Elenco Pubblicazioni (6)

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In copertina "Natività" - Natale Penati (1941) - Manfredonia Cattedrale

X MOSTRA DEL PRESEPIO

Associaziono Italiana Amici del Presepio Sez. di Manfredonia

Quando da bambino mi fermavo ad osservare, soprattutto in chiesa, il presepe, mi pervadeva allo stesso tempo un sentimento di stupore misto a fantasia, Infatti, iniziavo ad immaginare, guardando quella rappresentazione, in che maniera avrei eventualmente organizzato un mio personale presepe. Dove avrei sistemato gli angeli intorno alla grotta. Come avrei organizzato il corteo dei Re Magi, se farlo passare sul ponticello o vicino al pozzo.
Quando osservavo la lavandaia alla fontana o sul greto del fiume, iniziavo a sporgermi sempre più, per vedere se dall'acqua veniva riflesso il mio viso e se da quel bagliore veniva fuori anche il bel volto di Gesù.

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Presepe Antonio Marzullo

Ancora oggi, lo confesso, quando mi trovo di fronte a un bel presepe, riesco a dar corso a quelle stesse fantasie che ho descritto innanzi. Così in occasione della particolare Mostra che da qualche anno organizzano gli "Amici del Presepio" di Manfredonia, sempre più ricca e curata, in cui l'estro e la vena creativa di tanti artisti locali va a concretizzarsi in ambienti e paesaggi di stupefacente spettacolarità, in cui il senso del religioso, del divino, esprime in tutta la sua profondità le nostre radici e la comune fede cristiana.
A questi amici che si dedicano al mistero della Natività proponendo opere fluide, vive, offerte senza segreti, va tributata grande stima e il mio personale ringraziamento per la grande professionalità con la quale viene organizzata questa manifestazione che, meritevole di attenzione e giusta valorizzazione, può essere senz'altro considerata come una delle più importanti che si svolgono a Manfredonia durante le festività natalizie.
L'Assessore al Turismo
Pasquale Bisceglia

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Presepe Antonio Marzullo

IL PRESEPE DI GRECCIO

Francesco d'Assisi non fu un teorico della Fede, ma una persona eminentemente pratica. Lui voleva toccare, vedere, udire... Non si accontentava di un rapporto intimistico con la Divinità, ma amava sperimentarla sulla sua pelle. Furono queste motivazioni che spinsero Francesco, di ritorno dalla crociata, a concretizzare l'idea di rappresentare dal vivo l'evento della nascita del Signore.
Il Natale era per Francesco la festa delle feste perché il Verbo era apparso nella nostra fragile creatura. Non riusciva a trattenere le lacrime, per la commozione, di fronte al mistero di un Dio che si faceva bambino. Al di sopra di tutte le altre solennità celebrava con ineffabile premura il Natale del bambino Gesù, leggiamo nelle Fonti Francescane, e chiamava festa di tutte le feste il giorno in cui Dio, fatto piccolo infante, aveva succhiato ad un seno umano.
Un giorno i frati discutevano insieme se rimaneva l'obbligo di non mangiare carne, dato che il Natale quell'anno cadeva il venerdì.
Francesco rispose a frate Morico: "Tu pecchi, fratello, a chiamare venerdì il giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno come questo anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano spalmati all'esterno. Desiderava, che a Natale i poveri e i mendicanti fossero saziati dai ricchi, e che i buoi e gli asini ricevessero una razione di cibo e di fieno più abbondante.
È famosa la celebrazione del Natale fatta a Greccio nel 1223. Racconta il suo primo biografo, Fra Tommaso da Celano, che il Santo realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore.
C'era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, a cui Francesco voleva un gran bene e gli disse: "Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie ad un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e [...]

P. Urbano De Colellis O.F.M. Guardiano

PRESEPISTI DI MANFREDONIA (I9OO-197O)

