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Raffaele Nigro

Parliamo di Puglia

Sessanta conversazioni d'autore

Parliamo di Puglia

Presentazione di Lino Patruno
Fotografia di Nicola Amato e Sergio Leonardi

Mario Adda Editore - 2002

Questa raccolta di interviste sulla Puglia dello scrittore Raffaele Nigro rende onore alla nostra terra non meno di un dépliant turistico o di una campagna promozionale.
Se ci deve essere una reason why, una ragione per cui un visitatore dovrebbe venire da noi, queste interviste ce ne forniscono a iosa, e con la spontaneità e la genuinità di chi ci ha incontrato per la prima volta e non avrebbe voluto più ripartire.
Sono testimonianze che della Puglia sottolineano le principali bellezze ambientali, dalla mistica della campagna al mito del mare. Ma della Puglia sottolineano anche la storia e la cultura antiche, dalla religiosità delle cattedrali alla maestosità dei castelli, dalla tenerezza dei trulli all'incanto dei bianchi paesi inondati di luce. E sottolineano infine il carattere della gente, una severità e una dignità che sono Valtra faccia della loro capacità di aprirsi agli ospiti e di tendere la mano al-l'accoglienza.

L'accoglienza alla quale la Regione Puglia lavora ogni giorno, con uno sforzo tendente a dotare il territorio di servizi all'altezza delle esigenze di un turismo moderno che chiede natura ma anche alberghi, che vuole collegamenti adeguati ma anche spettacoli e appuntamenti. Uno sforzo che ha portato in questi ultimi anni ad un aumento continuo degli arrivi e delle presenze, con prospettive sempre migliori che ci lusingano ma ci impegnano anche ad offrire un prodotto Puglia concorrenziale e appetibile in un mercato mediterraneo sempre più ricco di offerte ma nel quale la nostra presenza è sempre più rilevante. Anche per questo abbiamo voluto dare il nostro apporto a questo libro, che per il nostro lavoro è conforto e stimolo, data l'autorevolezza delle voci che uno scrittore come Nigro ha messo insieme in due anni di interviste alle maggiori personalità della cultura italiana. La Regione Puglia si augura di continuare ad essere sempre [...]
Benvenuti da noi.
RAFFAELE FITTO Presidente Regione Puglia

Presentazione

Che la Puglia sia la più bella regione d'Italia, lasciamolo dire allo scrittore e critico cinematografico Goffredo Fofi (che è umbro). Ma se non la più bella, fra le più belle di sicuro, almeno a sentire il medesimo Fofi e quest'altra cinquantina di vip, persone molto importanti, intervistate da par suo dal lucano quasi del tutto pugliesizzato Raffaele Nigro, premio Campiello, fra i narratori nazionali più letti e amati, autore di teatro, animatore culturale, giornalista ed energia allo stato puro. Certo, si potrebbe pensare, se uno interroga questi personaggi per una rubrica che si intitola "Parlaci di Puglia" e per il massimo giornale pugliese (la "Gazzetta del Mezzogiorno") magari non può aspettarsi risposte granché diverse: non fosse altro che per cortesia. Ma siccome queste risposte sono state tutt'altro [...]

[...] Una mareggiata di verde davanti ad un azzurrata di mare. E uno scenario dalla varietà inimmaginabile sia pure in una terra senza monti e senza fiumi: dal Gargano aspro e misterioso di fede, alle affannate colline del Subappennino, al Tavoliere gonfio di frumento, alla mirabile rete di cattedrali e castelli, alla Murgia ossessionata di pietra, al giardino della Valle d'Itria, alla carnosa sensualità del Salente dove spira già aria d'Oriente. Nessuna di queste Puglie somiglia alle altre eppure tutte Puglia sono. E qualcuno indichi un altro posto al mondo in cui Parliamo di Puglia ci siano tanti posti come questi insieme. [...]

