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Marina Mazzei - Maria Leonarda Notarangelo

Documenti per lo studio di Siponto antica

Claudio Grenzi Editore

Fonti letterarie e archivistiche

Introduzione

Come accade sovente durante la gestazione di un lavoro a stampa, anche nella cura del volume Siponto antica è maturata l'idea di ampliare l'edizione dei dati, nel nostro caso con un'appendice che delle fonti letterarie sulla atta e di quelle archivistiche sui rinvenimenti archeologia offrisse una rassegna il più possibile completa, la decisione è stata determinata principalmente dalla convinzione dell'utilità di disporre di tali documenti.
Per cercare in essi confronti, approfondimenti, verifiche, per seguire nuove tracce d'indagine, ma soprattutto per favorire scolari e studenti universitari che sempre più di frequente su questo sito rivolgono le loro ricerche. A tale proposito la breve sintesi di commento che precede le fonti letterarie e i testi documentarì già di per sé costituisce una ragione di curiosità indirizzando anche verso tematiche non affrontate nel volume; lo stesso vale per le fonti archivistiche ricche di notizie che il prosieguo delle ricerche sul campo consentirà certamente di approfondire.

A tal riguardo ricordiamo che già nel 1986 Cosimo D'Angela, intelligentemente, avviava questa strada aprendo, come poi con il successivo lavoro sulla villa di Avicenna di Cagnano Varano, il significativo spiraglio che per gli studi di archeologia pugliese, avara sino ad una certa data di edizioni, è rappresentato dalla conoscenza delle esperienze pregresse, ritrovandole nelle carte degli archivi.
E, nel caso di Siponto, l'accostamento di altri documenti a quelli già editi nel 1986 non fa che accrescere la portata dell'interesse del luogo e, anche, seguire il ruolo delle istituzioni rispetto alla sua straordinaria realtà.
Così sarà possibile cogliere nelle evidenze cronolo-giche degli scavi anche motivazioni sodo-politiche più forti (gli scavi di epoca fascista, gli scavi del dopoguerra legati a ragioni occupazionali) per arrivare ad un oggi che - iniziato con i vincoli e gli scavi agli anni '60 - avvicinandosi al 2000, ha nel Parco archeologico sipontino il suo primo segno concreto.

Marina Mazzei

Testi letterati e documentali

Il presente repertorio di testi classici e medievali sulla storia di Siponto si articola in due sezioni.
La prima contiene tutte le fonti letterarie antiche latine e greche (inizi II secolo a.C.- inizi VI secolo d.C), in cui c'è menzione di Siponto. La seconda raccoglie alcuni tra i più significativi brani sulla storia di Siponto tratti da fonti letterarie e documentarie di età medievale (Vsecolo d.C.-XII secolo d.C.) e relativi al periodo compreso tra l'anno di nascita della diocesi (465 ca.) e quello dell'annessione ufficiale della città ai Normanni (1042).

I testi, riportati in lingua e sulla base delle edizioni critiche più recenti e/o autorevoli, sono preceduti da un breve cappello introduttivo con le informazioni essenziali sul contenuto degli stessi.
Per ciascun testo sono indicate:

  • 1. Le date di riferimento dell'autore; per gli scritti anonimi, per le epistole e per gli atti, la data indica, invece, il momento in cui l'opera o il documento è stato composto;
  • 2. Le date cui sono da riportarsi gli eventi narrati. La sequenza in cui sono stati ordinati i brani rispetta la cronologia degli avvenimenti.
  • Maria Leonardo Notarangelo

    Archivio Storico Comune di Manfredonia
    (ACM)

    Accoglie prevalentemente la corrispondenza intercorsa tra il 1877 e il 1899 fra il Comune di Manfredonia, la Prefettura di Foggia e l'Arcivescovado di Manfredonia relativa soprattutto^ reperimento di finanziamenti per lo scavo del tempio di Diana.
    E presente la delibera comunale del marzo 1877 (docum. n. I) e la nota di Giuseppe Fiorelli, Direttore Generale alle Antichità, nel quale egli dichiara l'indisponibilità dei fondi richiesti (docum. n. 2).

