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Società e Istituzioni
Ecologia e Bioetica appartengono al campo del rispetto della natura e dell'ambiente.
Spunti e riflessioni fondamentali sulla "questione ambientale"

BIOETICA E AMBIENTE

Comitato Nazionale per la Bioetica - 21 settembre 1995

Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria

SINTESI E RACCOMANDAZIONI
1. Il presente documento «Bioetica e Ambiente» vuole offrire gli spunti fondamentali per impostare una riflessione sulla "questione ambientale" che è ormai emersa come problema di vitale importanza per la comunità nazionale e internazionale.
Il CNB (Comitato Nazionale per la Bioetica) si propone di analizzare, in prossimi contributi, i riflessi che il danneggiamento dell'ambiente può produrre sulla qualità della vita e sulla salute con riferimento ai soggetti deboli (bambini e anziani) e alla fertilità.
2. Sui vari modi di intendere il problema ambientale, si è sviluppato il dibattito della filosofia ambientale, da cui è scaturita Velica ambientale, cioè quella parte dell'etica che si propone di individuare quali debbano essere le corrette relazioni tra l'uomo e l'ambiente naturale.
3. Tra le posizioni prevalenti in materia ambientale il CNB ritiene opportuno ricordare le seguenti, che possono essere così sintetizzate: a

  • ) etica ecologista o dei diritti della natura che riconosce l'esistenza di una questione ambientale per cui i comportamenti umani nei confronti dell'ambiente devono essere sottoposti alle leggi della biosfera;
  • b) posizione del rifiuto dell'etica che è diametralmente opposta alla precedente in quanto nega l'esistenza di una "specifica1" questione ambientale e considera l'etica del tutto irrilevante per la soluzione dei problemi ambientali;
  • e) etica ambientalista, che, pur riconoscendo l'esistenza degli aspetti etici nella problematica ambientale, non ritiene che l'ecologia sia in grado di fondare norme etico-sociali né, tanto meno, di condizionare le decisioni politiche in materia ambientale.
  • [...]

    [...] al degrado ambientale basata sulla convinzione del diritto di ciascuno a proteggersi contro i danni che un ambiente ostile può procurargli (diritto alla vita), ci si è evoluti verso la consapevolezza del dovere di non danneggiare l'ambiente per non subire danni alla salute (diritto alla salute), quindi verso la consapevolezza che l'uomo come specie — e quindi anche le generazioni future — deve poter godere di un ambiente migliore (diritto ali'ambiente), e infine verso la concezione dell'ambiente come un bene in se stesso, un'entità autonoma che ha diritto alla propria esistenza (diritto dell'ambiente). Auspica in proposito che siano poste in essere nuove strategie e in primo luogo sia definito un programma nazionale di pedagogia [...]

     
    Società e Istituzioni

    BIOETICA CON L'INFANZIA

    Comitato Nazionale per la Bioetica - Roma, 22 gennaio 1994

    Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria

    PRESENTAZIONE
    Il Comitato Nazionale per la Bioetica ha accolto, in sede di programmazione delle proprie attività, la proposta del Prof. Nordio di affidare ad un gruppo di studio multidisciplinare l'elaborazione di un documento iti cui la riflessione bioetica sia riferita alla cultura dell'infanzia, (filale si è sviluppata negli anni più recenti.
    Il gruppo, chiamato "Crescita", si è costituito a Città di Castello - Regione Umbria - per iniziativa dello stesso Prof. Nordio, sollecitata e sostenuta dati 'Amministrazione locale, a cui va rivolto il ringraziamento del Comitato.
    Hanno contribuito alla stesura del documento i membri di "Crescita": Prof. S. Nordio (pediatria), Dr. C. Beriolini (epidemiologia), Prof. P. Bertolini (pedagogia), Prof. R. Burgio (pediatria), Prof.ssa M. Callari Galli (antropologia culturale), Prof. M. Ceruti (epistemologia), Prof.ssa A. Gidoni (neuropsichiatria infantile). Prof. F, Scaparro (psicologia): nonché i membri del CNB: Prof. D'Agostino (filosofia del diritto) che ha scritto anche l'introduzione. Prof.ssa Loreti Beghè (diritto internazionale). Prof.ssa Rossi Sciumè (sociologia). Prof. Ossicini (psicologia), il documento è stato discusso in un sottoctmiitato di cui facevano parte i Proff. Gaddini, Leocata, Marzctti, Podio, e quindi in sessione plenaria del CNB, che con qualche suggerimento di modifiche l'ha approvato.
    Vi sono trattati aspetti diversi della cultura dell'infanzia, non si fanno precise raccomandazioni, ma si richiama l'attenzione in particolare sulla responsabilità che gli adulti hanno nei confronti della realtà dei bambini e degli adolescenti, dei valori che veicolano e dei diritti di cui sono soggetti.
    L'infanzia, se compresa, è determinante per la "fondazione della bioetica".
    Perciò si è deciso di considerare questo documento una importante premessa per lo sviluppo di una "Bioetica con l'infanzia".
    Roma, 22 gennaio 1994
    II Presidente Adriano Ossicini

    INTRODUZIONE
    La riflessione bioetica, nel vorticoso sviluppo che ha conosciuto negli ultimi anni, si è in genere condensata secondo due linee direttrici fondamentali, quella dell'individuazione dei principi e quella della descrizione dei casi.
    Alle enormi difficoltà inerenti ad una corretta individuazione di principi e ad una precisa descrizione e risoluzione dei casi si affiancano quelle, non meno vistose, di operare gli opportuni raccordi tra principi e casi, per giungere a formulare quelle indicazioni operativo concrete che gli operatori sempre più ad alta voce richiedono.
    L'una e l'altra prospettiva sono però accomunate ed anzi muovono da una identica e il più delle volte implicita convinzione fondamentale: quella che la natura, e in particolare la natura vivente, non costituisca un paradigma, ina piuttosto un problema: non sia più lo scenario immutabile del nostro agire, ma l'ambito e l'oggetto del nostro operare.
    Ciò che contraddistingue l'interrogarsi bioetico non è il suo fronteggiare problemi nuovi o nuovissimi, che certamente esistono (si pensi alle manipolazioni genetiche), e che si mescolano a problemi antichi o antichissimi (come l'aborto o l'eutanasia): a tanto basterebbe l'etica in quanto tale, e non è un caso che per molti, ingenuamente, la bioetica altro non dovrebbe essere che [...]