[...] conquista lo scrittore emiliano Luigi Malerba e il cardinale francese Poupard; la "luminosità, il mare di vetro fuso contro il bianco della città" della francesista romana Petri; 1*"atmosfera onirica", il "sogno architettonico poderoso e il senso di infinito" della scrittrice fiorentina Fran-cesca Sanvitale. E tuttavia nell'immaginazione di chi ricorda Puglia spicca Alberobello coi trulli "tende di pietra" del sociologo algerino Khaled Fouad Allam; e Castel del Monte, testimonianza di una stagione di "civiltà e cultura" per l'italianista napoletano Enrico Malato, "senso di mistero" per il lombardo autore teatrale Carlo Maria Pensa, monumento "assoluto della regalità imperiale" per la medievista bolognese Anna Laura Trombetti.
E la consueta luce di presepi di calce come Ostuni, Monopoli, Polignano, Martina, Gallipoli raccontata dallo stupore del saggista tunisino El Houssi, il bianco contro il blu del mare e il verde degli ulivi sul Mediterraneo mare più suggestivo della terra.
E la serenità profonda di Leuca, "luogo di bene che si pensa d'aver perduto nei secoli", frontiera e "sogno che non va svelato" ad un passo da Itaca per lo scrittore emiliano Claudio Marabini. E Trani inimitabile aperta sul mare. E il Salento pieno di odori, di sentimento, di sensualità col barocco più bello di quello spagnolo o messicano secondo il critico letterario calabrese Walter Pedullà. [...]
LINO PATRUNO Direttore della "Gazzetta del Mezzogiorno"

 

Il portale "tuttogargano" - www.tuttogargano.com

TUTTO GARGANO 2000

Editore "tuttogargano" - 71010 Foce varano (Foggia)

Natura, storia, sacro e profano
La Provincia di Foggia
di Guido Pensato
Spesso, per amore o esigenza di sintesi, nelle descrizioni di un territorio, di una regione geografica, si ricorre ad un elemento dal valore emblematico e simbolico forte e riconoscibile, capace di evocare e di alludere a tutti gli altri.
La provincia di Foggia, l'antica Daunia e la più recente Capitanata, è stata teatro di vicende storiche che ne hanno modellato e arricchito l'immagine, intervenendo sulle aree, così diverse tra loro, che ne formano il territorio.
E' difficile ridurre la sua complessità ad una istantanea, a uno slogan. Perfino il bel logo adottato dal Parco Nazionale per rappresentare il Gargano contiene più elementi.
Al contrario di quel che fu fatto per lo stemma alla Provincia, quando la scelta, significativamente, cadde sull'Arcangelo Michele. Una scelta unificante, perché sostenuta dal riferimento alla provincia monastica dell'Angelo, alla forte presenza religiosa in tutta la Capitanata, attestata dai tanti santuari che da sempre la segnano: da quello dell'Incoronata nel Tavoliere, a quello di Valleverde sull'Appennino, a quello garganico di Monte Sant'Angelo, appunto.
Per fortuna, nessun visitatore, nessun viaggiatore è tenuto ad accontentarsi di un simbolo, per quanto straordinario esso sia. Al contrario, tutti hanno diritto a conoscere la complessità di questa terra: dall'Appenino, dolce, boscoso e ricco di sapienza artistica (Troia, Bovino, Lucera, Pietramontecorvino...), al Tavoliere disseminato di centri abitati fin dalla più remota antichità e ormai scomparsi (Arpi, Herdonia) o perfettamente inseriti nel tessuto economico e sociale contemporaneo, al Gargano, in bilico, come nessuna area di tutta la Puglia, tra uno straordinario ambiente naturale, un complesso passato e un futuro ricco di opportunità.
E' il sacro, una cifra interpretativa fondamentale di questa provincia, il destino ancestrale, ricorrente e permanente, un'aura diffusa [...] e i luoghi si animano, così come nei tempi lontanissimi della preistoria, tra i boschi, nella pianura e lungo le pendici verso il Gargano, negli insediamenti di grotta Paglicci, della Scaloria, di Passo di Corvo.
Partendo di qui si percorrono i riti e la religiosità che hanno abitato e tuttora abitano il Promontorio.[..] signorotti e padroni d'ogni risma, ma anche con una natura insieme generosa e aspra, pietrosa e tenera e lungo vicende storiche alterne, antichi splendori e più recenti cadute, di cui sono documenti eloquenti i palazzi, le rocche, i castelli, e le masserie, le case contadine, gli stazzi e i muretti a secco e i terrazzamenti. Ricchezza, complessità, varietà, contraddittorietà, molteplicità, contrasti, [...] Si chiederà: c'entra tutto questo con un vademecum turistico - informativo? Si, se il turista che l'avrà tra le mani sarà più viaggiatore desideroso di sostare, di curiosare, di capire, di conoscere, non un meraviglioso Gargano imbalsamato, "da cartolina", che non esiste, se non... nelle cartoline, ma un Gargano davvero straordinario, perché vivo e vitale- Lo cerchi quel turista questo Gargano. Lo troverà. E sarà un incontro inaspettato, sorprendente, al di là di ogni promessa.