    Si evidenzia anche (docum. 4 e 5) la corrispondenza intercorsa fra il Sindaco di Manfredonia e il canonico Primicerio Bellucci, delegato della commissione provinciale dei monumenti, per il recupero di una lapide esistente nel portone di un palazzo in Manfredonia.
    Lo stesso P. Bellucci propone l'idea di un Museo Sipontino in una sala del Comune (docum. 6) e segnala iscrizioni che verranno poi raccolte in una scuola pubblica (docum. 7), tranne una esistente nei pressi del castello.
    Nel 1881 il Municipio di Manfredonia (docum. 15) decide di pulire la cisterna nella quale era stata trovata l'iscrizione con la dedica a Diana e richiede le autorizzazioni all'Arcivescovo, Beniamino Zeuli, e al sign. Giudice proprietario della pezza Landini, presso la chiesa (docum. 16).
    Nel 1895 (docum. 23) si richiede al Museo di Napoli l'indicazione di uno scavatore provetto per scavi da eseguirsi a spese del Municipio, nota alla quale risponde il direttore del museo Giulio de Petra.
    Nel docum. 22 si parla di scavi eseguiti nel 1844.

    Verbale di Deliberazione Consiliare di Manfredonia.
    Oggetto:
    Domanda di sussidio per proseguire i lavori di escavazione a Siponto
    L'anno mille ottocento settantasette il giorno ventitré del mese di Marzo nella sala destinata alle adunanze del Consiglio Comunale di Manfredonia, ... il sig. Presidente ha invitato il Consiglio Comunale a domandare un sussidio per far eseguire i lavori di escavazione all'antica Siponto.
    L'oggetto è in legal esame perché da oltre 24 ore è compreso nell'ordine del giorno, e lo svolge dicendo, che è guari, mentre ripulivasi la cisterna di Siponto che fiancheggia i ruderi esistenti in quell'antica città, si scorse che la volta della cisterna, a forma di cono, spezzavasi a circa due metri [...]

     

    Copertina di L. Mura 1995

    IN UNA 'RIVELAZIONE' DI SANTA BRIGIDA LA TERRIFICANTE DISTRUZIONE DI SIPONTO

    Matteo Di Turo

    I quaderni de 'Il Corriere del Golfo' - 4 -

    - MISTERIOSI I MOTIVI SULLA FINE DI SIPONTO -

    Luca Vìto Pompeo Sarnelli il dotto secentista di Polignano a Mare, fu a Manfredonia segretario del cardinale arcivescovo, fra Vincenzo Maria Orsini, tra il 1675 e il 1680. Undici anni dopo, eletto vescovo di Bisceglie, egli fu titolare di quella diocesi dal 1691 al 1724.
    Alla sua penna si deve la 'Cronologia dei Vescovi et Arcivescovi Sipontini' licenziata alle stampe nel 1680.
    Le fa da filo conduttore una buona panoramica storica, in assenza della quale l'opera sarebbe parsa solo come un freddo catalogo agiografico di presuli.
    L'inglese D.E. Rhodes, in 'The early bibliography of Southern Italy: Foggia, Manfredonia and Barletta' nel citare questo lavoro realizzato nella 'Stamperia Arcivescovale' sipontina, nel 1680, dice che due esemplari della novità libraria di quel tempo furono acquistati dal British Museum di Londra.
    Alcune pagine della Cronologia sarnelliana parlano di cause attribuite a decisione divina circa la distruzione di Siponto; la città sepolta sotto coltre terrosa e in parte sprofondata in mare.
    Quindi, il terrificante cataclisma che la cancellò dalla superficie terrestre non sarebbe stato casuale, ma espressamente decretato da Dio secondo una inquietante 'rivelazione' mistica. E quella immane catastrofe, che si vuole punizione del Ciclo per il centro urbano adriatico, cosmopolita e aperto all'Oriente, si accoda a similari precedenti già considerati dall'Antico Testamento.