     
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    DONAZIONE D'ORGANO A FINI DI TRAPIANTO

    Comitato Nazionale per la Bioetica - Roma, 7 ottobre 1991

    Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria

    PRESENTAZIONE

    Il problema della «donazione di organi» a fini di trapianto terapeutico è — da tempo — oggetto di elaborazioni dottrinali in campo giuridico; inoltre suscita, da molti anni, appassionati dibattiti nell'opinione pubblica.
    In tutti i Paesi sanitariamente avanzati, il prelievo di organi a fini di trapianto è rigidamente regolamentato, e le normative elaborate — alquanto difformi fra di loro — considerano in ogni caso il problema del «consenso alla donazione».
    Allorché trattasi di prelievo da cadavere, in attesa di auspicabili omologazioni delle norme, previste dai vari Stati, come peraltro raccomandato per i Paesi della Comunità Europea dalla Risoluzione n. 29 del 1978, ovun-que si opera per fare progredire l'opinione pubblica verso traguardi di maggiore sensibilità circa il valore sociale della donazione personalmente e for-malmente compiuta in vita a favore di persone ignote, ma per le quali la sopravvivenza stessa, o il recupero di accettabili condizioni di vita, è [...]

    SINTESI E PARERI DEL COMITATO NAZIONALE PER LA BIOETICA

    La chinirgia dei trapianti si definisce come una sicura ed insostituibile opportunità terapeutica capace di risolvere positivamente oggettive situazioni di pericolo e di danno per la vita o per la validità individuale, non altrimenti e/o non altrettanto efficacemente trattabili.
    Lo sviluppo quantitativo di questo impegno terapeutico, le cui controindicazioni e complicanze di indole clinica sono sempre più contenute, è condizionato ormai, non solo da fattori tecnici ed organizzativi propri di ogni sistema sanitario gravato da specifici problemi di natura economica, superabili attraverso la programmazione delle iniziative rapportate alle risorse e alle attese sociali, ma anche, e soprattutto, dalla limitata disponibilità del materiale biologico utile per il trapianto.
    Tale difetto è particolarmente evidente in Italia ove si va accentuando il [...]

     
    Società e Istituzioni

    RAPPORTO SULLA BREVETTABILITÀ DEGLI ORGANISMI VIVENTI

    Comitato Nazionale per la Bioetica - 19 novembre 1993

    Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria

    PRESENTAZIONE
    Il Comitato Nazionale per la Bioetica ha affrontato il tema della «Brevettazione degli organismi viventi» non solo per la sua importanza sul piano giuridico e per la sempre maggiore attualità di una definizione della complessa materia che tale brevettazione deve affrontare, ma in modo particolare., per i fondamentali aspetti etici del problema (*).
    La complessità della materia ha richiesto un particolare impegno anche perché ci si è dovuti profondamente distaccare da una superata teoria brevettuale tradizionale e perciò le conclusioni vanno viste alla luce di queste difficoltà e, come giustamente dice il relatore, la loro validità può essere giudicata se vengono associate alla specialissima, e del tutto nuova, qualità dell'oggetto brevettabile e agli evidenti mutamenti di rotta che stanno producendosi nelle discipline che, direttamente e indirettamente, negli anni più recenti, hanno preso ad occuparsi della protezione delle invenzioni biotecnologiche.
    In questo senso esse possono considerarsi rispondenti alla novità dei fenomeni e a quella delle regole che sono state laboriosamente elaborate per disciplinarli; per gli stessi motivi esse sono anche le più consonanti con lo spirito di quanti sono impegnati a condurre una riflessione improntata all'equilibrio sulla consistenza e sul significato [...]

    CONCLUSIONI GENERALI E PARERI DEL COMITATO NAZIONALE PER LA BIOETICA
    Nell'affrontare il tema della brevettabilità degli organismi viventi, il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) ha innanzitutto convenuto sull'opportunità di non prendere temporaneamente in considerazione le invenzioni biotecnologiche aventi per oggetto il corpo umano, considerato nell'insieme o nelle sue parti.
    Tale decisione preliminare trova giustificazione sia nell'improponibilità etica del problema, quando venga avanzata la pretesa di coinvolgere il corpo umano nella sua interezza, sia nella peculiarità delle argomentazioni, quando ci si riferisce alla possibilità di brevettare linee cellulari o geni, sia, infine, nella necessità di dedicare a tale problema un intero documento.
    Nel procedere all'approvazione del rapporto, il CNB ha individuato e riaffermato i principali convincimenti che innervano la sua stesura.
    Tra questi, due sono quelli che assumono maggior rilievo.
    Il primo è relativo alla differenza tra il valore da riconoscersi agli organismi viventi e quello da riconoscersi agli oggetti inanimati; tale principio esercita grande influenza anche sul terreno particolare della trattazione giuridica della tematica brevettuale.
    Il secondo è relativo all'impossibilità logica di dedurre [...]

     
    Bioetica

    SOCIETÀ E ISTITUZIONI

    TRAPIANTI DI ORGANI NELL'INFANZIA

    Comitato Nazionale per la Bioetica - 21 gennaio 1994

    PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
    DIPARTIMENTO PER L'INFORMAZIONE E L'EDITORIA

    PRESENTAZIONE
    Nel licenziare nell'ottobre del 1991 il Documento "Donazione d'organo a fini di trapianto" questo Comitato faceva presente come il problema della donazione di organi a fini di trapianto terapeutico fosse da lungo tempo oggetto di elaborazioni dottrinali in campo giuridico, oltre che in quello propriamente medico, avesse risvolti di carattere etico di grandissima importanza e fosse oggetto di appassionati dibattiti nell'opinione pubblica. Inoltre si doveva rilevare come in tutti i paesi sanitariamente avanzati il problema del prelievo di organi a fini di trapianto fosse rigidamente regolamentato e le nonnative elaborate alquanto difformi fra loro considerassero in ogni caso il problema del consenso alla donazione.
    In quell'occasione si affrontavano i problemi di fondo della donazione di organo a fini di trapianto.
    Il problema del consenso poi. in generale, e della informazione era affrontato in un apposito documento dal titolo, "Informazione e consenso all'atto medico", licenziato dal C.N.B. il 20 giugno 1992.
    In particolare in esso era messa in evidenza la complessità e l'importanza dell'in forni azione e del consenso all'atto medico nell'infanzia e nell'adolescenza.
    Il presente documento considera gli aspetti peculiari del trapianto di organi nei bambini e negli adolescenti. Vengono riferiti sinteticamente i dati di rilevanza medico-scientifica ed i risultati che si stanno ottenendo in trapiantologia pediatrica,, si analizzano le [...]