The Province
It is difficult to describe the province of Foggia through elements and symbols. In fact, the ancient Daunia and the recent Capitanata were the scene of a lot of historical events, which enriched their areas and borders.
A snopshot or a slogan cannot represent their beauty.
It was not a case that for the eschutcheon of the province the Archaengel Michele was chosen, in order to underline the great religious importance of Capitanata.
In fact, there are a lot of sanctuaries such as that of Incoronata del Cavaliere, that of Valleverde in Apennine area and that of Monte Sant'Angelo in Gargano.
You con find extraordinary places from Apennine (Troia, Bovino, Lacera, Pietramontecorvino, etc) to the ancient inhabitated places of Tavoliere (Arpi, Herdonia) and the marvellous area of Gargano.
It is mode up of a lot of sacred places such as Sacra Montagna, la Via Sacra Longobardorum and a lot of churches. There are also a lot of old town centers like those of Vico, Peschici, Vieste, Sannicandro and Ischitella, which testify human hard work.
Nowadays Gargano offers different opportunities: archaelogical, historical and natural areas (sea, mountains, lakes, woods, pastures, etc.)
In its history we con find out some periods of crisis such as that of pastures, breeding and emigration between the 19th and the 20th century, the agrarian crisis and depopulation during the second half of the 20th century, the industrial crisis of Manfredonia and, finally, the crisis of cultivation and citrus fruits industry between the 19th and the 20th century.
The tourist con know, stop, look around and discover the extraordinary beauty of Gargano. [...]

 

www.tuttogargano.com

TUTTO GARGANO 2002

Editore "tuttogargano" - 71010 Foce varano (Foggia)

[...] Cambiare
Diciamolo pure, chi di noi almeno una volta non ha pensato di cambiare, migliorare, credere di fare qualcosa di diverso, di più importante? ...e poi i sogni che tante volte... "sfuggono"!
È anche vero però che già inseguirli è un'esperienza esaltante che ci fa quasi volare e dimenticare in un attimo problemi, difficoltà, insidie. Altre volte ci spingiamo oltre e vorremmo avere noi la forza di "cambiare" le cose, certo, non sto parlando di Tuttogargano o cosa c'è dentro (questo lo lascierò a voi scoprire), ma di come a volte sembriamo solo delle vittime di tutto ciò che accade dove l'unica alternativa valida è davvero sognare.
Sognare perché ci restituisce un'incoscienza "sana", perché ci fa prefiggere degli obbiettivi che spesso trovano sulla loro strada piccoli e grandi problemi, dove si commettono errori pur di migliorare, dove ci si rimette sempre in discussione.
Questo è lo spirito con cui ci piace sempre più confezionare questa pubblicazione, questo è lo spirito che le tante aziende convenzionate hanno riconosciuto e noi ringraziamo pubblicamente.
Sognare e crederci, cercare di cambiare le cose prima che le cose cambino noi. Il nostro augurio è questo, che una vacanza nel Gargano possa darvi con amore tutto quello che l'arrivismo, la superficialità e le guerre, inevitabilmente ci hanno "rubato" e portato via, un tuffo in questa guida è un bagno dentro il mare generoso, un mare che, un giorno o l'altro, ogni cosa restituisce.

Change, let's face it, just how many of us have never once thought of making a change?
Trying to do something for the better, more important... and those dreams that we often watch slip away?!
It's also true, however, that just following ones dreams is the ultimate essential that gives us wings and helps us to forget our problems, difficulties and other negetive elements of everyday lite.
Sometimes we push ourselves over the limits, trying to find the strength to change things, of course, t'm not saying that Tuttogargano or what's written on it's pages will do the trick (I'll leave this to the reader to decide), but about how sometimes we fall victim to what happens around us, and the only alternative left is the possibility to dream, because it restores in us the hope we need to reach our goals and to overcome the many problems, great and small, we find along the way.
With this very spirit, we at Tuttogargano like to present our guide book and it's the very same spirit that many conventional companies have taught us, and to whom we owe our gratitude.
Dreaming and believing, looking to change things before they change us. With this, we wish you ali an unforgettable holiday in Gargano, full of joy, laughter and leve, the very essentials of life that our harsh world today often takes from us, and that can be found with a simple turning of a page. [...]