    La Bibbia, opera imponente, cui larga parte dell'umanità riconosce autorevolezza, prestigio e indiscutibili verità, annota catastrofici eventi imputati al volere di un Dio che non perdona il peccato.
    Perché quando la misura è colma, la verga del Signore colpirebbe senza riguardi e nessuna pietà. E se la Terra trema sarebbe l'Onnipotente a scuoterla per castigare l'empietà degli uomini.
    Le religioni antiche vedevano sempre in qualche frattura dell'ordine naturale (alluvioni, terremoti, folgori) la mano punitrice del Signore dei Cicli.
    E l'incubo collettivo sulla fine del mondo, che sovente ci attanaglia, è dovuto a remote credenze. Il 'giorno di Dio' era per gli Ebrei l'ultimo concesso all'umanità.
    Poi - secondo le loro previsioni - vi sarebbe la fine.
    Questo perché sulla storia dei popoli insiste il dominio del Creatore, determinato a far cessare la oppressione del Male sul genere umano.
    Dice Gesù, che tutto ciò che l'uomo superbamente innalza vive in attesa di crollare. E, per il microcosmo sipontino, se fu proprio il peccato il motivo della sua distruzione, dovette allora esservi stata davvero una notte di profonda oscurità nei modelli comportamentali del [...]

     

    SAN PADRE PIO DA PIETRELCINA

    Padre Pio - La vita e i suoi miracoli

    Edizioni Orlando 2000

    Un bellissimo excursus sulla vita e i miracoli di Padre Pio divenuto San Pio da Pietrelcina.
    Un racconto dal linguaggio semplice e senza enfasi; un racconto di una vita dedicata al Signore e all'amore per gli altri nel nome del Vangelo e dei suoi insegnamenti.
    .."Il frate delle stimmate"... si sentiva dire e ....chiamato a servire il Signore con il dolore delle sue ferite e portando in silenzio la sua croce.
    Quando gli venne chiesto il silenzio, obbedì; non celebrava in pubblico, "parlava atutti con le parole che il cuore santo gli dettava. [...] Un vita al servizio della Parola sotto le insegne del "Poverello d'Assisi" [...]

    Prezzo Euro 6,00 + spese di spedizione

     

     

    Vi proponiamo delle rare edizioni sulla vita di Padre Pio quando si attendeva la sua beatificazione.

    Padre Pio

    Hommage à Padre Pio - Père Gérardo Di Flumeri - Edizione Padre Pio da Pietrelcina - EDIZIONE IN LINGUA FRANCESE 1984 - Costo Euro 15,00 + spese di spedizione

    Homage to the blessed Padre Pio - Gerardo Di Flumeri - Edizione Padre Pio da Pietrelcina - EDIZIONE IN LINGUA INGLESE - 2 May 1999 - Costo Euro 4,00 + spese di spedizione

    Ter Ere Van Pater Pio - Door Pater Gerardo Di Flumeri - Edizione Padre Pio da Pietrelcina - EDIZIONE IN LINGUA TEDESCA 1984 - Costo Euro 15,00 + spese di spedizione

     

    OASIS I mille volti del promontorio

    OASIS Aosta Pubblicazione Bimestrale

    Parchi Nazionali: Il Gargano

    Raccontare il Gargano è mettere in fila emozioni.
    Ultimo sole sul monte Saraceno. Dal pianoro sommitale, le tombe di una necropoli dauna si affacciano tra i carrubi su un panorama di mare e ciclo.
    A un pugno di chilometri in linea d'aria, in vetta al monte Sacro, le fronde dei lecci si aprono a scoprire gli emozionanti ruderi dell'abbazia medievale della Santissima Trinità.