Tra i presepisti del '900 va ricordato il canonico Luigi Stola. Questi, nacque a Manfredonia il 17.3.1857.
Nella sua abitazione in via Ospedale Orsini al civico 80, "sope u palàzze de Polidòre Stole", ogni anno veniva allestito un bellissimo presepe, denominato dal popolino "u presepie du Canoniche Stole", visitato durante il periodo natalizio da migliala di persone.
I pupi, molto grandi, erano di cartapesta e di pregevole fattura; alcuni di questi, avevano movimenti meccanici costruiti dallo stesso Canonico Stola.
Dopo la sua morte, avvenuta a Manfredonia il 24 febbraio I93l.il presepe fu donato dalla famiglia Stola all'orafo Domenichino Bisceglia al secolo "Menechine".
Questi a sua volta fece omaggio della natività di quel presepe all'Abbazia di S. Leonardo, dove per anni venne esposto al culto dei fedeli.
A tal proposito, molto probabilmente, la natività del presepe allestito lo scorso anno nella Chiesa di S.Maria delle Grazie, conservata per anni dai frati francescani in una sala del convento, è quella del canonico Stola.
Sempre nel secolo scorso, tra i costruttori di presepi di spicco va annoverato un certo Carlo Fabrizio. Nacque a Manfredonia il 18.8.1889. Medaglia d'argento al valore militare nel primo conflitto mondiale, lavorava presso il locale molino-pastificio D'Onofrio & Longo, Fabrizio scolpiva pupi in terracotta, e non solo per [...]

 
Il Convento dei Cappuccini a Vieste

Copertina di L. Mura 1995

IL CONVENTO DEI CAPPUCCINI DI VIESTE

Matteo Siena

Parrocchia SS. Sacramento - Vieste

PRESENTAZIONE

Mi spinge a presentare questa ricerca storica del bravo insegnante Matteo Siena su "II Convento dei Cappuccini di Vieste" un duplice ragionato motivo: - II primo è la memoria, edificante e grata, che conservo dei Frati Minori Cappuccini, da quando li conobbi giovane sacerdote, nell'ermo Convento di Tortona, a quelli della città di S. Severo e poi di S. Giovanni Rotondo.
La famiglia religiosa di questo paese garganico si onora per la presenza, durata cinquant'anni, di P. Pio da Pietrelcina, di cui il Papa Paolo VI disse che aveva attirato a sé "una clientela mondiale".
Avendo avuto dalla Santa Sede l'incarico di presiedere [...]

PREFAZIONE

Per meglio inquadrare il Francescanesimo e la sua missione nel mondo ho ritenuto illustrare, nei primi due capitoli, come Introduzione, quelle che erano le condizioni della Chiesa prima di S. Francesco e l'impegno del Poverello d'Assisi profuso nel richiamare alle generazioni del suo tempo, in un periodo così turbolento per la Chiesa, le origini della religione cattolica e nell'indicare loro la perfetta osservanza del Vangelo con quell'amore, fede e sacrificio indicati da Cristo, predicata dagli Apostoli e [...]

 

Disponibile nelle lingue: spagnolo, francese, tedesco

Guide du Sanctuaire de Saint Michel sur le Gargano

Par: P. Jan Bogacki CSMA
Edition "Midiael"
II Edition 2001

Introduction

Dans les Pouilles, sur le Mont Gargano, la ville de Monte Sant'Angelo abrite le plus depuis célèbre sanctuaire dédié a l'Archange Saint Michel de l'occident latin.
Se dressant au sommet du mont, la Basilique, ensemble complexe de constructions eutourant la Grotte, de diverses époques, rend témoignage a plus de 15 siècles d'histoire.
Depuis des temps reculés c'est un lieu de pardon et de prière, célèbre dans tout le monde chrétien.
Un auteur anonyme, vivant il y plus de mille ans, le décrivait ainsi : "Le Sanctuaire de Saint Michel est connu et vanté paitout. non pour la splendeur de ses marbres, mais pour les événements prodigieux qui s'y sont passés: de taille modeste certes, mais riche de vertus célestes, puisque l'Archange Michel lui-mème a voulu l'édifier et le consacrer, lui qui se souvenant de la fragilité humaine, descendit du ciel pour que les hommes puissent, dans ce temple, avoìr part aux choses divines".
Chers pèlerins, nous vous offrons ce modeste travaii, pour vous aider, en visitant le Sanctuaire de Saint Michel, a en découvrir sa beante et son caractère unique.
Ce n'est pas un livre d'histoire ni une ceuvre scientifique, mais un simple guide qui vous accompagnerà au cours de votre visite et vous fera souvenir de ce lieu particulier.
Ce guide est divise en 4 parties.
La première presente les origines du Sanctuaire et l'histoire des apparitions: dans la seconde sont décrits en détail la Basilique, le Musée de Piété et les Cryptes, - la troisième partie donne quelques indications sur Saint Michel et ceux a qui est confiée actuellement la garde du Sanctuaire; et enfin, dans la quatrième partìe, sont présentés d'autres monuments anciens de Monte Sant'Angelo.
En conclusion, vous trouverez des renseignements pratique sur le Sanctuaire.
Nous vous souhaitons une intéressante et fructueuse visite en ce Lieu Saint né du dessein insondable du Seigneur sur ce sommet aride et évocateur du Gargano comme suspendu entre mer et ciel, entre l'humain et le divin.