    SINTESI
    II trapianto di organi è una grande conquista della medicina, per i successi statisticamente registrati, è considerata una terapia consolidata, anche per i bambini, di ogni età. Esso non può sostituire, ovviamente, altre terapie, ogni volta che siano possibili.
    E' necessario inoltre puntare maggiormente sull'opera di prevenzione, per evitare che si debba ricorrere poi al trapianto.
    La trapiantologia in generale, e quella pediatrica con caratteri peculiari, pone problemi di bioetica detta di frontiera, perché rappresenta una delle frontiere più avanzate del progresso scientifico-tecnico della medicina, e di bioetica detta del quotidiano, perché nel sistema generale delle cure della salute crea situazioni di grande impegno, umano oltre che tecnico-organizzativo .
    Questo documento è di bioetica di frontiera nelle parti che presentano i dati statistici a documentazione dei successi della trapiantologia, ed è di bioetica del quotidiano nelle parti in cui si considerano l'applicazione delle metodologie e delle tecnologie intese in senso lato, i vissuti che [...]

     

    Società e Istituzioni

    Elaborato di un gruppo di lavoro del 1995


    VENIRE AL MONDO

    VENIRE AL MONDO

    Comitato Nazionale per la Bioetica - 15 dicembre 1995

    Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria

    PRESENTAZIONE
    Ogni etica (e La bioetica non fa eccezione a questa regola) presuppone un aniropologia; presuppone cioè che nell'uomo e dall'uomo si individui e derivi il senso della normativa.
    E' per questo motivo che quello della bioetica, prima ancora che un discorso sulla vita e sulla morte, sulla salute e sulla malattia, sulla vita e sulla biologia, è un discorso su l'uomo.
    E in un simile orizzonte fondamentale che il Comitato Nazionale per la Bioetica si è consapevolmente posto, a partire dalla sua istituzione.
    I documenti che il Comitato ha elaborato, approvato e sottoposto alla valutazione delle forze politiche e culturali del nostro Paese lo testimoniano. E testimoniano anche qualcosa di ulteriore, che è doveroso rimarcare in modo particolare: l'attenzione che il Comitato ha sempre riservato per l'universo dell'infanzia.
    Questa attenzione si è manifestata nel modo più pieno nel documento "Bioetica con l'infanzia", approvato il 22 gennaio 1994, col quale il Comitato non solo ha offerto ai propri lettori una raccolta di temi, di indubbio rilievo bioetico, per riflettere sulla cultura dell'infanzia, ma ha reso manifesta una vera e propria opzione epistemologia, elaborata non senza, al [...]

    [...] SINTESI E RACCOMANDAZIONI
    L'atto procreativo che determina l'evento nascita è un fenomeno naturale e culturale, coinvolge la responsabilità dei genitori, è influenzato dalle variabili del sistema sociale ed economico, richiede protezione sociale, giuridica e medica nel contesto di servizi efficienti.
    La venuta alla luce di un bambino in una famiglia, nucleare od estesa, è la "fase di estensione del ciclo vitale della famiglia" (OMS), fase critica che può essere vissuta positivamente o con turbamento e sofferenza se le condizioni e le situazioni in cui avviene sono a rischio.
    Sono auspicabili iniziative educative, già in giovane età, per l'acquisizione della conoscenza del significato della generati vita, delle moderne tecniche di procreazione medicalmente assistita, dello sviluppo embrio-fetale, delle procedure per la protezione del prodotto del concepimento in gravidanza ed al parto e per la preparazione alle funzioni parentali.
    I programmi di educazione alla "salute riproduttiva" (OMS) devono associare l'educazione sessuale all'educazione alla genitoria-lità. Le iniziative educative hanno anche lo scopo di favorire l'interazione tra i protagonisti dell'evento ed i professionisti tecnicamente impegnati a proteggerlo. [...]

     
    Bergagna La preghiera rappresentata

    SOCIETÀ E ISTITUZIONI

    VERSO UNA POLITICA DI LOTTA ALLA POVERTÀ

    di fra Ernesto Bergagna
    Vol. II

    L'ASSEGNO PER I FIGLI E IL MINIMO VITALE

    Commissione di indagine sulla povertà e sull'emarginazione

    PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO PER LTNFORMAZIONE E L'EDITORIA

    PRESENTAZIONE

    La povertà non è un fenomeno naturale nei cui confronti la collettività è impotente. Non è una condizione irrimediabile, ma piuttosto un percorso che può durare nel tempo e caratterizzato dalla carenza di risorse per soddisfare livelli minimi di sopravvivenza sia fisica che psicologica. La povertà si manifesta informe di miseria estrema che nel tempo possono mettere a repentaglio la vita stessa delle persone, ma anche in situazioni meno drammatiche, ma assai diffuse nelle quali le persone, pur sopravvivendo, non sono in grado di soddisfare i bisogni giudicati essenziali dalla propria comunità di appartenenza. La povertà non è legata solo a carenze economiche, ma anche all'indebolimento dei legami di appartenenza sociale. I percorsi familiari, individuali, culturali, di relazioni, o di isolamento, od anche fattori quali l'età, il sesso, l'istruzione, incidono non poco sulle possibilità di entrata ed uscita dalla marginalità. Sulla base del proprio mandato istitutivo, che è di conoscenza e di proposta, la Commissione di indagine sulla povertà e sull'emarginazione sociale ha predisposto il progetto dell'assegno per i figli e del minimo vitale che dovrebbe costituire il cardine di una politica di lotta alla povertà. Nel formulare questa proposta, la Commissione ha tenuto presente la necessità di dare seguito a due raccomandazioni del Consiglio dell'Unione Europea. Si tratta delle raccomandazioni del 24 giugno 1992, relativa ai «criteri comuni in materia di risorse e di prestazioni sufficienti nei sistemi di protezione sociale» e quella del 27 luglio 1992, relativa alla «convergenza degli obiettivi e delle politiche di protezione sociali». In esse il Consiglio dei ministri dell'Unione Europea raccomanda agli Stati Membri di «riconoscere, nell'ambito di un dispositivo globale e coerente di lotta alla emarginazione sociale, il diritto della persona a risorse e prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana e di adeguare, di conseguenza, i propri sistemi di protezione sociale» e fissa inoltre i principi generali per l'attuazione di tale diritto. Nel formulare la proposta la Commissione ha tenuto conto delle indicazioni e dei principi formulati dall'Unione Europea, mentre, per quanto riguarda misure e modalità concrete, ha tenuto ben presente i limiti imposti dalla situazione della finanza pubblica. Spetta ora al Parlamento e Governo dare il necessario seguito.