    Più in basso, l'orizzonte di roccia e boscaglie del vallone della Vecchia nasconde un tesoro ancora diverso, la presenza di orchidee forse più abbondante e varia dell'intero continente europeo. Quaranta chilometri a ovest, su un altro versante del promontorio, nella campagna di Sannicandro, una sorpresa di pietra lascia a bocca aperta [...]

    Una bella presentazione del Parco Nazionale del Gargano da considerare tra queslle meglio descritte e fra le più complete.

     

    Edizioni del Parco - Claudio grenzi Editore - 2002

    Le paludi sipontine

    Oasi Lago Salso e Riserva Naturale Frattarolo

    Uno sguardo al passato

    Il versante meridionale (arido ed imponente) del Gargano fa da sfondo a questa zona umida di circa 540 ettari, ultimo brandello di bacini palustri e lacustri che facevano della Capitanata uno degli ambienti acquatici più estesi e noti d'Europa.

    La piana tra Manfredonia ed il fiume Ofanto, su cui oggi insiste una piccolissima parte del Lago Salso, si presentava con un assetto ambientale spontaneo con alternanza di pascoli naturali, acquitrini e stagni alimentati dal fiume Ofanto e dai torrenti Candelaro, Cervaro e Carapelle.
    Negli anni 30, nel periodo delle grandi bonifiche, sì volle rendere la pianura coltivabile per intero e, per tale motivo, furono ingabbiati i tre fiumi della zona, Candelaro, Cervaro e Carapelle, e si suddivise la zona del Lago Salso, 4000 ettari, in sei vasche di colmata.
    Al termine delle opere idrauliche l'intera pianura divenne fertile e percorribile, rimasero solo due invasi lacustri, ricreati artificialmente: il Lago Salso (a nord della piana) ed il Lago Salpi (a sud), destinati alla raccolta delle acque irrigue.
    A partire dalla fine degli anni '50 il Lago Salso lega la propria [...]

    Un abitante delle paludi e dei canneti : il cannareccione

    Le stagioni al Lago Salso

    Il Lago Salso è caratterizzato da enormi distese di canna di palude, pianta che ricopre buona parte dell'area e che raggiunge anche i cinque metri d'altezza, e di tife (Typha latifolia e T. angustifolia).
    La canna di palude è molto diffusa negli ambienti acquatici d'acqua dolce o leggermente salmastri, mentre le tife, presenti in popolamenti più localizzati, sono facilmente individuabili per le caratteristiche pannocchie cilindriche marroni che in inverno si dissolvono nel vento liberando i loro semi.
    Questa impenetrabile selva di erbe palustri con piccoli specchi d'acqua, ospita un gran numero di specie di uccelli acquatici durante tutto l'anno.
    Il periodo che va dall'autunno alla primavera è quello in cui è più facile osservare in concentrazioni notevoli e spettacolari molte specie svernanti o di passo, mentre dalla primavera inoltrata rimangono quasi esclusivamente i nidificanti.
    Proviamo ora a descrivere la vita della palude seguendo i ritmi delle stagioni.
    La primavera
    L'allungarsi delle giornate [...]

     