 

Il portale "tuttogargano" - www.tuttogargano.com

TUTTO GARGANO 2005

Editore "tuttogargano" - 71010 Foce varano (Foggia)

Il Tavoliere, terra di antiche civiltà da tempo immemorabile, si estende ai piedi del Gargano, tra l'Appennino e il mare. L'immensa pianura, apparentemente omogenea, nasconde in realtà un patrimonio naturalistico e archeologico straordinariamente vario che fa di questa terra un luogo dai fascino singolare.
A guardia dell'ingresso occidentale sta San Severo, la capitale del vino.
Da qui il paesaggio scorre sempre uguale verso sud sino a Cerignola, interrotto, di tanto in tanto, da arcaiche presenze, come l'antica Herdonia.
All'improvviso, però, questo paesaggio di campi a cereali e di vigneti lascia spazio alla zona umida delle Saline di Margherita di Savoia.
Ma le dimensioni e la bellezza di questa terra si colgono al meglio dalle alture di Monte Sant'Angelo dove, quando il cielo è terso, l'occhio abbraccia tutto il tratto a ridosso della costa che, verso sud, corre fino a Barletta. Dal belvedere di Rignano, invece, lo sguardo si volge a nord, dove il Tavoliere incontra le montagne del Molise fino alla Maiella abruzzese. Fermandovi sulla collina di Castel Fiorentino, dove morì Federico II, vi sembrerà che le civiltà del passato riaffiorino, mentre il sole scompare dietro i profili del Preappennino.

At the foot of Gargano, between the Apennines and the sea, lies the Tavoliere, land of antique civilisation.
These immense plains host incredibie naturalistic and archaeological treasures, which make this land unusually charming.
Guarding the Western entrance to the Tavoliere stands San Severo, the wine capital. From here the landscape runs, never changing, towards the South as far as Cerignola, interrupted every now and again by escavations of antique Herdonia. At of a sudden this landscape of cereals and wineyards is interrupted by the Saline (Saltworks) of Margherita di Savoia.
The dimension and beauty of the Tavoliere are best appreciated from the high grounds of Monte Sant'Angelo when, on a clear day, one can see the whole southern coastline towards Barletta.
Rignano also offers a breathtaking view of the northern coastiine, where the Tavoliere meets with the mountains of Molise and the panorama extends until Maiella Abruzzese.
On the hill of Castel Fiorentino where Federico II died, the civilisation of the past seems to reappear watching as the sun disappears behind the profiles of the Preapennines. [...]

 

Guida d'informazione turistica - APT Azienda di Promozione Turistica della provincia di Foggia - 2006

Daunia Bella di natura

L'Appennino Dauno è fatto di dolci paesaggi di collina che si contrappongono a rigogliose foreste di querce e di faggi.
I romantici paesi dalle case in pietra, dove la bellezza della natura incontaminata si sposa con la presenza di centri ricchi di storia e con la quiete delle antiche atmosfere paesane, sono uno scenario indefinibile ed unico. Partendo dal capoluogo, percorrendo la statale 17, la prima cittadina che si incontra è Lucera, ad appena 200 mt. s.l.m.. Colonia romana sin dalle guerre sannitiche (315 a.C.) è stata tra le residenze preferite da Federico II.
In età augustea viene dotata di un Anfiteatro dedicato a Cesare Augusto che, riportato alla luce nel 1932, è oggi visitabile.
Tra le maggiori attrattive che la città offre al turista vi è la fortezza svevo-an-gioina, edificata da Federico II ed in parte trasformata da Carlo I d'Angiò che la dotò di una possente cinta muraria.
A Carlo II d'Angiò si deve la costruzione nei primi anni del 1300 della splendida mole gotica del Duomo (dedicato all'Assunta), edificato su una preesistente moschea, simbolo della cofonia saracena che Federico II aveva trasferito tra il 1223 e il 1224 dalla Sicilia e che Carlo II si preoccupò di distruggere. Percorrendo il suggestivo centro storico, ricco di palazzi nobiliari, s'incontrano altre due chiese risalenti al periodo angioino: San Domenico, [...]