    PREMESSA

  • 1. Un numero consistente e crescente di persone e di famiglie nel nostro paese vive in condizioni di povertà. Non si tratta solo di coloro che, rimasti senza casa per i motivi più diversi, popolano sempre più numerosi le strade delle nostre città, si mettono in coda alle mense delle varie organizzazioni volontarie, cercano un letto nei centri di accoglienza. Ai livelli più bassi nella scala dei salari e dei redditi da lavoro, la difficoltà di far quadrare il bilancio familiare, di arrivare a fine mese facendo fronte a tutti i bisogni è una situazione diffusa, anche se meno visibile e riconosciuta delle cosiddette «povertà estreme»; particolarmente, come segnalano i dati resi noti da questa Commissione, nel Mezzogiorno, tra le famiglie più numerose e tra quelle degli anziani con le pensioni più basse.
  • 2. Una politica di lotta alla povertà richiede interventi articolati, che agiscano in più direzioni e a più livelli, tenendo conto di alcune caratteristiche specifiche del nostro paese: i forti squilibri territoriali, gli elevati tassi di disoccupazione e inoccupazione, il ridotto tasso di partecipazione e occupazione femminile, il basso livello di scolarizzazione e gli elevati tassi di evasione dell'obbligo e di fallimento scolastico (particolarmente nel Mezzogiorno) e, su un piano diverso, l'alta incidenza dei comportamenti di evasione fiscale. Una politica efficace di lotta alla povertà deve avere il suo cardine in politiche strutturali di incremento e miglioramento della qualità dell'occupazione e di elevamento del livello di istruzione. Tuttavia, le circostanze di chi si trova in situazioni di disagio materiale richiedono immediate misure di sostegno al reddito, regolate e finanziate a livello nazionale, analogamente a quanto avviene nella maggior parte dei paesi dell'Unione Europea e a quanto è raccomandato dalla stessa.
  • 3. La forte concentrazione della povertà nelle famiglie con tre o più figli minori e, quindi, l'alta incidenza della povertà tra i minori indica come Pavere figli, in particolare più di due, accresca il rischio di povertà soprattutto nel Mezzogiorno (1). Di conseguenza, nascere e crescere in una famiglia numerosa accentua il pericolo che un individuo entri in un circolo [...]
  • (1) Per i dati sulla distribuzione e sulle caratteristiche socio-economiche della povertà in Italia si rimanda al rapporto presentato dalla Commissione Povertà nel luglio 1995, pubblicato nel Quaderno n. 1.

     
    Bergagna La preghiera rappresentata

    La preghiera rappresentata

    di fra Ernesto Bergagna
    Vol. II

    con la prefazione del Card. Dionigi Tettamanzi

    Numero Speciale di ARTE CRISTIANA novantunesimo anno 2003

    Prefazione
    Accolgo volentieri l'invito a scrivere alcune parole di "Prefazione" a questo secondo volume dell'opera La preghiera rappresentata di fra Ernesto Bergagna. Mi sollecitano a questo almeno tre motivi: il senso di quest 'opera; il ricordo del maestro Bergagna; l'aiuto alla preghiera che questa stessa opera può offrire.
    È, anzitutto, il senso profondo di quest'opera, che gli appartenenti alla Famiglia Beato Angelico hanno voluto realizzare per ricordare il centenario della nascita del loro confratello, a suggerirmi questa Prefazione.
    I tre volumi che la compongono - la cui pubblicazione è iniziata nello scorso anno e che quest'anno prosegue con il presente volume - sono una significativa testimonianza del rapporto fecondo tra fede ed arte, in questo caso tra fede ed arte pittorica.
    Ci vengono offerte, infatti, delle raffigurazioni artistiche che sono nate dalla fede e dalla preghiera dell'Autore: nate dalla preghiera - spesso come commento visivo di testi biblici, o liturgici, o devozionali - queste stesse raffigurazioni sono indirizzate e finalizzate alla preghiera, non solo di chi le ha create, ma anche degli altri fedeli. Ci troviamo, dunque, di fronte ad un esempio di come l'arte sia per l'artista uno straordinario canale di espressione della sua spiritualità, costituisca in se stessa un [...]

     
    La nuova geoeconomia mondiale

    La nuova geoeconomia mondiale

    Alla ricerca di una risposta italiana

    A cura della Fondazione Giovanni Agnelli Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli - 1996

    Premessa
    Le «assenze» nella vita italiana non sono una novità, ma piuttosto una costante degli ultimi decenni.
    Un'assenza, o se si preferisce un ritardo, particolarmente grave riguarda la capacità di riflessione strategica e di riflessione progettuale, e con quest'ultima espressione si intende l'attenzione ai processi necessari per realizzare le finalità strategiche.
    Il mondo intero si muove a passo accelerato attribuendo a questa fine di secolo i caratteri e il significato di un cambiamento straordinario: di un passaggio da un'epoca a un'altra epoca.
    I processi e gli attori della geoeconomia mondiale occupano da protagonisti la scena del cambiamento. Ma anche la politica e la cultura si stanno modificando velocemente sotto i nostri occhi. Dai grandi cambiamenti in corso l'Italia non può restare esclusa: ne va della sua prosperità, della qualità della vita dei suoi cittadini, delle stesse condizioni democratiche del paese.
    Trasformazioni profonde e rapide moltiplicano il bisogno di pensare strategicamente, di concepire razionali progetti che ci consentano di prevedere oggi gli scenari che ci aspettano, di governare le conseguenze del nuovo e, conscguentemente, di rimodellare, per quanto possibile, le aspettative e gli interessi collettivi. [...]

     
    DOCUMENTI CNEL

    DOCUMENTI CNEL - CONFERENZA NAZIONALE DELLA MONTAGNA

    18-19 dicembre 1995

    ATTI

    ROMA 1996

    Premessa
    I processi di modificazione del contesto ambientale da parte dell'uomo non sono leggibili in chiave congiunturale o di breve periodo. Questa considerazione è applicabile sia al contesto ambientale urbanizzato, territorio che nel corso del tempo l'uomo ha sottratto alla natura per garantirsi la sopravvivenza, sia all'ambiente naturale in senso stretto.
    D'altra parte, l'interazione tra le modificazioni naturali e quelle procurate dall'uomo determinano alla lunga conseguenze su un'area ben più ampia di quella apparentemente coinvolta dal degrado o dall'incuria o più in generale dal cambiamento.
    La montagna appare particolarmente segnata da questi fenomeni: la sua salvaguardia e manutenzione ha rilievo, infatti, non solo nel suo ambito circoscritto ma, più in senerale. nell'intero territorio nazionale [...] ne mirata sugli obiettivi comuni.
    È necessario anche mettere in evidenza che, da un lato, la salvaguardia dei territori montani è un fatto che non riguarda solo poco più di nove milioni di abitanti, ma l'intera popolazione italiana; dall'altro, la salvaguardia dell'ambiente non significa bandire le attività economiche dalle aree protette.
    Soprattutto quest'ultimo è un luogo comune che va rimosso, anzi va addirittura rovesciato, perché non vi può essere una corretta tutela del territorio, se vi è abbandono e spopolamento e la permanenza della popolazione in montagna è strettamente collegata a opportunità di vita e di lavoro non marginali.
    Su queste premesse la Conferenza nazionale dedica ampio spazio [...]

