femminile (ammettiamolo!) che fa capolino dagli abiti succinti e dai colorati costumi da bagno.
Bellezza!!! E' proprio dalla bellezza, e da quella delle donne in particolare, che prende spunto lo spettacolo abbinato all'elezione di "Miss Perla del Gargano", manifestazione ideata dall'associazione "La Corte del Re" per assegnare scettro e corona alla più bella del...Gargano. Ma non solo!
L'occasione è stata ghiotta per celebrare con essa anche la bellezza della terra che ospita l'evento, le sue tradizioni, la sua cultura, l'arte, gli uomini che 1' hanno resa celebre attraverso le loro opere o la loro professione.
La manifestazione si fregia del patrocinio del Comune di Manfredonia, della Provincia di Foggia e della Regione Puglia.
Ripropone ogni, anno la consegna del Trofeo "Stele Daunie", un ambito riconoscimento assegnato ad una personalità del mondo della cultura, dell'arte, dell'impresa e della politica che con la sua attività ha onorato l'immagine della nostra provincia in Italia e all'estero.
Produce e distribuisce gratuitamente una rivista che oltre a descrivere i vari momenti che compongono la manifestazione, rappresenta un utile vademecum per trascorrere meglio e più informati l'estate a Manfredonia.
La Corte del Re.

 

Due opuscoletti "pieghevoli" con le descrizioni delle chiese settecentesche a Foggia e un excursus dei Monti Dauni in provincia di Foggia
Rileviamo un linguaggio descrittivo troppo colto con parole ricercate e lampi di retoricità che non si conciliano con lo spirito divulgativo degli opuscoli in questione.