    Edizioni del Parco - Claudio grenzi Editore - 2002

    Gennaro Ciavarella

    L'ambiente marino del Parco Nazionale del Gargano

    Le caratteristiche generali dell'ambiente marino delle Isole Tremiti

    "... L'arcipelago delle Tremiti, per la conformazione delle coste, la presenza di grotte e anfratti, la particolare vegetazione, soprattutto di San Domino, per le comunità f loro-fa un istiche presenti nella platea che circonda le isole, è uno degli ambienti più caratteristici del Mediterraneo e per questo è incluso nell'elenco delle aree da proteggere ...."
    Tratto dal rapporto - Proposte per la istituzione della Riserva Marina denominata "Isole Tremiti" redatto dal Ministero della Marina Mercantile - Consulta per la Difesa del Mare dagli Inquinamenti.
    L'arcipelago presenta tre Isole maggiori con caratteristiche diversissime tra loro ed un isolotto (il Cretaccio). L'isola di San Nicola, è quella "storica", sede del Governo locale, si presenta brulla e dalle coste alte ed impervie.
    L'isola di San Domino è la più grande, verdissima, ricca di cale, insenature, spiaggie, grotte emerse e sommerse, funge da vero centro turistico.
    Qui hanno sede tutte le strutture turistiche e residenziali.
    A poca distanza l'isola di Caprara si presenta disabitata, selvaggia, unica per le bellezze naturalistiche.
    Inoltre, a 12 miglia marine, la quarta isola dell'arcipelago: Pianosa, geograficamente unita alle altre isole rappresenta una realtà a se stante per l'isolamento naturale e per la creazione di una Riserva Marina Integrale.
    Le Tremiti sono caratterizzate da due linee principali di correnti: una proveniente da nord-est e che lambisce direttamente i lati esterni di Caprara e di San Domino [...]

    Consigli ai Fotografi
    II nostro personale consiglio è quello di usare giudiziosamente la macchina fotografica.
    Molto spesso la fotografia rimpiazza vantaggiosamente la raccolta di campioni.
    Sono indispensabili alcune precauzioni, altrimenti si corre il rischio di provocare almeno altrettanti danni di quanti ne arreca il naturalista collezionista!
    Ci si deve astenere dal "ripulire" la zona circostante il soggetto da fotografare, o dallo schiacciare una parte della vegetazione nella ricerca del miglior angolo visuale.
    Le piante così mutilate o distrutte possono essere proprio specie fragili o minacciate: si potrebbe trattare dì individui giovani di una pianta rara o assai vistosa di cui si vuole l'immagine, e di cui, in tal modo, si danneggia la discendenza.
    Non usate torce la cui potenza possa "cuocere" il soggetto e fate molta attenzione nell'uso dei flash.
    Purtroppo ho notato la presenza di alcuni fotografi che utilizzano tecniche non ortodosse purdi fotografare la specie desiderata.
    Ricordiamo che uccidere delle specie per attirarne altre e per fotografare specie simbionti che vivono all'interno di altre è scorretto ed illegale.
    Si consigliano pellicole di bassa sensibilità (50 o 64 ASA) e l'utilizzo di ottiche grandangolari {20-24 mm); per le foto sub si consiglia di effettuare macro o utilizzare ottiche di 35 mm o 28 mm perché spesso la visibilità nel Gargano è scarsa.
    Per le Tremiti, invece, i grandangoli spinti (14-16 mm) sono i benvenuti.

    La situazione dei fondali

    Per descrivere la situazione in cui versano i fondali marini della provincia di Foggia, che corrispondono di fatto con quelli del Parco Nazionale del Gargano, dobbiamo prima di tutto dividerli in almeno tre grandi settori: quello relativo alle Isole Tremiti ed all'isola di Pianosa; la fascia costiera che va dal Molise fino alla testa del Gargano; e per ultimo il litorale che da poco a sud di Vieste arriva fino al confine con la provincia di Bari.

    L'area delle Isole Tremiti indubbiamente rappresenta il fiore all'occhiello della provincia: dal 1989 è Riserva Naturale Marina di Stato.
    Grazie ad una situazione di correnti particolare le sue acque sono limpide e piene di vita.
    Le isole di San Nicola, San Domino e Caprara non denotano particolari problemi di tipo ambientale e la situazione relativa alla loro ricchezza ambientale appare, se non in miglioramento almeno in una situazione di costante bellezza.
    Qui il Mediterraneo, un mare spesso relegato in secondo piano, un po' per esterofilia, un pò perché lo si ritiene meno bello, mostra bene i suoi gioielli, forse meno vistosi, ma molto più rari e preziosi, in molti casi unici. Possiamo dire che il mare di Tremiti è vestito con un sobrio, elegante abito da sera.
    Queste isole, dal punto di vista biologico, sono autentiche perle rare e riuniscono le caratteristiche più tipiche del Mediterraneo in modo eccellente: non c'è qualche alcionario, ce n'è una parete piena. [...]