     
    VITAL SIGNS

    VITAL SIGNS

    1995

    LE TENDENZE ECONOMICHE, AMBIENTALI E SOCIALI CHE STANNO MODELLANDO IL NOSTRO FUTURO

    Lester R. - Brown Nicholas - Lessen Hal Kana

    WORLDWATCH INSTITUTE EDITORIALE VERDE AMBIENTE

    Nota all'edizione italiana
    Vital Signs 1995 non è soltanto una sintesi, efficace e esauriente, delle condizioni del nostro pianeta e dei suoi abitanti - soprattutto, ma non soltanto, della specie umana.
    Se questo è l'aspetto immediatamente visibile del libro, ne riduce però l'articolata valenza, la quale racchiude almeno un altro pregio: infatti, Virai Signs indica anche l'itinerario per giungere a formulare un'opinione, su temi generali e specifici.
    Intrecciando gli approcci idrografici e nomotetici, il testo suggerisce, nemmeno tanto velatamente, l'importanza di disporre della più alta qualità e del maggior numero di dati possibili, quando si voglia comprendere come gli accadimenti siano connessi tra di loro; come il pianeta viva una vita complessa; come il rapporto tra natura e cultura venga sempre più frequentemente sbilanciato dalla pesante ingerenza dei prodotti della mente umana. In definitiva, Vital Signs ci dice quanto l'Uomo sia artefice non (anto del destino della Terra - che vivrà quanto dovrà vivere - ma del futuro di un mondo nel quale sia possibile per la specie umana continuare a esistere.
    Quando Charles Darwin elaborò la teoria evoluzionistica, affermò l'esistenza di un meccanismo interno alle specie animali, che ne avrebbe governato (e ne governerebbe) l'adattabilità alle modificazioni degli habitat, producendo nel corso della storia della Terra le forme di vita che oggi vediamo.
    I tempi geologici sono stati percorsi da eventi naturali che hanno condotto a modificazioni anche sostanziali dell'aspetto del pianeta: basti pensare agli sconvolgimenti provocati dalla deriva dei continenti, o dalle glaciazioni, oppure dalle grandi e diffuse esplosioni vulcaniche. Da quando le terre emerse componevano un unico [...]

     

    PASSATO E PRESENTE DELLA RESISTENZA

    50" Anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione

    PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO PER L'INFORMAZIONE E L'EDITORIA

    PREMESSA
    Sono qui raccolti gli atti del Convegno svolto nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, a Roma, il 1° e il 2 ottobre 1993, ad iniziativa di un Comitato composto dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (A.N.P.I.), dalla Federazione Italiana Volontari della Libertà (F.I.V.L.), dalla Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane (F.I.A.P.) e con la collaborazione organizzativa dell'Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza (I.R.S.I.F.A.R.).
    Il Convegno ha avuto l'alto patrocinio del Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, dei Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, Giovanni Spadolini e Giorgio Napolitano — anche egli presente ai lavori —, dei Presidenti della Regione Lazio, Giorgio Pasetto e della Provincia di Roma, Achille Ricci, del Comune di Roma.
    Intendimento dei promotori: fornire strumenti all'approfondimento storiografico, attraverso relazioni qualificate dalla personalità degli oratori, appartenenti a diverse aree culturali e disciplinari e di differente orientamento politico, ma accomunati dall'avere essi stessi fatto parte di formazioni partigiane combattenti, e perciò in grado di dare anche diretta testimonianza degli accadimenti, ancorché esposti ed esaminati con rigore scientifico. Non tuttavia [...]

     

    I LIMITI ALLA COMPETITIVITA'

    Rapporto del Gruppo di Lisbona

    CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO

    DOCUMENTI INTERNAZIONALI - N. 1

    ROMA 1994

    Introduzione
    UN MONDO CON OBIETTIVI COMUNI
    Questo libro esamina il ruolo della competizione nel processo di mondializzazione* dell'economia e della società. È dedicato all'analisi dei cambiamenti che hanno influenzato e stanno influenzando l'economia nazionale, la crisi dell'occupazione, la crescita delle imprese multinazionali, il ruolo dello Stato, il degrado ambientale, i rapporti tra popoli e culture. Tratta delle configurazioni assunte dal nuovo mondo in costruzione ed esamina le nuove forme possibili di governo cooperativo a livello mondiale e locale.
    "I limiti alla competizione" affronta le questioni seguenti : può il principio di competitivita governare il pianeta? È la competizione il miglior strumento per far fronte su scala mondiale a problemi di crescente gravita che riguardano l'economia, l'uso efficace delle risorse materiali ed immateriali, l'ambiente, le condizioni di vita della popolazione mondiale, i rapporti tra le nazioni?
    * in Inglese "globalisation", per cui molti utilizzano il termine globalizzazione. Preferiamo il termine mondializzazione perché indica in maniera più precisa ciò che si vuole descrivere, e cioè i processi d'organizzazione e di sviluppo dei fatti umani che operano sempre più su scala mondiale e segnano l'inizio della fine della fase prevalentemente nazionale. [...]

     