L'épisode du taureau

Un jour, un riche de Siponto (pour certains Elvio Emanitele, 33leme condottiere des armées sipontines) faisait paitre ses troupeaux sur le mont Gargano. Soudain le plus beau taureau du troupeau disparut.
Son propriétaire se mit fébrilement a sa recherche clans les endroits les plus cachés et éboulés pour finalement le retrouver au sommet de la montagne, agenouillé a l'entrée d'une grotte.
Furieux il décocha une flèche contre l'animal rebelle, mais d'une manière inexplicable, la flèche au lieu de blesser le taureau vint le blesser au pied.
Troublé par ce fait, il se rendit chez l'Évéque qui, après avoir écouté le récit de cette aventure extraordlinaire, ordonna trois jours de prière et de pénitence.
A la fin du troisième jour, l'Archange Michel apparut a l'Évèque et lui dit : "Je suis l'Archange Michel et je demeure toujours en la présence de Dieu.
La caverne m'est un lieu sacré, je l'ai choisie; j'en suis moi-méme le gardien vigilant... [...]

 

C.E.A.
Centro di Educazione Ambientale del Subappennino Dauno Meridionale
Accadia

La presente brochure informativa è stata realizzata nell'ambito del Progetto denominato "Realizzazione di un Centro di Educazione Ambientale e promozione territoriale del Subappennino Dauno Meridionale - Realizzazione di reti di sentieri con sistemazione e manutenzione di sentieri già esistenti" finanziato dal POR Puglia 2000/2006 Misura 1.6 - Linea d'intervento 3 "Strutture e infrastrutture finalizzate alla fruizione compatibile e alla conoscenza delle aree naturali protette" azione (a) ed azione (b).

E' con piacere che presento il Centro di Educazione Ambientale (C.EA.) del Subappennino Dauno Meridionale che pone le basi di un nuovo modo di fare ambiente coniugando sviluppo e conservazione, valorizzando professionalità e risorse locali.
La gestione del territorio e la salvaguardia dell'ambiente richiedono, senza alcun dubbio, scelte politico-amministrative e risorse economiche più adeguate, ma anche tanta consapevolezza della portata storica di un'azione incisiva delle agenzie formative, in primis i Centri di Educazione Ambientale, nelPaffermare valori e comportamenti ecocompatibili.
La tutela dell'ambiente non deve risolversi esclusivamente in interventi di tipo vincolistico, ma si deve configurare come vera e propria politica di valorizzazione di un territorio. Il presupposto per la salvaguardia delle risorse ambientali, infatti, passa attraverso una concezione dell'educazione ambientale tesa ad informare e formare i cittadini, sviluppare la partecipazione e la condivisione delle scelte responsabilizzando sia i singoli che gli attori sociali ed economici.
E' per questo che sono particelarmente preziose le iniziative di informazione ed educazione ambientale che vengono promosse sul territorio provinciale da parte di soggetti pubblici, privati e associativi.
Grazie a questo impegno, a diversi livelli e con diverse modalità, si è deciso di realizzare un C.E.A. quale struttura attenta a trasformare le varie "emergenze" sociali in occasioni educative; esso gioca un ruolo centrale nel creare un "patto" tra cittadini fondato su una cultura attenta alle esigenze di tutela della natura ed all'utilizzo razionale delle sue risorse.
Tale patrimonio rappresenta una risorsa formativa ed informativa sul territorio a disposizione di tutti i cittadini e del mondo della scuola, un terreno elettivo e dinamico e uno strumento per "pensare" e nel contempo per "agire" nella direzione dello sviluppo sostenibile.
ing. Francesco Casullo
Sindaco di Accadia

[...]

 

Guida del Pellegrino Edizione Fraternità Madonna dei Martiri 1998

Il Santuario della Madonna dei Martiri

Molfetta (Bari)

il Signore ti dia pace!