 

Una iniziativa intelligente e originale, di valore culturale, che auspichiamo si riproponga nelle città della Capitanata.

Parco Nazionale del Gargano Comune di Carpino

A scuola di telaio

Alla scoperta delle antiche tradizioni

Parco Nazionale non significa solo tutela dell'ambiente.
Un territorio può considerarsi protetto anche quando rimangono vive tradizioni della sua cultura che spesso trova prorio nell'Artigianato la sua massima espressione.
Il Parco Nazionale del Gargano ha voluto fortemente che l'iniziativa si svolgesse a Carpino dove l'uso del telaio manuale per tessere lane e lini sopravvive grazie alla passione di una dozzina di donne, che si prodigano a praticare questa antica arte.
Parallelamente al programma di Carpino, sponsorizzeremo anche il "Progetto Penelope" presentato dalla Sezione Gargano di Italia Nostra.
Il progetto si pone l'obbiettivo di avviare il recupero e la valorizzazione dell'Artigianato garganico attraverso un'attività formativa su due tipicità del settore: la prima riguarda hi tradizione del telaio, la seconda, invece, la lavorazione di un tipico cesto.
Mi auguro che il recupero di queste arti possa rappresentare un lavoro futuro per tante ragazze, le quali terminata la scuola dell'obbligo si vedono private di qualsiasi prospettiva occupazionale. Ci vediamo in questo mese di agosto a Carpino. Tutti a scuola dì telaio.
IL PRESIDENTE dell'Ente Parco Nazionale del Gargano
Prof. Matteo Fusilli

Carpino sorge su una collina di circa 147 metri sul livello del mare, conte circa 4.896 abitanti e si estende su una superficie di circa 82.50 Kmq, oggi quasi tutta appartenente al Parco Nazionale del Gargano.
È un paese prettamente agricolo, la ricchezza principale è data dagli uliveti, infatti è rinomato per il suo olio extra vergine di oliva, uno dei migliori di tutta la zona garganica e per questo viene chiamato "Città dell'olio".
Un fascino particolare assume la storia tramandata dalla tradizione popolare che fa risalire le sue origini agli abitanti dell'antica Uria, una importante e fiorente città che sembra sia esistita sulle rive dell'attuale laguna di Varano, che si insediarono sulla collina dopo che la zona divenne insalubre.
Di certo si sa che sorse, date le sue caratteristiche, quasi sicuramente nella prima epoca della denominazione Normanna (sec. XI), come testimoniano alcuni resti storici.
L'Amministrazione comunale è impegnata p articolar mente nella valorizzazione del territorio per assolvere, in maniera ottimale, alle funzioni di "Porta Nord" del Parco Nazionale del Gargano.
IL SINDACO
Dott. Nicola Maria Trombetta [...]

A CARPINO SOPRAVVIVONO LE ANTICHE TECNICHE DI TESSITURA

L'Ente Parco Nazionale del Gargano ed il Comune di Carpino promuovono un'iniziativa unica nel suo genere.
Ad agosto i turisti interessati potrànno apprendere le antiche tecniche di tessitura dei manufatti garganici.
Undici tessitrici saranno a disposizione per le dimostrazioni sugli antichi telai ottocenteschi ancora molto attivi e funzionanti a Carpino. Il Telaio a mano ha origini antichissime. Il primo telaio di cui sì ha notizie era già in uso presso gli Egizi nel IV millennio a.e., subì successive modificazioni dal XII sec a.e. in Grecia fino al XIII sec. d.c. quando furono introdotti i pedali. Retaggio di questa origine sopravvive il Telaio di Carpino. L'uso del telaio a mano è ancora vivo nel territorio di Carpino, in quanto la lana proveniente dalla tosatura delle pecore è molto abbondante. Per il cotone abbiamo notizie di campi ancora produttivi negli anni 60. La tradizione di confezionare i! corredo portò quasi in ogni caso l'uso del telaio a mano. La tecnica della "n'turlic", dello "scacc", del "liscio" con l'uso del lino e del cotone porta alla realizzazione di manufatti di straordinaria bellezza e resistenza quali lenzuola/ copriletti, tovaglie da tavola. La lana, cardata dopo la tosatura, filata a mano in casa, viene sottoposta a tintura artigianale con colori assai vivaci. Con essa vengono realizzati panni di lana e coperte con il ricorrente motivo a righe policrome, intervallate dal "dente di cane" e dalla "spiga".