    Marco Gambaro

    Consumo e difesa dei consumatori

    Un'analisi economica

    Editori Laterza 1995

    Introduzione
    II consumo rappresenta una delle componenti più importanti nella vita delle persone e il punto di partenza delle attività economiche.
    Lo sviluppo delle economie di scambio aumenta il ruolo del consumo che inoltre, negli ultimi decenni, ha progressivamente accentuato i suoi significati segnaletici e relazionali. Si tratta però di un tema relativamente poco esplorato nella letteratura scientifica dove peraltro le diverse discipline coinvolte adottano prevalentemente un approccio specialistico che rischia di non cogliere l'insieme delle dinamiche in gioco.
    Un'adeguata tutela dei consumatori facilita il funzionamento dei sistemi economici, emargina le imprese scorrette, consolida i diritti dei cittadini e promuove lo sviluppo economico e sociale. Sebbene la difesa dei consumatori appaia caratteristica degli ultimi decenni, si tratta di un tema con una storia più lunga.
    La National Consumer League viene fondata negli Stati Uniti nel 1899 e nel 1906 viene approvato il Pure Food and Drug Act in seguito allo scandalo dei macelli di Chicago.
    Del resto alcune proibizioni contro il cibo adulterato e i falsi pesi si possono trovare nel Vecchio Testamento, nel Codice di Hammurabi, o nelle antiche leggi indiane. Questi interventi governativi erano indirizzati soprattutto a garantire la possibilità degli scambi abbassando i costi di transazione e sarebbe errato considerarli delle forme esplicite di politiche a favore dei consumatori.
    Durante il Medio Evo i consumatori erano protetti in qualche modo dalle strutture morali della Chiesa cattolica, dalle norme interne delle corporazioni e dalla loro conoscenza diretta dei prodotti (Preston, 1975). In generale solo poche leggi riguardavano le transazioni commerciali e la legislazione non proteggeva in specifico il consumatore, ma nemmeno favoriva il venditore.
    In Italia il movimento dei consumatori è stato storicamente molto debole per un insieme di ragioni che spero verranno chiarite con la lettura di questo libro, ma negli ultimi anni è in corso un processo di crescita che è poco percepito anche dagli interlocutori più diretti. Da un lato, nel panorama delle piccole associazioni stanno emergendo alcune organizzazioni che si rafforzano in numero di iscritti e in capacità di azione e diventano dei punti di riferimento finalmente credibile; in secondo luogo [...]

     
    Riciclare

    RICICLARTE 99

    San Ferdinando di Puglia Amministrazione comunale

    Assessorato Ambiente e Arredo Urbano

    Riciclandia Seconda edizione

    Centro Culturale Polivalente Sala "di Pillo"

    20 marzo - 6 aprile 1999


    Riciclarte nasce, nel 1998, in occasione della prima edizione di Riciclandia.
    Era, nelle intenzioni, una piccola scommessa e nascondeva, nello stesso tempo, una curiosità: è possibile una proposta artistica che nasca da materiali diversi dal consueto?
    O, viceversa, può diventare arte qualcosa che sia stato oggetto familiare della nostra vita quotidiana?
    E, inoltre: rovesciare l'ottica con cui guardiamo solitamente le cose, fossero anche le più semplici, può fornire stimoli per riflettere sul nostro modo di "sfruttare " quegli oggetti già durante la loro "vita normale"?
    Riciclarte ebbe subito un'ottima accoglienza, sia per l'interesse suscitato nei visitatori sia per la tipologia delle opere esposte, le quali rappresentavano, a nostro modo di vedere, un vero e proprio campionario delta sensibilità e della creatività degli artisti presenti: materiali originali e inaspettati, oppure semplici e usatissimi, si alternavano, proprio a partire da innovative tecniche di lavorazione e di composizione.
    Continuare, così, sulla strada di questa proposta culturale, ci è sembrato del tutto naturale, con la convinzione di dover coinvolgere sempre più l'interesse di tanti altri artisti, anche di quelli che, pur non dichiarandosi tali, riescono a "produrre" arte dal proprio quotidiano, accettando e spesso vincendo l'affascinante sfida della congiunzione fra effimero e duraturo.
    Dott. Carlo Casamassima
    Assessore all'Ambiente e all'Arredo urbano
    Dott. Michele Lamacchia
    Sindaco

     

    Un federalismo unitario e solidale ecco come impostare la legittima richiesta di autonomia; "I cittadini che vogliono risolvere i loro problemi devono avere gli strumenti per risolverli.
    Le amministrazioni centralizzate sono lontane e non possono essere recettive a problemi particolari di ogni gruppo di popolazione.
    I cittadini, le città e i comuni hanno diritto a maggiore libertà per mettere mano e risolvere i loro propri problemi.
    Un decentramento è utile quando si basa sui principi di solidarietà e bene comune".

    Un federalismo dei valori

    Un federalismo dei valori

    a cura di Marcella Pacini

    Percorso e conclusioni di un programma della Fondazione Giovanni Agnelli (1992-1996)

    Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli

    Una riforma dello Stato in senso federale appare in questa fase storica la soluzione più adeguata alle necessità dell'Italia e alle richieste dei cittadini.
    La costruzione di una nuova forma dello Stato non si può risolvere in operazioni di ingegneria istituzionale, ma deve essere in grado per i prossimi decenni di orientare il rapporto fra cittadini e istituzioni, e di sostenere la progettualità sociale ed economica dei territori italiani. Per questo occorre fondarla su valori solidi, che si esprimano in un ripensamento della seconda parte della nostra Costituzione e suscitino consensi durevoli tra le forze politiche e l'opinione pubblica.
    Responsabilità, efficienza, trasparenza, solidarietà fra cittadini e territori, sussidiarietà sono i valori che ispirano, nell'ambito di una rinnovata ma sostanziale adesione al principio di unità nazionale, la scelta federale della Fondazione Giovanni Agnelli. I saggi del presente volume, alcuni dei quali già apparsi nei «Quaderni» delle Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, ripercorrono le più significative tappe di un programma che ha affrontato dal 1992 a oggi la tematica federalista in modo non ideologico, discutendola nelle sue diverse dimensioni etico-politica, istituzionale, fiscale e territoriale.
    Accanto all'individuazione e alla discussione dei principi di una nuova «etica pubblica», il volume si interroga sulla redistribuzione delle competenze e sugli attori di una costruzione federale (lo Stato centrale, le Regioni, gli Enti locali, le autonomie della società civile): suggerisce alcuni modelli di fiscalità; riflette sull'impatto e sui benefici che una riorganizzazione federale potrebbe avere sui territori italiani e sul rapporto fra Italia ed Europa: riprende infine il tema della «capitale reticolare» e della ricollocazione delle funzioni nazionali nel sistema urbano italiano. La lettura dei saggi consente di ricostruire una riflessione che è diventata uno dei punti di riferimento del dibattito italiano sulla riforma dello Stato.

    Introduzione
    Questo libro ricostruisce il percorso di ricerca della Fondazione Giovanni Agnelli intorno al tema della riforma dello Stato italiano in senso federale e contiene quindi le analisi, le riflessioni, le proposte elaborate dal 1992 a oggi.
    Una parte degli interventi era già stata pubblicata sulla rivista della Fondazione Agnelli XXI Secolo e in un volume uscito nella primavera del 1994 con il titolo Scelta federale e unità nazionale.
    Ho tuttavia ritenuto utile riproporre nella loro integralità i documenti più significativi del nostro programma, perché attraverso di essi si può seguire lo sviluppo di una linea di pensiero coerente e articolata, che era stata avviata quando ancora la discussione intorno alla riforma dello Stato in senso federale si trovava in una fase embrionale.
    Oggi invece le proposte si moltiplicano, e non provengono solo dal mondo politico e dai governi locali. Importanti soggetti della cultura e [...]