Capissimo pellegrino, ti accogliamo con il saluto di San Francesco d'Assisi, l'innamorato della Madonna.
I figli di Francesco sono i custodi del Santuario della Madonna dei Martiri dal 7 novembre 1828 quando il Vescovo Filippo Giudice Caracciolo concesse ai Frati Minori Riformati la chiesa di S. Maria dei Martiri con gli ambienti adiacenti, appartenenti alla Mensa Vescovile, tuttavia i Frati ne entrarono in possesso il 26 aprile 1829.
Espulsi in base alla legge del 7 luglio 1866 rientrarono il 26 aprile 1869.
Il 31 luglio 1898 i Frati Minori Francescani subentrarono ai Frati Minori Riformati. Essi incentivarono l'attività formativa istituendo la Casa di Noviziato (1912-1914); l'attività culturale risale al 1913 con la pubblicazione di P. Ludovico Vincitorio Santuario di S. Maria dei Martiri già Ospizio dei Crociati in Molfetta; numerose furono anche le opere di carità verso i bisognosi anche se non rivestivano carattere ufficiale.
Nel 1930 il convento divenne Casa di Studentato Teologico guidato, in particolare dai PP. Gaetano Spina (Guardiano) e Raffaele D'Amico ( Lettore generale in Teologia Morale e Diritto Canonico) nonché Maestro dei chierici studenti.
Negli ultimi anni i Frati hanno dato notevole impulso al culto della Madonna dei Martiri al punto che l'omonima chiesa è stata elevata a Basilica Pontificia Minore con una solenne celebrazione presieduta da P. Agostino Mayer O.S.B. - Prefetto per la Congregazione per il Culto divino - il 7 giugno 1987.

Durante l'anno i Frati accolgono i numerosi pellegrini che raggiungono il Santuario per una sosta spirituale, celebrano con decoro le numerose liturgie, curano gli appuntamenti culturali - come il periodico "La Madonna dei martiri" - e mantengono vivo il culto e la devozione alla Madonna dei Martiri sia in italia che all'estero.
L'impegno pastorale dei Frati, tuttavia, non è solo indirizzato all'animazione del Santuario, ad essi è affidata la cura della Parrocchia del quartiere Madonna dei Martiri garantendo anche grazie all'aiuto di alcuni volontari, attività extra catechistiche per i ragazzi (doposcuola, oratorio, caritas).
Dal settembre 1997 i Frati sono anche impegnati nella formazione dei giovani che aspirano alla vita religiosa e nella promozione del carisma francescano attraverso il Centro Provinciale delle Vocazioni.
Il convento inoltre è sede della Segreteria Nazionale della Pastorale Vocazionale dei Frati Minori.

 

Vega Sas Editore 1999

Gargano semplicemente Parco

Opuscolo informativo e divulgativo

In un Parco il modello di sviluppo del territorio è basato sulla valorizzazione del patrimonio ambientale al fine di rendere fruibile in modo sostenibile un paesaggio mantenuto integro.
Questo almeno secondo una concezione che nasce in quest'ultimo secolo. Ma bisogna andare indietro nel tempo per vedere se qualcuno aveva pensato al Gargano come un'area dalle caratteristiche naturali così preziose da necessitare di tutela.
Un tempo il massiccio montuoso del Gargano era ricoperto da un unico e ricco manto vegetale, il "nemus garganicum", decantato da Orazio, Lucano e Silio Italico.
Oggi quel che ne è rimasto è solo una esigua testimonianza rispetto a ciò che doveva essere allora.
Il Gargano è stato oggetto, nel corso dei secoli, di attenzione di numerosi naturalisti e studiosi italiani e stranieri.
Risale al 1965 una ricerca sulla conservazione del paesaggio costiero che fu svolta, per incarico di Italia Nostra, dall'arch. Italo Insolera insieme ad altri qualificati studiosi.
Il risultato fu che il Gargano era meritevole di essere tutelato nella sua interezza attraverso lo strumento Parco.
L'invito: "Pugliesi, salviamo il Gargano dallo scempio e dalla speculazione edilizia, facendone un nuovo Parco Nazionale", lanciato successivamente e più volte ripetuto dal sociologo Sabino Acquaviva sulle pagine di un quotidiano nel 1979, cominciò a scuotere l'opinfone pubblica e il mondo politico.
Il 1987 è l'anno in cui il parlamentare Gianluigi Ceruti presenta in Parlamento una proposta di legge che venne approvata il 6 dicembre 1991 Nacque cosi la Legge Quadro sulle Aree Protette, che istituì, tra gli altri, anche il Parco Nazionale del Gargano. [...]