 

Parco Nazionale del Gargano

LA LAGUNA DI VARANO

Una risorsa da conoscere e rivalutare

 

 

[...] salinità media che varia dai 18-24 per mille, in relazione alle vicende meteorologiche.

Le sorgenti costiere
Le acque lagunari sono alimentate oltre che dalle antistanti acque marine da acque sorgive provenienti dall'entroterra.
Queste sorgenti (veri laboratori naturali per le loro caratteristiche chimico-fisiche sempre costanti) in alcuni casi affiorano direttamente nella laguna chiamate "Polle " localmente "Puzzacchi", altre lungo la zona sopralitorale creando dei brevi torrenti perenni.
Tra queste sorgenti costiere le più grandi sono Bagno, Irchio, dell'Ospedale e Fiumicello.
Quest'ultima distando alcune centinaia di metri dalla laguna, con il lento flusso dell'acqua ha permesso la formazione di un'area paludosa dominata dalla Cannuccia di palude (Phragmites communis) frammisti a Lisca maggiore (Typha latifolia) e Falasco (Cladium mariscus). In passato l'area era molto estesa, oggi dopo reiterati interventi di bonifica è ridotta a pochi ettari.
La presenza di questi ambienti (sorgenti e paludi) fa di questi luoghi un ottimo ed ancora sicuro rifugio per molte specie d'uccelli, come la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus), il Tarabusino (Ixobrychus minutus), Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), Cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), Forapaglie (Acrocephalus schoenobaenous), rettili la Biscia dal collare (Natrix natrix), mammiferi ed anfibi.

La fauna ornitologica
Varano rappresenta unitamente a Lesina una importante area di svernamento per molti uccelli acquatici.
Essa pur se interessata negli anni da continui e vessatori interventi per [...]

 

Una pubblicazione meramente pubblicitaria finanziata dalle aziende del luogo e dagli operatori turistici.
Chiare le descrizioni dei monumenti non solo religiosi della città.
Le ultime pagine contengono utili informazioni sui servizi pubblici cittadini e regionali.

Pro Loco Manfredonia

Città di manfredonia

Guida ai percorsi storici, culturali e turistici

 

 

Manfredonia gode di una posizione geografica privilegiata e offre a chi la guarda una delle immagini più suggestive ed esemplari del Gargano.
Vide giusto Re Manfredi, figlio naturale di Federico II e Bianca Lancia quando, come racconta Salimbene da Parma, nel 1256 pensò di fare di Manfredonia "la città più bella del mondo".
Quando arrivò re Manfredi, la malaria e i terremoti avevano reso Siponto una città semidistrutta e deserta e ciò spinse re Manfredi, a ricostruire la nuova Sipontum, che prese il nome dal suo fondatore.
Manfredi volle personalmente contribuire alla nascita della nuova città.
Ne disegnò la pianta, concesse privilegi agli abitanti per ripopolarla, renderla prospera e felice, radunò a consulto maghi ed astrologi per farsi suggerire il momento più propizio per porre la prima pietra. La morte prematura impedì al suo fondatore di coronare il sogno. Tutta la storia di Manfredonia e della progenitrice Siponto è, nella sua continuità, una lunga successione di alterne vicende che hanno avuto come protagonisti: gotr, bizantini, longobardi, saraceni, normanni, angioini, ungheresi, durazzeschi, aragonesi, spagnoli, francesi. Baroni e conti, quasi sempre forestieri, si avvicendarono nel suo castello per dominarla.
Città di arrivi e di partenze, teatro di lotte e di conquiste ininterrotte, nata sul mare per cercarvi la vita, ebbe dal mare anche distruzioni e rovine che testimoniano comunque l'importanza strategica e militare della città nel corso della storia. Ogni palazzo, ogni edificio religioso di Manfredonia ha una sua storia da raccontare.
Passeggiando nel centro storico si scorgono scorci assai suggestivi, archi gotici, gruppi tipici di case del borgo della laboriosa gente di mare.
Testimonianza storica è l'austero castello-museo Svevo Angioino che, nelle sue sale museali, custodisce testimonianze antichissime come te stele daune (più di 200 pezzi) risalenti al VII e VI sec. a. C. che documentano la presenza della popolazione dei Dauni, cosi importanti per il nostro territorio.
I monumenti più preziosi non a torto vengono consacrati tra gli esempi più belli del romanico pugliese: la Basilica di Santa Mario Maggiore, nel vicino centro balneare di Siponto, con itinerari archeologici che portano ai sepolcri ipogei, come gli Ipogei Cepparelli, che si addentrano nella roccia e che costituiscono, sin dall'epoca pre-classica, l'immensa necropoli che circondava l'antica città sepolta.
Nell'assolata campagna sipontina sorge come un solitario gioiello, la chiesa romanica con annessa abbazia di San Leonardo in Lama Volata dei primi del'200, punto di sosta nell'arso Tavoliere per i pellegrini che si recavano al Santuario dell'Angelo.
Qui, in occasione del solstizio d'estate, si rinnova tutti gli anni un fenomeno astronomico che affascina numerosi visitatori.
Infine, testimonianza dell'ambiente ricco e vario, è la riserva naturale dell'Oasi di Federico II, accessibile al pubblico con itinerari predisposti.
In questa città, tra le più importanti della Daunia, il mondo presente non può dimenticare l'antico. L'immagine del lavoro di fabbrica si fonde con quello più arcaico del lavoro sul mare e nel porto, nei cantieri e nei campi.
Nell'anima affiora la tradizionale religiosità popolare e lo spirito giullaresco che da a Manfredonia una lieta e indimenticabile atmosfera festiva, come quella che si respira durante il Carnevale sipontino o nelle feste patronali, nei bar, nel passeggio serale o nelle spiagge affollate sotto il sole.
È l'anima di una città che cerca di coronare l'antico sogno di un RE. [...]