     

    Quale federalismo ci attente?

    Scelta Federale e Unità Nazionale

    Scelta Federale e Unità Nazionale

    a cura di Marcella Pacini

    Estratti da un programma in itinere della Fondazione Giovanni Agnelli 1994

    Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli

    La riforma dello Stato in senso federale è un tema di urgente attualità e di grande rilevanza per il futuro dell'Italia. Le questioni sul tappeto sono molte: modificare la Costituzione per dare alle Regioni e ai poteri locali più ampie e forti competenze, definendo nuovi equilibri con uno Stato non più centralista; costruire nei tenitori e nelle città italiane i presupposti di un effettivo autogoverno; trovare quale modello di federalismo fiscale sia più congeniale alla situazione del paese e della sua finanza pubblica; offrire alle regioni più povere, attraverso la responsabilità, occasioni di crescita civile e di sviluppo economico.
    Tulio ciò nel rispelto di tre condizioni essenziali: la conservazione dell unità nazionale, il benessere e la stabilità della società italiana, il proseguimenlo del cammino verso un'Italia protagonista e competiliva in Europa.
    Su questi temi nuovi e complessi l'opinione pubblica, per poter compiere una scella razionale, deve ricevere un'informazione ricca e precisa.
    Il presenle volume offre un contributo in questa dirczione, proponendo i primi risultati di una riflessione che la Fondazione Giovanni Agnelli ha inizialo negli anni scorsi e che sia tuttora proseguendo.
    I testi si concentrano sul rapporto fra nuova geografia economica ilaliana e riforma in senso federale delle isliluzioni, senza peraltro trascurare altri aspetti fondamentali, quali le prospettive del Mezzogiorno e il ruolo delle città italiane nel processo di rinnovamento.

    Introduzione
    II presente volume raccoglie le riflessioni che negli ultimi due anni sono state condotte all'interno della Fondazione Giovanni Agnelli sui temi della nazione italiana, della riforma dello Stato in senso federale e del ruolo delle città nella vita economica del paese.
    Queste riflessioni sono inserite all'interno di due programmi di ricerche, seminari, convegni e pubblicazioni. Dopo essere state già in passato oggetto di dibattito pubblico vengono ora riproposte in maniera unitaria, perché si desidera ribadire i nessi e le relazioni che intercorrono fra i vari problemi.
    La motivazione è sempre la medesima: ricercare un sistema istituzionale che permetta al nostro paese di restare competitivo in Europa e nel mondo nei prossimi decenni, assicurando così agli italiani democrazia e benessere.
    La riforma dello Stato in senso federale, il ruolo che da questa viene assegnato alle regioni e alle città e, infine, l'equilibrio non soltanto dei poteri ma anche della presenza fisica delle istituzioni nei territori e nelle città italiane sono necessità che si impongono per ottenere i massimi effetti positivi.
    Sbaglia chi pensa di mantenere un livello europeo di reddito e di cultura abbandonando a un destino più triste i più deboli, ma sbagliano anche i più deboli quando esitano a modificare la propria organizzazione sociale e istituzionale nel senso dell'autogoverno, della trasparenza e della responsabilità.
    Occorre dunque recuperare una visione d'insieme, una visione di [...]

     
    Note per il POP Puglia 1994-99

    Note per il POP Puglia 1994-99

    Preliminari di analisi

    Provincia di Capitanata Ufficio Studi e Programmazione

    a cura del Comitato Rapporti Ce - 1993

    Premessa
    Quest'anno si conclude la prima fase di attuazione della riforma dei fondi strutturali avviata nel 1989.
    E' in via di predisposizione da parte delle regioni e del governo centrale il nuovo Piano di sviluppo regionale che interesserà il grosso della politica comunitaria per il prossimo periodo 1994-1999.
    Si tratta di una importante scadenza che, alla luce della soppressione dell'intervento straordinario per il Mezzogiorno, offrirà forse le sole opportunità di investimenti di grande respiro per tutto il decennio.
    Nel passato, la nostra Provincia non è stata in grado di utilizzare pienamente queste occasioni.
    Diverse sono state le cause.
    La principale, comunque, consiste nella mancata conoscenza e valorizzazione della riforma comunitaria che ha impedito alla Provincia di farsi elemento attivo nella costruzione della prima fase di attuazione del Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) che afferisce alla Puglia.
    I pochi interventi, realizzati grazie ai finanziamenti comunitari, sono passati infatti attraverso la predisposizione di isolati progetti che sono intervenuti frammentariamente sul territorio e scarse sono state le opportunità di sviluppo attivate, senza che vi fosse piena consapevolezza del potenziale che la riforma dei fondi strutturali recava con se e vi fosse piena consapevolezza delle opportunità di sviluppo ad essa collegate.
    Non vi è forse mai stata la piena percezione del ruolo, dell'ampio spettro di possibilità offerte e delle occasioni che gli interventi finanziati con i fondi strutturali potevano svolgere in Capitanata.

     

    Peschici

    Gargano Italy - 1999

    "Peschici...un sogno da vivere"... non è uno sterile slogan ma un chiaro invito a visitare questo scorcio di Gargano ricco di meraviglie.
    Un lavoro ideato e curato dalle autrici in maniera lodevole e meritoria. Incoraggiare l'ingegno e la creatività è sempre nelle intenzioni di un buon amministratore sensibile alle risorse umane e culturali.
    "Se potessi, placare l'inquietudine, cancellare il timore del dopo, convincermi che tutto finisce davvero quì, il viaggio definitivo a Peschici sarebbe la conclusione più logica" (F. Rosso).
    Con queste parole non mie, ma ugualmente condivise e sentite auguro ai lettori e ai visitatori una lettura piacevole e stimolante per la mente e per lo spirito e una vacanza indimenticabile, un tuffo nel mare, nella memoria e nella storia di un paese baciato dalla fortuna.