     

    Edizioni del Golfo

    MARIA SS. DI SIPONTO

    Festa Patronale 1991

    Qualche anno addietro mons. Valentino Vailati, arcivescovo emerito di Manfredonia, ebbe a scrivere che "Al centro della storia di Siponto c'è, nella continuità del suo tempio, la Veneranda icona della Gran Madre di Dio".
    È vero, il culto della Madonna di Siponto è sempre stato un punto di riferimento nella vita di ogni sipontino, anche di chi per motivi di lavoro ha dovuto lasciare la nostra terra e che nella ricorrenza della festa patronale non sa resistere al desiderio di tomareper venerare in processione il Sacro Quadro.
    Conscia dell'importanza, che l'occasione riveste per la città. l'Amministrazione Comunale, anche quest'anno, nonostante le ben note difficoltà finanziarie, ha profuso il suo impegno perché le celebrazioni di questi giorni siano all'insegna della migliore tradizione sipontina.
    A nome dell'Amministrazione Comunale, che mi pregio di presiedere, rivolgo, pertanto, ai concittadini ed agli ospiti della città I1 augurio perché nella circostanza trovino un momento di serenità e di gioia.
    Franco Castriotta
    Sindaco di Manfredonia

    Assumendo l'incarico di coordinare i lavori per l'organizzazione della Festa Patronale in onore di Maria SS. di Siponto, sapevo che, in un momento di notevole difficoltà economica e di forti tensioni sociali per questa nostra Città, tale manifestazione avrebbe richiesto sforzi considerevoli.
    Ciò non mi ha scoraggiato, anzi mi ha spronato ed ha suscitato in me stimoli tali da profondere le energie necessarìe per la migliore riuscita di questo impegno che quest'anno rischiava di non svolgersi.
    Siamo stati animati e sostenuti dalla profonda devozione per la nostra Patrona, alla quale, in ogni istante, rivolgiamo le più vive preghiere per la protezione e la grazia che Ella, vigile e con occhio benigno, elargisce costantemente sui suoi figli.
    Rivolgo il mio pili vivo ringraziamento ai componenti il Comitato lutto e a quanti hanno, con la loro generosità, permesso di superare gli ostacoli e di realizzare nel modo migliore questo importante appuntamento di fine agosto, ilquale, vuole essere segno tangibile di continuità, difede e di tradizioni.
    Prof. Ciro Del Nobile
    Coordinatore del Comitato Festa Patronale[...]

    La pubblicazione è una vera rarità: nell'anno della festa furono consegnate solamente 1350 copie delle 2700 ordinate.

    Costo della pubblicazione Euro 7,00

     

    Numero unico - supplemento a "Il Corriere del Golfo e del Gargano (Brigida Editrice Srl) 31/07/2002

    MARIA SS. DI SIPONTO

    Festa Patronale 2002

    La Tradizione iconografica pugliese
    Colpisce in Puglia, specie nella zona fra le province di Foggia e Bari, un'alta concentrazione di icone Mariane, di origine medievale.
    Una simile capillare presenza non la si riscontra in nessuna altra zona dell'Italia meridionale, persino dove la presenza bizantina è stata più estesa e duratura, come per esempio nel Salento e nella Calabria.
    Nella provincia di Foggia se ne conservano diverse, provenienti da vecchie abbazie e monasteri: quella di Siponto, di Pulsano, di Ripalta, di Torremaggiore, di S. Paolo Civitate, di Ascoli Satriano, di Foggia.
    Un caso singolare è costituito dall'Iconavetere di Foggia. Il ritrovamento miracoloso di questa immagine è l'evento che è all'origine della fondazione della città, sviluppatasi attorno alla chiesa romanica, oggi Cattedrale, che sorse nel pantano nel quale l'icona è stata ritrovata. Ancor oggi lo stemma di Foggia porta le tre Mammelle galleggianti sull'acqua, che, secondo la tradizione, segnalarono ai pastori del luogo, nel lontano 14 agosto del 1062, la presenza sul fondo del pantano dell'icona.
    Il modello iconografico di questa icona [...]