Costo della rivista Euro 4,00

 

Comunità Montana dei Monti Dauni meridionali

Un breve viaggio attraverso la storia, tra le bellezze artistiche, i suggestivi paesaggi e la cultura gastronomica dei comuni dei

MONTI DAUNI MERIDIONALI

Monteleone di Puglia

Fu annesso alla provincia di Foggia nel 1929.
Arroccato intorno alla chiesa Matrice Maria SS. Addolorala si conserva intatto l'antico impianto urbanistico.
Degni di nota sono le chiese di San Giovanni Battista e una serie di interessanti palazzi che pongono in evidenza l'antica locale tradizione dei maestri scalpellini.
I1 territorio è ricco di pascoli. Il centro è rinomato per la sagra del caciocavallo effettuata il 10 Agosto.

Orsara di Puglia

Situata tra i monti e i boschi dei Monti Danni Meridionali, tra le strade medievali di Orsara echeggia ancora l'importanza storica che assunse nel XIII secolo quando ivi si stabilirono i Caralieri dell'ordini' di Calatrava.
Il paese conserva gelosamente le testimonianze del suo passato, come il Palazzo Baronale, la Chiesa parrocchiale (sec. XVI), la Chiesa dell'Annunziata (sec. X-XI) caratterizzata da due cupole arabeggianti, l'ex Abbazia Sant'Angelo (sec. XI), convento di san Domenico e la torre guevara, costruita nel [...]
[...] si insediarono nelle grotte orsaresi i monaci basiliani.
La grotta di San Michele Arcangelo resta la testimonianza più evidente di tale insediamento.
Tra le numerose manifestazioni che si organizzano ad Orsara godono di particolare notorietà il festival di musica "Orsara jazz", la festa del vino e l'antica tradizione legata alla festività dei morti consistente in sfilate in gruppi con "i coce du' priatorije" ricavate da zucche svuotate e all'accensione di falò in diversi punti del paese. [...]

 

ISAL Istituto per la Storia dell'Arte lombarda

ARTE LOMBARDA

Centocinquantatre 2008/2

Prefazione

Che la pittura su tela si sia affermata solo tra fine Quattrocento e inizi del Cinquecento, in particolare in ambito veneziano, è luogo comune contraddetto non solo dalle fonti e dai documenti, ma anche dall'evidenza delle opere tuttora conservate.
Già praticata nell'antichità classica (come sappiamo da Plinio), soprattutto per gli apparati scenografici, il suo uso percorre tutto il Medioevo occidentale: stendardi, drappelloni, cortine protettive per pale e polittici, decorazioni per gli interni delle dimore signorili, in sostituzione dei più preziosi e costosi arazzi, arredi temporanei per le liturgie della Settimana santa o per le cerimonie legate ai riti delle confraternite, ma anche dossali, pale e polittici da porre sugli altari potevano essere dipinti su tela.
I più antichi esempi sopravvissuti risalgono al Trecento, e alcuni appaiono di qualità altissima, come il Parement de Narbonne in Francia e, per quanto riguarda l'Italia, tra gli altri, lo stendardo di Barnaba da Modena (con la Crocifissione sul recto e Sant'Antonio e Sant'Eligio sul verso) ora al Victoria and Albert di Londra, quello, ugualmente dipinto su ambedue i lati, di Spinello Aretino al Metropolitan di New York, le quattro tele di scuola toscana ora a Withyham (Sussex, Inghilterra), il dossale di Guido da Siena alla Pinacoteca' di Siena e la tela con Sant'Elena adorante il Crocifisso di Simone dei Crocefissi (Bologna, Pinacoteca Nazionale).
Il numero delle tele conservate si infittisce man mano che ci si inoltra nel Quattrocento; con questa tecnica dipingono ad esempio Lorenzo Monaco, Donato de Bardi, Jacopo Bellini, Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna, i Pollaiolo, Paolo Uccello, Botticelli e, con un numero stupefacente di opere (molto maggiore di quelle eseguite dal cognato Giovanni Bellini) di altissimo livello qualitativo, Andrea Mantegna, probabilmente suggestionato anche dalle coeve tele fiamminghe.
Solo recentemente gli storici dell'arte hanno iniziato a rivolgere la loro attenzione a questi interessanti manufatti e a studiarne anche gli aspetti [...]

Maria Grazia Albertini Ottolenghi
Ordinario di Storia dell'arte moderna Università cattolica del sacro Cuore, milano

Costo della rivista Euro 4,50

 
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Ingrandisci l'immagineMadonna della Vetrana Castellana Grotte

Madonna della Vetrana Castellana Grotte (Ba) Acquerella di Padre Tommaso Rignanese

Garganonet  Piazza delle Rose, 3 71043 Manfredonia (Foggia) Italia  

 

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