    IL SINDACO
    Francesco Tavaglione

    II moderno visitatore di Peschici che proverà a seguire l'itinerario delineato in questa mappa ideale, avrà l'opportunità di comprendere i segni tracciati nel territorio dai suoi antichi abitatori.
    Riceverà preziose indicazioni sulle vicende storiche nel foro contesto vitale e notizie precise sulla formazione e lo sviluppo del centro urbano, verificando il grande fascino pari solo alla dolcezza del sito naturale.
    Apprezzerà ancor più la freschezza naturale delle bianche rocce calcaree, la bellezza da copertina di faraglioni e grotte marine, la salubrità degli zefiri, i tramonti incendiati, lo spettacolo del sole che qui nasce e muore in mare.
    L'Assessore al Turismo
    Avv. Giovanni Maggiano

    Questa pubblicazione, si inserisce in un vasto programma promosso dall'Amministrazione Comunale volto alla salvaguardia del patrimonio storico, culturale e paesaggistico di una realtà territoriale complessa che merita maggiore attenzione.
    Le iniziative, le idee, i progetti, in tal senso, richiedono l'impegno e la collaborazione di tutti i cittadini, interlocutori indispensabili per la riuscita di attività il cui unico fine è valorizzare e rilanciare l'immagine di Peschici ... che non è solo mare, spiaggia, turismo e natura.
    La storia, la cultura e le tradizioni sempre più spesso entrano in conflitto con gli interessi e le esigenze dell'epoca in cui viviamo e non è facile conciliare i valori di ieri con la realtà di oggi.
    La strada da percorrere è lunga e accidentata, ma il traguardo può palesarsi in ogni momento... "quando scorgerai un uomo che ti ascolta in silenzio, rispettando il suono delle tue parole, quando il sorriso del mondo incontrerà il tuo e sarai fiero di essere ricordato come UOMO...".
    Delegato alla Cultura, Sport e Spettacolo
    Prof. Donato Di Milo

    Leggere Peschici attraverso una ricerca storica e culturale ardua e complessa, permette di arrivare alla comprensione di una realtà millenaria che conserva ancora oggi i tratti essenziali e indelebili del suo passato.
    Le grotte trogloditiche ne sono un esempio, conservate dai secoli, pur avendo perduto l'originaria funzione, hanno consegnato alla storia frammenti di vita tangibili di un'era lontana e misteriosa, facendo da sfondo ad un paesaggio ambientale mutato dall'uomo.
    Questo opuscolo alterna la narrazione conse-guenziale e cronologica degli avvenimenti attraverso documenti e immagini fotografiche opportunamente commentate. Una lettura veloce e rapida che fa conoscere Peschici, la storia, le tradizioni, gli uomini che l'hanno costruita e ricostruita. Un mosaico i cui tasselli umani, storici e ambientali si incastrano perfettamente e danno vita ad un lavoro destinato ad avere un seguito.

    Le autrici

     

    Fr. Tommaso da Morcone (Giuseppe Plensio)

    SAN MARCO LA CATOLA

    SCHEGGE DI STORIA

    Pubblicazione patrocinata dal Comune di S. Marco La Catola - FG - 1992

    PREFAZIONE DELL'AUTORE
    Non già per deputazione da parte di qualcuno, ma spontaneamente in quei conventi ove son vissuto per un certo lasso di tempo mi sono adoperato di raccogliere nei limiti del possibile le "fronde sparte"; così è stato per il convento di Tora e Piccilli (CE), per quello di Morcone (BN) - mio paese natale -, per questo di S. Marco La Catola, ove dimoro da oltre un ventennio.
    Col trascorrere del tempo ci si avvede che le notizie raccolte e date alla luce di primo getto hanno bisogno di revisione e di perfezionamento, elaborandole su base più critica ed organica.
    È ciò che ho inteso fare con questo modesto studio, con cui ho ripreso a trattare l'origine dell'abitato di S. Marco La Catola, l'importante ruolo avuto nel passato dal nostro santuario di S. Maria di Giosafat, ristampando utili notizie post-feudali attenenti all'agro sammarchese: il tutto corredato da svariate illustrazioni.
    Esprimo la mia gratitudine al superiore provinciale P. Mariano Di Vito ed al sindaco Lello Di Gioia per il loro incoraggiamento e fattiva collaborazione, nonché ai fotografi Donato Testa (di Michele) e fra' Celestino Di Muro.
    S. Marco La Catola, Ottobre 1992

    NOTIZIE PRELIMINARI
    Questo Comune della provincia di Foggia resta compreso nell'antica Capitanata, la cui etimologia la si fa derivare dalla metatesi di "catapanàta", territorio bizantino alle dipendenze di un Alto funzionario regio detto Catapàno.
    Andando più oltre si apprende che la Capitanata abbracciava tutta la zona settentrionale della Puglia dal nome Daunia, che si vuole provenisse dal primo suo dominatore, il leggendario re Dàuno, figlio di Licaone.
    Del secolare periodo dauno restano nella zona, sparse qua e là, piccole necropoli e tombe isolate, costruite con semplici pietre ricoperte da tegoloni disposti "a cappuccio", dette appunto "alla cappuccina".
    Ai Dauni si frammischiarono anche i Sanniti, di cui ancora vengono scoperte alcune tombe egualmente infossate.
    Di tutta la Daunia o Capitanata la città più importante è stata Lucera, che con la conquista romana ne divenne colonia e Costantino la proclamò città principale della regione di Puglia e Calabria.
    Fu in seguito sede di un Gastaldato longobardo. Federico II di Svezia fece di Lucera una sua piazzaforte, insediandovi diecimila Saraceni deportati dalla Sicilia.
    Importanza ebbe dagli Angioini, ma più dagli Aragonesi, i quali vi stabilirono la regia Udienza provinciale, o Tribunale regio, con a capo il Preside, in sostituzione del Giustiziere e del Giustizierato istituito dai Normanni e conservato dagli Svevi e Angioni.
    Dall'Udienza regia di Lucera ebbe a dipendere anche il Contado di Molise fino al 1806, quando il capoluogo della Capitanata divenne Foggia per la prima volta, restando però il Tribunale cioè la sola amministrazione giudiziaria (staccata dalla legislativa) a Lucera.
    A reggere il capoluogo di provincia fu posto l'Intendente, da cui dipendevano i Sottintendenti dei Distretti della suddivisione provinciale.

    Se la lingua e i costumi dei sammarchesi presentano elementi comuni maggiormente molisani che pugliesi lo si deve ai secoli di consociazione politico-amministrativa più che a ragioni etnico-sociali, considerato anche che il Distretto di Larino (fra cui Macchia, Pietracatella, S. Elia, S. Giuliano di Puglia) appartenne alla Capitanata fino al 4 maggio 1811 (al pari di Tufara, S. Bartolomeo in Caldo, Foiano, Baselice, Castelvetere, Castelpagano, Cercemaggiore, Circello, S. Croce, Gildone, Ielsi, Ferrazzano).
    Fu solamente nella prima metà del 1799 che il Comune di S. Marco si trovò incluso nel Molise in seguito alla affrettata ripartizione del Regno di Napoli in dipartimenti e cantoni durante l'effimera Repubblica partenopea ispirata alla Rivoluzione francese. [...]

     

    Garganonet  Piazza delle Rose, 3 71043 Manfredonia (Foggia) Italia  

     

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