    (testo e immagini da Percorsi del Giubileo 2000. numero unico dell'Archidiocesi Manfredonia- Vieste)

    Costo della pubblicazione Euro 5,00

     

    Andrea Pacilli Editore

    MARIA SS. DI SIPONTO

    Festa Patronale 2002

    La Città Pellegrina
    di Nicola Tricarico
    Sono poche le tradizioni manfredoniane conservate fino ad oggi e ancora largamente condivise.
    Fra queste sicuramente primeggia la grande "Festa della Madonna", e con essa la processione del 31 agosto: una fiumana di persone, un vero e proprio popolo, accomunato dall'unica e inconcussa devozione alla Vergine dell'antica Icona bizantina.
    Ma cosa muove tanta gente?
    La tradizione e i ricordi dell'infanzia hanno certamente la loro importanza, ma non bastano a giustificare una mobilitazione così rilevante, così suggestiva.
    Una tradizione, quella della processione del 31 agosto, legata prima ad eventi calamitosi o ad epidemie, ma che poi assume, verso la metà dell'Ottocento, una sua specifica e autonoma collocazione cronologica, divenendo corollario della sragione estiva e viatico fiducioso per la ripresa delle attività e per il ritorno nei lontani luoghi di lavoro dei molti emigranti.
    Alcuni anni fa, Angela e Rosetta, dal Canada, inviavano al Comitato 20 dollari come contributo per la realizzazione della festa patronale.
    Con l'assegno poche righe: «Cari Manfredoniani, vogliamo ringraziarvi per scriverci quest'anno dopo una quarantina di anni [...] di lasciare la nostra terra d'origine [...] speriamo con il nostro piccolo aiuto il comitato può aggiungere per la festa di Maria SS. di Siponto.
    Per favore, fateci sapere e pregate per noi».
    Pone e commovente, come si vede, è il legame degli emigrati con la più significativa delle nostre tradizioni!
    Per gli altri, i residenti, la città di Manfredonia, fino a qualche decennio fa isola felice di benessere e di civiltà, vive ora tempi difficili.
    E' inutile fare qui le geremiadi dei mali di cui soffre quella che nelle brochure degli anni Sessanta era chiamata la "Porta del Gargano": ne sono afflitte molte famiglie dì Manfredonia.
    I rimedi ci sarebbero, ma richiedono tempi lunghi, ingenti e intelligenti investimenti, lungimiranza e grande coraggio.
    Intanto... alla Madre della Speranza, la sera del 31 agosto, il "popolo in cammino" affida le proprie ansie, le angosce, le attese.
    Raccolti intorno alla loro Arca, l'antica Icona con l'immagine di "Maria che indica la via", quella sera, decine di migliaia di fedeli percorrono pellegrini le vie della città, fino alla piazza grande, dove il canto si eleva insieme all'odore dei ceri e ai palloncini colorati dei bambini.
    E' la "Festa della Madonna", una grande preghiera per la nostra città, la città pellegrina.

     
    Ingrandisci l'immagineParticolare di tabellone didattico al museo di Manfredonia

    Madonna della Vetrana Castellana Grotte (Ba) Acquerella di Padre Tommaso rignanese

    Garganonet  Piazza delle Rose, 3 71043 Manfredonia (Foggia) Italia  

     

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