Camera di Commercio di Foggia - 2008

Le chiese settecentesche di Via Arpi
a cura di Francesca Di Gioia e di Nicoletta Ingelido
"Le chiese settecentesche di via Arpi".
È questo il nome del progetto proposto dalla prof.ssa Francesca Di Gioia e dall'arch. Nicoletta Ingelido, per gli ospiti dell'Edizione 2010 di Euro & Med Food, Salone delle produzioni eno-agroalimentari.
Il lavoro è realizzato per rendere nota, ai buyers e ai giornalisti della stampa specializzata, la qualità non solo produttiva ma anche storico-artistico della città di Foggia.
In particolare questo pieghevole, propone un percorso cittadino, e mira attraverso lo stesso, alla valorizzazione del centro storico del capoluogo dauno. La sua "visita virtuale", ruota attorno all'importanza e alla riscoperta delle chiese settecentesche che sorgono lungo via Arpi, l'antica strada delle arti e dei mestieri.
Le ricerche qui proposte sono partite dalla tesi di laurea dell'arch. Ingelido discussa all'Università degli Studi di Pescara che aveva per oggetto uno studio monografico sulla chiesa della SS. Addolorata, e dall'intenso lavoro sull'Arte Sacra e i Beni Culturali del territorio, da qualche anno materia d'interesse e di approfondimento della prof.ssa Di Gioia.
Nel depliant sono descritte le vicende storiche delle chiese settecentesche, tutte costruite all'indomani del disastroso terremoto che nel 1731 rase al suolo la città di Foggia.
Gli edifici di culto, di cui si riportano alcune note storiografiche, sono inoltre territorialmente inscritte nella famosa "testa di cavallo" - detta così poiché in pianta mostra un'analogia con il profilo di una testa equina -, che delimita il centro antico della città.
Da questo studio, che si affianca e completa il progetto "Sette chiese pervia Arpi" promosso nel 2008 dall'Ufficio di Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Foggia-Bovino, si sono profilati anche i lineamenti per una storia del barocco locale; un barocco innanzitutto più tardo.
rispetto al "confinante" e più noto barocco napoletano o leccese, ma con delle caratteristiche tipologiche che imporrebbero una tipicità territoriale.
Questa peculiarità che lega i luoghi e i topoi utilizzati in fase di progettazione, si evidenzia soprattutto nella dinamica della luce e nella capacità della stessa di definire attraverso i bagliori radenti, le diverse entità compositive dei manufatti architettonici e delle parti scolpite.
Partendo da questa base e con lo studio degli influissi di architetti e maestranze provenienti dall'Abruzzo e dalla vicina Campania, si potrebbe comunque avanzare l'ipotesi dell'esistenza di una scuola foggiana per la realizzazione nel 700 di questi edifici di culto owero di uno stile intrinseco a questa fase "attardata" di barocco che anziché spingere verso la sovrabbondanza degli elementi decorativi tipica del Roccocò, stilizza gli apparati scultorei e sintetizza la forma in questi esempi unici e mirabili di architetture di culto.
Le chiese settecentesche rappresenterebbero, l'apice di questo percorso storico artistico e della sua definizione progettuale, indicando una bellissima direttrice visiva, proprio lungo la vecchia arteria che collegava porta piccola (detta Porta di San Leonardo oggi non più visibile) a porta Grande o Porta Arpana, comunemente detta, grazie ai tre fòrnici che sono stati aperti nel '900, "I tre archi".
Il depliant "Le chiese settecentesche di via Arpi", si propone dunque come una passeggiata a ritroso nel tempo, cullati dal moto concavo e convesso delle facciate delle chiese, e accompagnati dal denso sole della Puglia alla scoperta di un inedito scorcio di Capitanata.
The eighteenth-century churches on Via Arpi
By Francesca Di Gioia and Nicoletta Ingelido
"The eighteenth-century churches on Via Arpi": this is the title of the project proposed by prof. Francesca Di Gioia and the architect Nicoletta Ingelido for guests at the 2010 edition of Euro & Med Food, the wine and food trade fair.
The work was done to make the buyers, journalists, and specialized press aware that Foggia's high quality lies not only in what it produces, but in its art and history as well. In particular, this leaflet proposes a city itinerary highlighting the historic centre of the Daunia area's capital.
The "virtual tour" revolves around the importance and rediscovery of the eighteenth-century churches that rise along Via Arpi, the age-old thoroughfare of the arts and trades.
The research work springs from Ingelido's university thesis defended at Università degli Studi di Pescara, whose purpose was a monographic study of the Santissima Addolorata church, and from the intense work on the territory's religious art and cultural assets, which for some years has been a subject of interest and in-depth examination for prof. Di Gioia.
The leaflet describes the history of these eighteenth-century churches, which were all built in the aftermath of the disastrous earthquake that razed Foggia to the ground in 1731.
Moreover, the religious buildings, on which some historical notes are provided, are within the territory of the famed "horse's head" - thus called because drawn on the map it outlines an equine profile - circumscribing the city's ancient centre.
Accompanied by and completing the "Sette chiese per via Arpi" (seven churches for Via Arpi) project promoted in 2008 by the Office of Religious Art of the Archdiocese of Foggia-Bovino, this study also outlines the features of local Baroque history-a Baroquethat, above all else, took place later than the "neighbouring" and more renowned Baroque period in Naples and Lecce, but with features lending it a locally typical character.
This special feature, which links the places and topoi used in the planning phase, may be seen above all in the dynamics of light, and light's ability to define, through grazing flashes, the different entities that make up the architectural elements and the sculpted portions.
Starting from this basis, and through a study of the inf luences of architects and craftsmen from Abruzzo and the neighbouring Campania, the hypothesis may be made that there was a Foggia school that produced these religious buildings in the eighteenth century - a style intrinsic to this "late" Baroque phase that, instead of encouraging the overabundance of decorative elements typical of Rococò, stylizes the sculptural apparatus and synthesizes form in these unique, wondrous specimens of religious architecture.
The eighteenth-century churches would thus represent the high-point of this artistic and historical path, and of its definition in design, by establishing a lovely sight line along the old road linking the small gate (called Porta di San Leonardo, and no longer visible today) to Porta Grande or Porta Arpana, commonly called "i tre archi [...]
Chiesa di Sant'Agostino
La chiesa risale probabilmente al 1200 e dipendeva dal Monastero di San Leonardo di Siponto, prima intitolata allo stesso e poi divenuta di Sant'Agostino per la presenza a Foggia dei Monaci Osservanti e poi degli Agostiniani.
Il convento, come già anticamente la chiesa, facevano parte della Provincia Agostiniana della Puglia e in esso, nel 1497, fu celebrato un Capitolo Provinciale (come si ricava dalle fonti storiche).
Il tempio venne successivamente ampliato e riedificato nel 1599, subito dopo l'erezione della Confraternita di Santa Monica (1597), come si legge da una nota riportata dallo storico Calvanese nelle sue Memorie: "sulla porta vi era uno stemma rappresentante tre monti e in cima la mezza luna, mentre una iscrizione diceva: INCLITA PROTECTOR CURAT FUNDAMINA CAESAR / OSTIUM ET IN PROPRIA RITE SERENUS OPE/1599".
Da una relazione del priore fra Paraclito Gronda, redatta nel 1650, si deduce che la chiesa dovesse avere la forma quadrata e che il convento nella parte superiore aveva 13 stanze e in quella inferiore vi erano la cucina, il refettorio, la dispensa, una grotta, la stalla e il celliere.
La completa ricostruzione dell'edificio di culto si è avuta nel 1714 ad opera di Carlo III d'Asburgo, come si evince da una successiva iscrizione posta sulla facciata tra le due colonne di marmo che si ergono sul portale. Il ritrovamento di un documento del 1789 ha portato alla luce inoltre notizie riguardanti i lavori di restauro a seguito del terremoto del 1731, sia del convento che della chiesa stessa.
La perizia dei danni causati dal terremoto e i lavori da eseguire portano la firma del Capo Mastro Muratore Antonio Romito e allegata alla presente vi è anche la perizia a firma del falegname Raffaele Stella che si occupò delle opere di ebanisteria.
Non si sa di preciso quando gli Agostiniani lasciarono Foggia, ma la chiesa fu tenuta aperta al culto, per lodevole interessamento della Confraternita. Il convento invece, incamerato nel 1840, fu adibito a caserma per la Gendarmeria, e poi ad Ospedale Provinciale delle Donne, intitolato a Vittorio Ema-nuele II.
La chiesa attuale, dedicata alla Madonna della Cintura è detta di Sant'Agostino, ed è stata danneggiata dagli eventi bellici [...]
Chiesa di San Tommaso Apostolo
La chiesa è situata nel centro antico della città. Il prospetto principale infatti, si affaccia su via Ricciardi, l'antico decumano della città, mentre un fianco della chiesa è costeggiato dalla centralissima via Arpi in direzione dell'omonima Porta Grande o Porta Arpana.
La chiesa di San Tommaso Apostolo fu la prima a legare la sua storia a quella delle origini della città, e porta il titolo di "chiesa primizia-le". Sorta sul sito dell'antica Taverna del Gufo' (luogo di riposo e di ristoro per i viandanti e pellegrini), accolse per prima, e tenne esposto alla venerazione dei fedeli, il Sacro Tavolo dell'lconavetere, patrona della città di Foggia. L'Icona sacra è stata rinvenuta in circostanze miracolose nel luogo dove ebbe origine la città di Foggia (oggi piazza del Lago), dall'epoca del suo ritrovamento fino a quando, per opera del Duca Roberto il Guiscardo, non fu eretta la Chiesa Madre. L'antichità del tempio è attestata [...]