 

Un opuscolo che è una ripetizione sulla falsariga del precedente, proposto dalla Pro Loco di Manfredonia.
Anche in questa pubblicazione sono presenti le inserzioni pubblicitarie delle aziende del luogo, che a nostro avviso sono invadenti e che poco si giustificano con una guida ai percorsi storici.

Pro Loco Manfredonia - ATP - Assessorato al Turismo della città

Città di manfredonia

Guida ai percorsi storici, culturali e turistici

Manfredonia è ormai meta privilegiata di turisti provenienti da tutto il mondo, che trascorrono le vacanze attratti dalle tante particolarità offerte dal suo territorio.
Questa pubblicazione, seppure in maniera sintetica, offre uno spaccato delle meraviglie di questa Città, è una guida per visitarla, percorrerla, con lo scopo di contribuire alla conoscenza del ricchissimo patrimonio storico, culturale, religioso, ambientale ed enogastronomico di Manfredonia, associato all'altra grande peculiarità che contraddistingue isipontini: l'accoglienza e l'ospitalità.
Sfogliando questo opuscolo si potranno individuare i monumenti e le strade del vecchio borgo marinaro ancora pregne di salsedine.
Fuori dall'abitato in pochi minuti si possono raggiungere la Basilica Romanica di Siponto e l'Abbazia di San Leonardo dove ancora è possibile avvertire la presenza di antichi Cavalieri Teutonici in procinto di partire per la Terra Santa.
Riferimenti per conoscere Manfredonia, che con tutto il suo calore vi aspetta.
Pasquale Bisceglia Assessore al Turismo

La terza copertina dell'identico opuscolo per Manfredonia

L'Associazione Pro Loco nasce nell'ottobre del 2000, grazie all'iniziativa di un gruppo di giovani manfredoniani desiderosi di promuovere quelle che sono le potenzialità del territorio pugliese dal punto di vista turistico, svolgendo tale attività anche in collaborazione con altri enti operanti nello stesso settore.
I principali obiettivi dell'Associazione sono: sensibilizzare la popolazione nei confronti dei numerosi e rinomati beni artistici e paesaggistici di cui la regione Puglia è ricca; fornire servizi, informazioni e notizie sul territorio a titolo gratuito ai turisti che le richiedano; tutelare e migliorare le risorse locali promovendo iniziative e manifestazioni finalizzate ad incrementarne le conoscenze.

 

Una pubblicazione di "tipo" vecchio e dozzinale: le dimensioni A4 la rendono poco pratica.
Le immagini di buona qualità sono troppo grandi in rapporto agli scarni testi di accompagnamento.