L'Appennino Dauno è cosparso di colline e boschi; i paesi che lo abitano conservano, al loro interno, centri ricchi di storia, che si articolano tra stradine, scalinate, archi etratturi. Il tutto circondato da una natura intatta e incontaminata.
Verso il preappennino Dauno, a 18 chilometri da Foggia, si trova Lucera, importante colonia romana, che fu una delle residenze preferite dell'imperatore Federico II di Svevia.
Sorge su una collina che domina il Tavoliere occidentale in un paesaggio caratterizzato, oltre che da vigneti e oliveti, da estese colture cerealicole. Antica colonia romana, Lucera conobbe successivamente la signoria di longobardi, bizantini, normanni e sve-vi, sempre detenendo cospicua importanza economica.
Sollevatesi contro gli angioini e distrutta nel 1300, fu poi ricostruita, e divenne, sotto i re di Napoli, città demaniale, conservando sino al 1806 il ruolo di capoluogo della provincia di Capitanata e del contado del Molise.
Il centro storico della città ha il suo fulcro nella piazza su cui prospetta il duomo trecentesco. Si tratta di un monumento alla Vergine e alla vittoria cristiana sugli infedeli e rappresenta uno dei simboli della rinascita di Lucera all'indomani dell'avvento dei saraceni.
Tale piazza ospita, sempre del sec. XIV, un'altra chiesa notevole, San Francesco che fu fatta costruire, in un periodo di rinascita alla cristianità per Lucera, da Cario II d'Angiò in onore di San Francesco d'Assisi. Lucera conserva prestigiose vestigia del passato, fra le quali l'Anfiteatro del I sec. dedicato a Cesare Augusto, ben conservato, realizzato per un pubblico numeroso, con un'originaria capienza tra i 16.000 e i 18.000 spettatori.
Tale Anfiteatro è una testimonianza dell'adesione della comunità locale al programma politico dell'imperatore.
Distrutto nel 663 d.C. da Costante II, è stato riportato alla luce attraverso una serie di scavi, iniziati nel 1932 e terminati col restauro nel 1948.
Un intervento di recupero e restauro [...]

 
[...] 1314151617Seguente >

Garganonet  Piazza delle Rose, 3 71043 Manfredonia (Foggia) Italia  

 

Contattaci