Amministrazione Provinciale di Foggia
Assessorato all'Ambiente

Claudio Grenzi Editore - 1994

Parco Nazionala del Gargano

Fotografia di Giovanni Fiorentino

 

 

Cenni storici

Nella preistoria d'Italia, il Gargano risulta una delle zone con gli insediamenti umani più antichi.
Nel Paleolitico il promontorio offriva all'uomo tutto il necessario per sopravvivere: grotte naturali per dimorare, selce per la fabbricazione dei primi manufatti e selvaggina.
La grotta Paglicci. nei pressi di Rignano Garganico, è la testimonianza più importante di questo periodo. In essa sono stati rinvenuti oggetti lavorati ed incisioni parietali, che sono considerati tra gli esempi più rilevanti di arte preistorica europea.
I cambiamenti climatici del neolitico determinarono Io spostamento degli abitanti dalle montagne alla pianura, anche se sul Gargano continuava l'estrazione della selce.
Con l'età dei metalli le miniere di selce furono abbandonate e gli abitanti si trasferirono nei centri della costa, che tenevano rapporti commerciali con la civiltà micenea.
I nuovi contatti e le migrazioni dei popoli dell'est, determinarono la nascita della civiltà dauna. La Daunia Antica (sec. IX-IV) corrisponde grosso modo all'attuale provincia di Foggia.
I centri più importanti erano in pianura, trattandosi di un popolo di agricoltori.
Sul Gargano gli insediamenti dauni erano ubicati lungo la costa, in posizione difensiva, come Monte Saraceno e Manacore. Mentre all'interno l'individuazione di tombe isolate, fa ipotizzare la presenza di piccole comunità dedite alla pastorizia e alla caccia.
Dei Dauni ci restano oggi i ritrovamenti avvenuti in un'area sepolcrale rimasta sorprendentemente intatta: Monte Saraceno. Tra i rinvenimenti, grande curiosità suscitano le stele daunie. Questi sono segnacoh tombali in forma antropomorfa, decorati con incisioni a motivi geometrici e scene figurate che rappresentano episodi di vita del defunto.
La dominazione romana, non portò cambiamenti vistosi sul Gargano.
Gli insediamenti umani rimasero di scarsa entità. Solo sulla costa, in prossimità di aree fertih e pianeggianti, si assiste alla nascita di nuovi centri e ville romane.
Nell'età tardo romana, l'avvento del cristianesimo determinò nuovi spostamenti sul territorio. Comunità cristiane scelsero come dimora e luogo di cnlto le isolate grotte garganiche. di cui è ricco il territorio.
Dopo la caduta dell'Impero si verificò un graduale spostamento degli abitanti dalla pianura, esposti a continui saccheggi e a scorrerie, alle cime garganiche. Furono fondati numerosi borghi fortificati nelle zone più inaccessibili. Sono di questo periodo le apparizioni di San Michele Arcangelo in una grotta garganica.
II luogo del miracoloso evento divenne tappa obbligata per i pellegrini del medioevo.
Attorno al Santuario si formò ben presto un centro abitato, che in onore di San Michele prese il nome di Monte Sant'Angelo.
Dopo il Mille, come il resto dell'Europa, anche il Gargano conobbe un periodo di ripresa e rinascita economica.
Si assiste in questi secoh alla fondazione della maggior parte dei centri oggi esistenti. Un ruolo di primo piano nella riorganizzazione del territorio e nella fondazione di nuovi centri fu svolto dalle abbazie benedettine, tra le quali la più potente e ricca era S. Maria di Pulsano poco lontano da Monte Sant'Angelo.
Con gli spostamenti degli equilibri e degli interessi economici verso gli Stati del centro Europa, il promontorio, come tutto il Meridione d'Italia, assume dal XIII secolo un ruolo sempre più periferico nelle vicende storiche europee.
Diviene area contesa dalle potenze di allora, che si avvicendarono in modo regolare ai suo depauperamento: Angioini, Aragonesi. Francesi e Borboni.

 
Ingrandisci l'immagineIcone Madonna SS. di Siponto

Madonna della Vetrana Castellana Grotte (Ba) Acquerella di Padre Tommaso Rignanese

Garganonet  Piazza delle Rose, 3 71043 Manfredonia (Foggia) Italia  

 

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